Dopo aver musicato i poemi di Yeats in An
Appointment with Mr. Yeats (2011) e sfornato nel 2013 il suo personale
The Basement Tapes, pubblicando il box di Fisherman's Blues, contenente
tutti i brani registrati durante le sessioni dell'epoca (1988), Mike Scott ha
deciso di darsi al rock. O meglio, di tornare dalle parti del rock, che aveva
già frequentato circa vent'anni fa con un album niente male dal titolo Dream
Harder (1993). Un ritorno in grande stile e dai connotati niente affatto
scontati: studi di registrazione a Nashville, mixaggio affidato a una vecchia
volpe come Bob Clearmountain (Simple Minds, Bruce Springsteen, Tears For Fear,
etc) il fedele Steve Wickham e un paio di bravi sessionisti della zona (David
Hood, al basso e Paul Brown all'hammond). Il tutto per un album in cui Scott
mostra i muscoli grazie a un sound che resta inconfondibile (d'altra
parte, con quella voce lì...), nonostante il folk e l'Irlanda siano stati
relegati in un angolo a favore di sanguinei e rumorosi riff di chitarra.
Classic Rock dal sapore americano, con qualche spruzzata di blues e l'hammond a
datare il suono di un trentennio. Un Mike Scott meno raffinato e molto
rinvigorito (nonostante vada per i sessanta), che firma nove brani ispirati,
ricchi di energia e, prevalentemente, azzeccati nelle scelte melodiche.
Splendido l'inizio, con due canzoni al livello dei tempi migliori (Destinies
Entwined e il singolo November Tale), e poi una scaletta che alterna
alcuni momenti convenzionali (Still A Freak), qualche lungaggine (i dieci
minuti della conclusiva Long Strange Golden Road) e almeno un paio di autentici
gioielli: I Can See Elvis, omaggio ai grandi campioni della musica rock e soul
americana, e The Girl Who Slept For Scotland, deliziosa ballata in cui Scott
azzecca un ritornello dal sapore molto eighties. Inutile dire che i tempi di
Fisherman's Blues e This Is The Sea non torneranno più; tuttavia, se Mike
Scott continuerà a mantenere questo livello di intensità, dischi come
Modern Blues rappresentano il modo migliore per continuare a onorare una
carriera che, credo di non dire una fesseria, ha visto ben poche sbavature.
Consigliatissimo.
VOTO: 7,5
Blackswan, giovedì 19/02/2015
3 commenti:
Gruppo che non ho mai approfondito, nonostante mi piacque moltissimo quando uscì "A Pagan Place". Successivamente, avendo mutato gusto verso qualcosa di meno rock, blues, folk, li ho bistrattati.
E' la volta buona che li riprendo. Grazie
Non vedevo l'ora che uscisse, lo avrei comprato a scatola chiusa, adesso con tua recensione lo compro sicuro 😎👏👏😎
Ima delle band che ho piu' amato !!! W l'irlanda! 😉
@ Haldeyde: Io li ho sempre amati visceralmente. This Is The Sea e Fisherman's Blues sono tra i dischi che ancora adesso non smetto di ascoltare.
@ Offhegoes: fai bene, bro: Modern Blues è un disco che ti piacerà tantissimo.
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