mercoledì 3 gennaio 2018

I MIGLIORI DISCHI DEL 2017: LE SCELTE DEL KILLER (dalla 20 alla 11)








20. BETTE SMITH – JETLAGGER (Big Legal Mess, 2017)

Esuberante e selvaggia, Bette Smith sfodera un disco d’esordio senza compromessi, che colpisce come un uppercut in pieno mento: una voce che strattona e un suono ruvido e impetuoso, che Mathus cavalca e doma con una produzione coraggiosa e senza orpelli. Uno dei migliori esordi dell’anno.





 


19. BECCA STEVENS – REGINA (Ground Up Music, 2017)

Sono molti, infatti, gli aspetti che faranno fare il classico balzo sulla sedia a coloro che ama la musica di qualità. In primo luogo, una voce incredibile, per estensione e modulazione, capace di muoversi su diversi registri con una duttilità disarmante; e poi, la scrittura, con cui Becca prende le distanze dalla consueta formula canzone, per creare brani mai lineari, in cui efficacissime melodie pop si sposano con la raffinatezza della ballata jazzy, con le radici di un folk suonato in punta di plettro e con una strumentazione anomala, che vede protagonisti il charango (strumento a corde utilizzato nella musica popolare sudamericana) e l’ukulele.


18. NICOLE ATKINS – GOODBYE RHONDA LEE (Single Lock Records, 2017)

Goodnight Rhonda Lee non e' solo un ritorno in grande stile ma, e' fuori di dubbio, suona come il miglior disco di Nicole in assoluto. In queste undici canzoni confluisce l'amore (rectius: venerazione) per il lume tutelare Roy Orbison (A Little Crazy, la title track), la capacita' di maneggiare il piu' classico funky soul con arrangiamenti tanto originali da far pensare a Laura Nyro (Darkness Falls So Quiet, Listen Up), di metterci il cuore in mano con ballate al caramello (Colors), di scivolare leggera sul velluto jazzy di torch songs sussurrate nel cuore della notte (A Night Of Serious Drinking), di distillare gocce di autentica gioia con le pallettes glamour dell'irresistibile groove di Sleepwalking


17. JADE JACKSON – GILDED (Anti, 2017)

Etichettata un po’ frettolosamente sotto il genere country, quest’opera prima è, invece, un riuscito disco di pop-rock che, mi prendo un azzardo, potrebbe far pensare a un album dei Cranberries (No Need To Argue?) che invece di bere Guinness al pub, preferiscono carburare con Budweiser e Bourbon. Sarà che il cantato altalenante della Jackson ricorda quello di Dolores O’riordan, anche se poi il timbro scorbutico e la pronuncia un po’ strascicata fanno pensare a Lucinda Williams; o sarà che tutto il disco gioca sull’interplay fra chitarre acustiche ed elettriche, che innescano melodie irresistibili o liberano grintosi riff di chitarra, su cui si sente la mano ruvida di Mike Ness. Sarà quel che volete, ma l’ombra della band irlandese aleggia su tutto l’album, a partire da Aden, opener pop (rock) e perfetta radio song, e a chiudere con il rock (pop) di Better Off, due brani che sigillano una scaletta in cui prevale la ballata (l’arioso folk di Back When, il blues sgranato dell’ottima Bridges) ma che contiene anche qualche brano più energico, come la graffiante e punk oriented Good Time Gone, che si chiude con la batteria in up tempo  e un vibrante assolo di chitarra portato in eredità dai Social Distortion.


16. SUNNY SWEENEY – TROPHY (Aunt Daddy Records, 2017)

Trophy è un disco senza cedimenti, che nobilita la grande tradizione roots, esibendo nel contempo una modernità e una freschezza di songwriting davvero inusuali. Alla Sweeney non manca nulla per essere annoverata tra le migliori artiste country in circolazione, se non forse l’album dall’eclatante riscontro mediatico, che la conduca definitivamente fuori dai confini della scena texana, imponendone il nome a livello nazionale. Con questo nuovo e azzeccatissimo Trophy, potrebbe esserci riuscita.






15. LEE ANN WOMACK – THE LONELY, THE LONESOME & THE GONE (Ato Records, 2017)

Oggi, la Womack pare essere tornata sui suoi passi, ricominciando a percorrere i sentieri di un’Americana più complessa nella struttura e, come si capisce da questo nuovo The Lonely, The Lonesome & The Gone, attraversata da crepuscolari umori soulA parere di chi scrive, ma credo la differenza la si possa cogliere ascoltando in sequenza cronologica gli album fin qui citati, questa nuova stagione creativa ci consegna un’interprete e una songwriter al top della propria maturità artistica, tanto che questo nuovo full lenght può tranquillamente definirsi il migliore mai rilasciato dalla Womack.




14. SAMANTHA FISH – BELLE OF THE WEST (Ruf, 2017)

La Fish ha messo da parte la sua chitarra elettrica e i suoi viscerali assoli per abbracciare il suono del territorio, ma non ha perso un briciolo né di passione né di potenza. Impossibile, allora, non essere travolti dalla piena di Cowtown, funky blues che gira dalle parti dei North Mississippi Allstars, o dal beat inesorabile di Poor Black Mattie, bluesaccio assassino preso in prestito dal repertorio di R.L. Burnside e cantato in duetto con Lightnin’ Malcom. La Fish, però, sa anche toccare le corde del cuore, inanellando tre ballate al limitare della notte: gli struggimenti d’amore raccontati in Nearing Home, cantata in duetto con Lillie Mae, il malinconico dark swamp di Daughters, quadro a tinte fosche di disperazione famigliare, e il passo spettrale di Don’t Say You Love Me, canzone disturbata dall’ossessionante violino della Mae. Da citare, poi, anche il country millesimato della title track, a dimostrazione di quanto sia versatile il songwriter di Samantha Fish, un’artista che in un anno ha piazzato un uno-due da k.o., dimostrando di aver avuto la forza di uscire dai confini di genere (rock blues) entro i quali si muoveva a inizio carriera, e grazie a passione, entusiasmo ed energia giovanile, aver liberato una creatività che, è più una certezza che un auspicio, la può portare ovunque.






