La storia di Beth Hart, quarantatreenne losangelina,
inizia nel lontano 1996 ed è un'ordinaria storia di gavetta, fatica e
meritato successo. Un grandissimo disco d'esordio (Immortal), ma pochi
riscontri di vendita, una successiva virata commerciale (Screamin For
My Supper), che l'ha fatta conoscere al grande pubblico americano, e un più
recente ritorno alle origini rock-blues, grazie al riuscito connubio con Joe
Bonamassa, sono succintamente le tappe di una carriera in costante ascensione.
Oggi, Beth Hart, dopo essere rimasta per lungo tempo artista apprezzata da una
ristretta nicchia di cultori del rock a stelle e strisce, ha iniziato a farsi
conoscere anche al pubblico italiano. Non solo grazie al suo pigmalione chitarristico
e agli album che ne sono derivati (su tutti Don't Explain del 2011), ma
soprattutto per merito di un disco (il discreto Bang Bang Boom Boom) omaggiato
da parecchi passaggi radiofonici anche sulle nostre radio, solitamente
insensibili alle metriche del rock blues. Better Than Home è probabilmente
il disco della definitiva affermazione (mi riferisco al mercato italiano: negli
States la Hart è stata da poco applaudita financo da Obama) e quello che forse
meglio rappresenta il mostruoso talento vocale della cantante. Dieci canzoni
(undici nella edizione deluxe) in cui la Hart si muove nei terreni a lei
più congeniali del soul e del r'n'b. Grande produzione, un pugno di ottimi
sessionisti (Larry Campbell alla chitarra è una garanzia) e una serie di ballatoni
che trasudano negritudine da tutti i pori. Uniche eccezioni, il pepato memphis
sound dell'iniziale Might As Well Smile e la grintosa Trouble, con il suo bel
riff di matrice rock blues. Negli altri nove episodi la Hart mantiene i ritmi
bassi, si affida prevalentemente al pianoforte e a strumenti acustici, e ci
regala momenti di altissimo pathos con alcune delle canzoni più riuscite dai
tempi di Immortal (splendide la title track, The Mood That I Am e Mechanical
Heart). Tuttavia, quello che inevitabilmente colpisce l'orecchio
dell'ascoltatore è la straordinaria performance vocale della Hart che, al di là
di abusati, ancorché motivati, paragoni con il mito Janis Joplin, ha finalmente
raggiunto quella maturità espressiva e quella misura che cercava da anni.
A parte un paio di episodi non molto centrati ed eccessivamente sovraccarichi
di melassa (St. Teresa e We're Still Living In The City), Better Than Home è un
disco assai riuscito, con cui la Hart, pur esprimendosi attraverso chichè
di genere, si conferma buona autrice e, non ci sarebbe nemmeno bisogno di
ribadirlo, una delle voci più graffianti ed espressive del panorama rock
statunitense.
VOTO: 7
Blackswan, giovedì 21/05/2015
10 commenti:
Tu sei un esperto "all'ultima nota"e
scrivi "discreto Bang Bang Boom Boom"
Ne parlammo a suo tempo.
Per me un pezzo indimenticabile che ascolto ancora spesso.
Cristiana
grandissima Beth :)
per me la migliore voce femminile in circolazione e tra le migliori della storia.......
non sono obiettivo sono in adorazione, lo so!!!
Gran voce e poi donna chiaramente dominante.
Vera ape regina.
Anche se un paio di sere fa ho visto su Rai5 dal vivo la straordinaria e bellissima Joss Stone e....oh ragazzi!
@ Cris: ricordo. Tra l'altro, io nemmeno sapevo che quel disco fosse uscito :) La ragazza, però, ha fatto cose migliori.:)
@ Offhegoes: indubbiamente una delle migliori voci in circolazione, almeno per quanto riguarda l'ambito più squisitamente rock blues.Prova ad ascoltarti Mahalia Barnes: ne rimarrai favorevolmente stupito.
@ Ezzelino: Grande voce anche Joss Stone;tuttavia, diversamente da Beth Hart, non riesce mai a uscire da un ambito mainstream un pò troppo banale. Almeno per i miei gusti.
Mahalia la sto ascoltando heavy rotation da una settimana adesso la alterno con Beth :)))) che goduria ragazzi et @ ezzelino....w le apiregine dominanti ;)))
@blackswan....questo si che si avvicina molto a immortal....altro che 7, almeno un 8 .....8 emezzo!!
@ Offhegoes: 7 credo sia il voto giusto. Un buon disco, cantato ottimamente, con qualche canzone troppo fm e una scrittura incisiva, ma un pò troppo di maniera. Opinione personale.:)
guarda, io stavolta vado controcorrente...grande voce, indubbiamente, però proprio non mi sono mai piaciuti gli urlatori e non riesco, conseguentemente, a farmi piacere Beth Hart...pensa, mi vergogno a scriverlo, ma dopo un paio di canzoni non ce la faccio...però Larry Campbell...
@Ale: concordo con te. Pero', come ho scritto, in questo disco ha trovato la misuca che in altre occasioni non aveva.
Misura
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