"Tra Berlusconi e Di Maio, voterei
Berlusconi" (Eugenio Scalfari).
Eugenio Scalfari, venerabile fondatore del quotidiano
Repubblica, ha ammesso senza tante perifrasi di preferire l'ex Cavaliere a
Luigi Di Maio. Un endorsement in piena regola che ha il retrogusto (amaro) di
un colpo di spugna a vent'anni di leggi ad personam, conflitti di interessi e
di condotte inadeguate alle istituzioni. Come era prevedibile, l'affermazione
ha suscitato non pochi malumori e polemiche su vasta scala, tanto che Sua
Eminenza Eugenio è dovuto correre ai ripari per ridimensionare la dirompenza
della boutade. Peccato che il buco pare peggio della toppa. "Cari
lettori, non cadete nell'inganno di chi sfrutta una domanda paradossale per
sostenere che avrei cambiato posizione su Berlusconi: non l'ho mai votato e
ovviamente non lo voterò mai". Misunderstanding o no, Silvietto, come
in un racconto dei fratelli Grimm, da ranocchio si è trasformato in principe,
mentre Eugenio Scalfari, dapprima (finto) oppositore del sultano di Arcore,
pare avere cambiato maschera come Vitangelo Moscarda, il protagonista del
romanzo di Luigi Pirandello, "Uno, nessuno e centomila". Scalfari
rappresenta tutti quegli italiani dalla memoria corta che, come Moscarda,
indossano centomila maschere, una per ogni circostanza e secondo la
convenienza, vivendo la follia come unica via di scampo dalla paradossalità
della vita. Ma la situazione politica italiana non è un romanzo. Un paradosso,
sì. E se si arriva a pensare che scegliere Berlusconi rappresenti il male
minore, significa avere ineluttabilmente abdicato alla morale.
Cleopatra, lunedì 27/11/2017
3 commenti:
AL votare uno qualunque dei leader/partiti attuali o prestare anche solo loro attenzione preferisco di gran lunga camminare nei boschi o bere birra. Sono imbarazzanti. È praticamente impossibile formulare giudizi politici su questa gente.
La ri-proposizione di Berlusconi (ma già solo il pensarlo) come figura politica è surreale.La fa sembrare quasi normale il panorama desolante che lo circonda..Forse lui è quello che recita la parte meglio di tutti. Sono pienamente d'accordo con il commento di Andrea.
Esatto,
è la pochezza generale a rendere plausibile persino il ritorno di Berlusconi. Se hanno una chanche Renzi, Di Maio e Salvini non c'è motivo per cui non debba averne una anche lui.
E' competitivo, purtroppo.
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