13. NIKKI LANE – HIGHWAY QUEEN (New West, 2017)

Il countrypolitan grezzo e vagamente retrò e gli elementi roots che informavano il precedente lavoro prodotto da Auerbach, in Highway Queen vengono decisamente levigati e hanno un evidente ruolo di contorno. Eppure, quando parte l’irresistibile Jackpot, primo singolo tratto dall’album, e la Lane grida a squarciagola Viva Las Vegas! raccontando una notte passata giocando alle slot machine e seducendo ragazzi, torna a divampare quella fiamma che aveva reso leggendaria Emmylou Harris e la sua Hot Band. Highway Queen, dunque, ci restituisce un artista in gran forma ma evidentemente alla ricerca di una nuova identità. Se i precedenti lavori erano valsi alla Lane un successo a dir poco inaspettato e una notevole visibilità in ambito country, oggi, la cantautrice del South Carolina si rivolge a un pubblico più ampio, portando in dote il suo retroterra ma imboccando anche strade diverse. Possa piacere o meno questo cambio di rotta, il risultato finale è però un disco vario, divertente e ricco di suggestioni.


12. LOW CUT CONNIE – DIRTY PICTURES VOL. 1 (Contender, 2017)

Registrato presso gli Ardent Studios di Memphis, Dirty Pictures è un disco è un disco breve (dura poco più di mezz’ora) ma che riesce a dire tutto ciò che si è prefissato, centrando perfettamente l’obbiettivo, senza fronzoli e inutili fillers. Si parte con Revolution Rock’n’Roll che, ha dispetto del titolo, è invece un brano venato di gospel con un ritornello furbissimo che acchiappa fin dal primo ascolto. Dirty Water e Death And Destruction confermano la nomea di rock’n’roll band dei Low Cut Connie e rileggono con piglio sbarazzino quella musica che proprio a Memphis era nata tanti anni fa. Il disco trabocca, poi, di citazioni, a volte al limite del plagio, ma proposte con una sfrontatezza guascona che rende tutto credibile. Il riff rock blues di Love Life è il figliastro funky coloured di Cocaine, versione Eric Clapton; Am I Wrong? fa clamorosamente il verso agli Animals di We Gotta Get Out Of This Place mentre il funkettino di Controversy sembra uscita da un disco degli INXS. C’è ancora spazio per la conclusiva What Size Shoe presa di distanza dalle politiche estere degli States (Ain't this the United States/Ain't this the home of the brave?) e Montreal, ballata per pianoforte che ha fra i suoi parenti stretti Thirteen dei Big Star (che guarda caso, proprio agli Ardent Studios di Memphis hanno scritto pagine immortali).


11. RON GALLO – HEAVY META (New West, 2017)

La miscela è esplosiva: punk’n’roll, garage, brit pop e generose pennellate di glam rock. Per intenderci è come se i primi Arctic Monkeys suonassero il repertorio dei T-Rex. La produzione è pressoché perfetta e si percepisce una compattezza stilistica, non certo riferibile a un esordiente, ma a chi ha già creato un suono ben identificabile, solido e urticante. Un esordio ribollente, in cui i momenti topici si sprecano, come nel garage 3.0 di Puts The Kids To Bed, nel mid – tempo rock di Poor Traits Of The Artist, nella ballata beatlesiana in quota Lennon di Can’t Stand You o nelle schitarrate glam della magnifica Young Lady, You Scaring Me. A chiosa del disco, arriva All The Punks Are Domesticated, una ballata che è già un istant classic, un pezzo che odora di leggenda fin dalle prime note, con cui Gallo si sofferma con sarcasmo sullo stato dell’arte dell’attuale movimento punk rock (“All the rock stars are behind the bar/ serving computers with acoustic guitars/ It’s a travesty”). Heavy Meta non è solo un esordio fulminante ma anche un disco che è davvero impossibile togliere dal lettore.





Blackswan, mercoledì 03/01/2017

4 commenti:

Lucien ha detto...

Girls Power!! Vincono 9 a 1 :)
Aspetto la seconda parte per qualche altro spunto e intanto ti consiglio questa musicista argentina, per me strepitosa: Juana Molina (Halo è l'album del 2017).

youtu.be/5XcrCSDQKII

Blackswan ha detto...

@ Lucien: effettivamente si, molto donne nella mia top twenty. E ce ne saranno ancora. Mi annoto la segnalazione e vado subito ad ascoltare. Grazie! :)

manu ha detto...

Hai bisogno di un prestito veloce?
A breve oa lungo termine con un tasso di interesse relativamente basso di
solo il 2%? Non puoi ottenere un prestito o un investitore? Hai cattivo credito? Se hai bisogno di un prestito veloce, contattaci
: manu.septiem@gmail.com

manu ha detto...

Hai bisogno di un prestito veloce?
A breve oa lungo termine con un tasso di interesse relativamente basso di
solo il 2%? Non puoi ottenere un prestito o un investitore? Hai cattivo credito? Se hai bisogno di un prestito veloce, contattaci
: manu.septiem@gmail.com