Proprio sul
filo del traguardo di questo 2016 quasi concluso, arriva un disco ricorderemo
fra le cose più belle ascoltate durante l’anno. Lui si chiama Dan Layus ed è un
personaggio noto a tutti gli appassionati di americana per essere (o essere
stato) il leader degli Augustana. Formatesi a San Diego (California) nel 2003,
gli Augustana hanno pubblicato, via Epic Records, tre Ep e tre full lenght (il
primo dei quali prodotto da Brendan O’Brein), con la classica formazione “voce,
chitarra, basso, batteria e tastiere”. Poi, qualcosa è successo, e il gruppo ha
subito una vera e propria diaspora, rimanendo in mano al solo Layus, che l’ha
trasformato in una "one man band". Consapevole di continuare a scrivere musica
sotto l’egida di un combo ormai, nei fatti, disciolto, Layus ha deciso di proseguire la propria carriera utilizzando il nome di battesimo. Il primo disco del
nuovo corso è proprio questo Dangerous Things, prodotto in condominio con
Rich Egan (fondatore della Vagrant Records) e che vede la collaborazione a
fianco di Layus di Dan Dugmore alla steel guitar (Linda Ronstadt, James Taylor,
Stevie Nicks), Anne Buckle e Kelly Aus (entrambe violiniste) e le Secret
Sisters, al secolo Laura e Lydia Rogers, nuove stelline del country, già nelle
grazie dei produttori Dave Cobb e T-Bone Burnett. Protagonista del disco
rimane, però, Dan Layus, che si alterna alla chitarra e al pianoforte
in undici canzoni acustiche, scarne e dolcemente malinconiche. Un disco di
ballate, dunque, il cui filo conduttore è quello di un’americana ricca di
sfumature, sia per la voce potente e duttile del protagonista, sia per la
capacità del songwriting di colorarsi ora di accenti gospel (l’eccellente Four
Rings e Let Me Lose You) e soul (la conclusiva Nightbird), ora di evaporare in
visioni cinematografiche che evocano spazi aperti e strade perse nel nulla (Driveway). In
scaletta, ci sono anche un paio di brani dal grande potenziale rock: nonostante
la veste acustica, Destroyer e Fell In Love On A Beach, infatti, sono due
straordinarie canzoni che potrebbero entrare tranquillamente nel repertorio di
Springsteen e che corroborate da un paio di chitarre elettriche sarebbero in
grado di far cantare uno stadio intero. Da citare anche Enough For You, il
brano più intimista del lotto, che vede unici protagonisti Dan Layus e la sua
sei corde. Non tragga, però, in inganno l’apparente semplicità del disco,
perchè Dangerous Things, nonostante i suoi arrangiamenti scarni ma incisivi, è in grado di creare e sviluppare numerose stratificazioni emotive. Struggente e
bellissimo.
VOTO: 8
Blackswan, giovedì 22/12/2016
1 commento:
finalmente un bel disco
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