Josiah & The Bonnevilles è un terzetto composto da
Josiah, leader della band, cantante e chitarrista, Joshua Nyback, bassista, e
Stephen Johnson, chitarrista. Arrivano da Morristown (Tennesse) e, a voler
usare un termine che va molto di moda sulle riviste specializzate, sono una
delle new sensations del recentissimo panorama americano. Hanno da poco
pubblicato Cold Blood, il loro Ep d'esordio, co-prodotto e mixato da Dave
Way (Fiona Apple, Macy Gray, Paul McCartney), e la stampa statunitense sta già
tessendone le lodi. In attesa del primo full lenght, che la Vagrant, casa
discografica che li ha lanciati, ha annunciato come imminente, vi consiglio di
ascoltare con attenzione questo breve ma interessantissimo anticipo. Sono solo
quattro canzoni, per una durata complessiva di circa tredici minuti, ma c'è più
di un motivo per drizzare le antenne e essere favorevolmente colpiti dal lavoro
fatto. Il genere frequentato, come dicevano, è quello dell'Americana, e la band
cita come artisti che l'hanno influenzata Ryan Adams, Conor Oberst, Father John
Misty, Gram Parsons e Bob Dylan. Le canzoni, però, suonano più vicine al pop
che a sonorità marcatamente roots, e ciò, soprattutto quando si hanno
ottime intuizioni compositive, non è necessariamente un male. Anzi. La
title track, ad esempio, è un singolo dalla melodia killer e dalle
atmosfere rilassate e malinconiche, che ricordano da vicino quelle
contenute nell'ultimo album dei The Pines; Can You Hear It, con la chitarra
acustica, l'armonica in sottofondo e i ricami di pianoforte a
sostegno, fa venire in mente un Dylan meno aspro e più pop; Lie With Me è un
altro pezzo molto melodico, che sarebbe riconducibile ai primi Coldplay, se non
ci fosse una bella armonica a dare un tocco clamorosamente a stelle e strisce;
e per finire, Long Gone, la più americana del lotto, chitarra acustica,
pochi accordi di pianoforte, voce e cuore in mano, per un altro brano alla
The Pines. Un ottimo esordio, dunque, che potete acquistare alla modica somma
di Euro 2,99 sulla piattaforma iTunes. Da tenere d'occhio.
VOTO: 7
Blackswan, martedì 17/05/2016
3 commenti:
Il "battersista" credevo fosse una figura mitica, metà Keith Moon e metà Bill Wyman, che nessuno aveva mai visto, ed invece eccolo quà, in carne ed ossa.
Ho apprezzato l'assolo di chitarra: breve, ma appropriato. Perfettamente inserito nel contesto, non banale.
Considerato che, in questo genere, non c'è praticamente più nulla da inventare, si trovano soddisfazioni nei particolari.
Un abbraccio.
@ Granduca: ame continua a piacere molto questa musica, che non ha nulla da inventare, è vero, ma continua a essere fatta con onestà. Sti ragazzi, mi sembrano davvero bravi.
Un abbraccio
Nick
sono in cuffia ;)
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