Holding On è la seconda pubblicazione
uscita nel 2016 per celebrare quello che sarebbe dovuto essere il cinquantesimo
compleanno del chitarrista originario di Toronto. E probabilmente, sarà anche l’ultima,
visto che gli archivi, almeno per quanto riguarda gli inediti, sono stati
svuotati per intero. In realtà, in questo ultimo disco, di brani originali e
mai pubblicati ce ne sono solo cinque (tutti registrati nel periodo che va dal
1996 al 1998), e il restante materiale è, invece, tratto da un concerto tenuto
da Healey a Oslo, in Norvegia, nel 1999. I brani in studio, a essere sinceri,
non sono di grande interesse, e dimostrano per l’ennesima volta che il
chitarrista canadese, sotto il profilo compositivo, aveva una penna buona ma
non eccellente. A parte, infatti, l’inutile Cniblues, un bozzetto strumentale che
dura poco più di un minuto, il resto del materiale mai pubblicato prima si
muove nei territori di un rock blues abbastanza convenzionale, suonato con la
classica forma del power trio, con Healey alla chitarra, Joe Rockman al basso e
Tom Sthephen alla batteria. Decisamente meglio il live, che era già stato
allegato alla costosa deluxe edition di Heal My Soul, e ora, invece, vede la
luce in questa formula di gran lunga meno dispendiosa. In scaletta, dieci
canzoni eseguite con grande piglio, che dimostrano, se mai ce ne fosse bisogno,
la potenza di suono e la tecnica straordinaria che Healey sapeva sprigionare
ogni volta che saliva sul palco. Non siamo ai livelli di Live At Grossman’s
(live del 1994 pubblicato postumo nel 2011), ma anche in questo caso i motivi
per sfregarsi le mani non mancano. Sono, senza ombra di dubbio, da citare, come
autentiche gemme per collezionisti, una grande versione di Dust My Broom di Elmore
James, con la slide in bella evidenza, l’immancabile Yer Blues tratta dal
repertorio dei Beatles e vero cavallo di battaglia delle performance del
canadese, e soprattutto il medley divertito e riuscitissimo fra Stuck In The
Middle With You degli Stealers Wheel e Tequila dei The Champs, nel quale
vengono peraltro omaggiati anche gli Stones. Se, dunque, la parte in studio è
tutt’altro che memorabile, la parte live del cd è di ottimo livello e ci
riporta alla memoria l’ennesima grande serata di una delle chitarre più
ispirate del panorama rock blues di fine ‘900. Non solo per completisti.
VOTO: 7
Blackswan, lunedì 02/01/2017
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