Chissà se Renzi ha vinto almeno alla Playstation... |
Dopo quasi vent’anni di
militanza tra le fila della sinistra più radicale, questa mattina mi sono
ritrovato a compiacermi per le vittorie di Toti in Liguria e di Zaia (er
pomata) in Veneto. Toti e Zaia, porca putrella. Due insignificanti mestieranti
della politica nostrana, che hanno come unico merito quello di essere meno
indigesti dell’obbrobrio rappresentato dalle candidature di Raffaella Paita
(che da questo momento in poi probabilmente si preoccuperà in modo esclusivo
delle proprie pendenze penali) e di Alessandra Moretti (asfaltata e doppiata dalle
armate leghiste nel suo Veneto). Mi vien da piangere e da ridere. Da piangere perché,
salvo alcuni rari casi (Emiliano in Puglia e Casson a Venezia) la sinistra
italiana (sempre ammesso che si voglia parlare di sinistra a proposito del Pd)
non ha saputo rinnovarsi ed è qualitativamente ferma alla logica della faccia
carina e del solito ripugnante clientelismo (le candidature della Paita e di De
Luca sono un rutto in faccia alla legalità). Da ridere, perché dopo solo un
anno e poco più, il renzismo sembra aver già imboccato il viale del tramonto.
Il Pd, infatti, esce numericamente dimezzato dopo il tanto sbandierato 41% ottenuto
nella scorsa tornata elettorale europea. Certo, il contesto era diverso e anche
il numero deli elettori chiamati alle urne: ma, a parità di astensionismo, le
cinque regioni conquistate dai dem, hanno il sapore amaro di una vittoria di
Pirro, visto che il consenso a livello nazionale è sceso al 22% e spiccioli.
Renzi ha pagato la protervia con cui ha gestito il caso De Luca, e le porcate
dell’Italicum e della riforma della scuola, ma soprattutto non ha pagato gli 80
Euro, con cui aveva blandito e abbindolato gli elettori alle scorse Europee. Se
Atene piange, però Sparta non ride: a parte la vittoria di Toti in Liguria, Forza
Italia scende a percentuali da prefisso telefonico, tanto che il povero e
bollito Berlusconi (che sbaglia comizio elettorale e, a Segrate, si ritrova a
fare un bizzarro endorsement per il candidato del centro-sinistra) ormai fa
quasi tenerezza. Vincono la Lega, che Salvini ha saputo strappare dal baratro
degli scandali con una martellante e becera campagna mediatica (dicono parli
alla pancia degli italiani, ma secondo me interloquisce con qualcos’altro, posto
più in basso e a retro) e il Movimento 5 Stelle, che oltre ad avere candidati
puliti e preparati, ha saputo liberarsi finalmente dalla zavorra rappresentata
dal duo Grillo – Casaleggio. Vero trionfatore di questa elezione è però
nuovamente l’astensionismo, che viaggia ormai su percentuali bulgare del 50%,
fidelizzando la metà dell’elettorato italiano. Un tema, questo, su cui la
nostra classe politica si soffermerebbe con molta attenzione, se avesse a cuore
gli interessi del paese e non le poltrone con annesso vitalizio. Per il
momento, quindi, accontentiamoci di veder spiaggiata la balena bianca delle
truppe renzian-berlusconiane, in attesa, alla prima occasione, di mandarli a
casa tutti. Definitivamente.
Blackswan, lunedì 01/06/2015
3 commenti:
con ansia lo aspetto quel momento,con ansia.
Aspetto anch'io quel momento. Anzi, mandateli tutti a casa mia: un'ideuccia su come "impiegarli" ce l'ho..
Devo ammettere che vedere Renzolino con le orecchie basse è stato proprio bello.
Non ne gioisco più di tanto perchè in questo paese si è sempre andati peggiorando e quindi mi aspetto di tutto.
Però se non altro la spocchia del putto fiorentino è stata punita.
Che nel breve era la cosa più importante.
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