E’ passato giusto un anno
da quando, a fine 2014, era uscito Live At Raimbow 1974, doppio cd live (e dvd)
che celebrava il quarantennale di un paio di serate straordinarie tenute da un
gruppo che, allora, era ancora lontano dall’essere la bomba commerciale che infiammerà
gli anni ’80. Il mese scorso, sarà come sempre l’avvicinarsi del Natale a giustificare
certe operazioni, esce un altro live che fotografa la band in quel periodo di assoluto
fulgore. Cd (o vinile), ma anche in questo caso, dvd (il live act fu mandato in
diretta dalla BBC la notte del 24 dicembre), nel quale oltre alle immagini del
concerto troverete anche un documentario, Looking Back At The Odeon, e
altri tre brani registrati in Giappone. Il materiale è più o meno quello che
potete ascoltare sul precedente live (A Night At The Opera è appena uscito, ma
qui compaiono solo Bohemian Rapsody e God Save The Queen), ma è evidente che, anche
a distanza di un solo anno, la band è ancora più in palla e più affiatata. Lo
standard della performance è altissimo e i quattro sono, come si suol dire in
questi casi, in una serata di grazia. Se Mercury è istrionico, ma evita
accuratamente di gigioneggiare, e Deacon e Taylor iniettano nel live una dose
di anfetamina difficile da metabolizzare in una volta sola, la parte del
protagonista assoluto la fa però Brian May, muscolare alla bisogna (il live ha
un potentissimo taglio hard) ma capace di tecnica sopraffina e velocità
iperstellare (il solo di chitarra eseguito a metà concerto è una vera e propria
delizia per inventiva e fantasia). Il lavoro di rimasterizzazione è pazzesco e
la qualità sonora è pertanto ottima; tuttavia, alla fine, come sempre, sono le
canzoni a fare la differenza: la prima esecuzione dal vivo di Bohemian Rapsody,
un travolgente medley rock and roll che prende spunto da Jailhouse Rock di
Presley, alcune straordinarie versioni di grandi classici (su tutte, White
Queen). In definitiva, questo Live At The Odeon è l’ennesima grande prova di
una band che, ai tempi, era in grado di spaccare il mondo e volare altissima,
grazie a un trasporto e una potenza, che il tempo finirà per canalizzare in un
suono più mainstream, e a qualità tecniche eccelse, queste si, rimaste immutate
anche nei successivi quindici anni di carriera. E, aggiungo una personalissima
considerazione, di fronte a tanta genuina urgenza vien da pensare a questi
quattro ragazzi come astronauti che, abbagliati dal fulgore delle stelle,
decisero poi di viaggiare in treno. In prima classe, certo, ma ben lontani dal
cielo.
VOTO:
8,5
Blackswan, mercoledì 16/12/2015
2 commenti:
commossa :')
@ Sally: egià: mica pizza e fichi :)
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