"Chiamate
un medico!", twitta Matteo il Barbanera commentando le
parole pronunciate da Gentiloni a proposito della necessità per l'Italia di
avere immigrati, purchè con flussi regolari. Comunque la pensiate sull'annoso
problema immigrazione, ad avere necessità di un medico sono i leader dei
partiti, nessuno escluso, che in oltre 60 giorni dalle elezioni del 4 marzo,
hanno dato ampia dimostrazione di essere irrimediabilmente disorientati nel
tempo e nello spazio. Arroccati ciascuno in una tignosa e boriosa ostinazione,
si rimpallano responsabilità, accuse e insulti sui social come opposte
tifoserie. Più che l'abc della democrazia, i "giovani virgulti"
insistono nell'ignorare i fondamentali della politica: il dialogo, il
confronto, il compromesso e soprattutto il rispetto reciproco sono divenuti
ferri vecchi di una generazione in via di estinzione. Oggi si twitta, si
illustra una linea politica o un punto di vista su un blog o sulla pagina
Facebook. E ci si insulta con un clic. E' la tecnologia, bellezza, ma
anche il trionfo di un egotismo esasperato con la conseguenza che, più che la
costruzione, è lo stallo politico a essere il vero (e unico) punto di approdo
di lor signori. Qualcuno pare pure compiacersene, come Matteo da Rignano, l'unico
caso al mondo di dimissionario che comanda, quello dei furtivi sondaggi in
piazza, e che in spregio a ogni forma più elementare di confronto si esprime
non nell'ambito del partito ma dal pulpito di Rai1, come una star televisiva
che si rispetti. L'ex Premier nel solito delirio di onnipotenza si è professato
orgoglioso di avere evitato l'accordo con i 5 Stelle. Quando si dice avere
visione di insieme. Altro fulgido esempio di statista è Matteo il
Barbanera, l'uomo della Provvidenza che annuncia sfracelli, ma che pur di non
mollare il mentore Silvietto sarebbe disposto a governare persino con Elsa
Fornero. E che dire di Luigi Di Maio, capo di un movimento divenuto più che mai
partito? Luigi, quello dell'io, io, io. Lo stesso che insieme al partito
di cui è capo ha fatto dell'incoerenza la propria virtù.
Cleopatra, lunedì
07/05/2018
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