Operazione nostalgia, parte seconda. La famiglia
Blasters, ovvero Dave e Phil Alvin, finalmente riappacificatisi dopo anni di
sfanculamenti, tornano con il seguito di Common Ground, splendido disco
datato 2014, santificato peraltro da una nomination ai Grammy Awards. Ancora
uno sguardo al passato, ancora tanti ricordi da tirare fuori dal
cassetto, ancora un volo d'uccello su quei dischi e quegli artisti che hanno
costituito il background musicale dei fratellini californiani. Questa volta,
però, la rilettura del passato è più eterogenea: non più un solo autore (in
Common Ground il protagonista assoluto era il leggendario Big Bill Broonzy) ma
una scaletta che coinvolge diversi musicisti blues e rhythm and blues, che Dave
e Phil reinterpretano con il loro cadenzato passo roots rock. A farla da
padrone è soprattutto Big Joe Turner, il grande bluesman del Missouri, coi
quali i Blasters suonarono quasi quant'anni fa, prima di diventare i Blasters
come li conosciamo ora. Tre brani, Cherry Red Blue, Wee Baby Blues e
Feeling Happy (tiratissima), lucidati a nuovo, senza tuttavia perdere di vista
l'approccio filologico. C'è spazio anche per un super classico a firma Willie
Dixon (il boogie di Sit Down Baby), una reinterpretazione gagliarda di
Please Please Please di James Brown (forse il brano migliore del disco) e
alcune canzoni acustiche, tra cui spunta una cover da brividi di If You
See My Savior del reverendo Thomas A Dorsey. Lost Time, come già lo è stato
Common Ground, è un piccolo manuale di storia, un vademecum sugli ascolti
di formazione che hanno segnato il suono di uno dei gruppi americani più
importanti degli anni'80 (oltre che le successive carriere dei fratelli
Alvin). Un tuffo in un fiume di nostalgia, in cui il cesello artigianale degli
strumenti va di pari passo a un coinvolgimento commosso, ma mai invasivo.
Tutto molto bello, per carità, però adesso mi piacerebbe tanto
ascoltare i fratelli Alvin in un disco di canzoni originali. Chissà: magari è il prossimo.
VOTO: 7
Blackswan, giovedì 08/10/2015
1 commento:
...e allora aspettiamo il prossimo!
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