Chitarrista, art director, ingegnere del suono, Reine
Fiske è uno di quegli artisti a tutto tondo, divorati da un'irrefrenabile
creatività. Quarantaquattro anni, sulle scene ormai da più di un ventennio, il
musicista originario di Saltsjo-Boo è da anni il prezzemolo che insaporisce la
scena (prog) rock svedese. La collaborazione più nota è senz'altro quella con i
Motorpsycho, il progetto più stabile è quello con i Dungen, ma ha collaborato
anche con Anna Jarvinen, negli anni '90 ha fondato i Lanberk e i Paatoos, e ha
militato nei Morte Macabre e negli Elephant9. Questo per raccontare solo alcune
delle esperienze vissute da Fiske. La sua più riuscita, probabilmente, sono
però i The Amazing, che arrivano oggi al loro quarto album in studio (quinto,
se si considera un Ep pubblicato nel 2010). Ambulance, un titolo e un programma,
porta a compimento il percorso intrapreso dalla band a partire dal 2009 e
risulta, fuori di dubbio, il miglior disco degli Amazing (e probabilmente uno
dei migliori dell'intera produzione di Fiske). Il folk rock ombroso e
nostalgico dei dischi precedenti si è trasformato, ha raggiunto una maturità e
una coerenza espressiva che prima solo si intravvedeva. Ambulance è un disco
che si muove nell'alveo di un fiume di languori malinconici, che convoglia
tristezze, soundscapes in chiaro-scuro, esitanti contemplazioni,
solitudini e rimpianti. L'andamento prevalentemente narcotizzante e
confidenziale richiama, di certo, Mark Kozelek e i suoi Red House Painters, ma
i riferimenti che giungono alle nostre orecchie sono molteplici: impossibile,
infatti, non individuare sottotraccia una sottile linea "gotica"
che riconduce ai Cure (ascoltare la title track), così come sono evidenti echi post rock (i sette
minuti di Tracks chiamano in causa i Mogway) o cifre sonore molto vicine
allo shoegaze (Floating). Il tutto per tre quarti d'ora di musica non
d'immediata assimilazione, ma capace di suscitare nell'ascoltatore più
malinconico innumerevoli suggestioni.
VOTO: 7,5
Blackswan, giovedì 25/08/2016
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