Quattro
dischi di hard rock super accattivante con lo sguardo puntato
direttamente agli anni ’70 è il bottino messo insieme fino a oggi dai
texani Blood Of The Sun, combo che trae evidente ispirazione, in primo
luogo, da grandi musicisti del passato quali Deep Purple, Mountain,
Humble Pie, Ted Nugent, Led Zeppelin, e chi più ne ha più ne metta. Un
suono decisamente retrò, su questo non ci piove, ma forgiato con una
tale determinazione e un tale entusiasmo da rendere le loro influenze
parte integrale e originale di una proposta coriacea e aggressiva, che
spazza via fin da subito ogni sospetto di copia incolla.
Fondata
da Henry Vasquez (batteria, ex Saint Vitus) e da Dave Gryder
(tastiere), la band ha perso negli anni alcuni dei suoi componenti
originali (oltre ai due citati è rimasto anche il bassista, Roger "Kip"
Yma) tutti sostituiti con musicisti che non hanno affatto indebolito la
line up degli esordi. Anzi, la band è tornata più incazzata che mai,
grazie al contributo di Sean Vargas (voce), che è arrivato poco dopo il
loro precedente album Burning on the Wings of Desire, e che si è
adattato perfettamente al mood della band grazie alla sua grintosa
estensione vocale. Non sono da meno i due nuovi chitarristi, Wyatt
Burton e Alex Johnson, entrati in scena intorno all'inizio del 2018 che hanno
aggiunto alla proposta alcuni elementi nuovi, più metal oriented, ma
assolutamente appropriati al suono dei Blood Of The Sun.
Il nuovo album Blood's Thicker Than Love è stato registrato a partire da inizio anno, con l’unica eccezione dell’opener Keep the Lemmy's Coming,
una sorta di Highway Star dedicata al grande Lemmy, e suonata da dei
Deep Purple strafatti di metanfetamine. Quella canzone, importante
biglietto da visita su cosa il combo intenda per hard rock anni ’70, ha
subito nel tempo qualche ritocco e messa a punto, quando i chitarristi
Wyatt Burton e Alex Johnson si sono uniti alla band.
Le
canzoni per questo disco, ogni dubbio svanisce dopo un primo ascolto,
sono state portante in studio di registrazione in embrione e sviluppate e
arricchite con lo stesso spirito che anima una jam session:
improvvisazione e strumenti sbrigliati, e minutaggio che, ovviamente,
sfora rispetto ai normali canoni della canzone. Lo racconta lo stesso
Henry Vasquez: ”Abbiamo iniziato a lavorare all’album a inizio
luglio, abbiamo registrato presso gli studi The Lair di Arlington, in
Texas, con il nostro chitarrista Alex Johnson che si occupava del suono.
L’approccio è stato diretto, senza fronzoli. Ci siamo trovati e abbiamo
iniziato a suonare le canzoni, con l’unico intento di rendere questo
disco un disco rock duro. Alex ha fatto un ottimo lavoro, per non parlar
e del solito superbo mix e mastering di Tony Reed (Mos Generator, Stone
Axe)".
Se Burning On The Wings Of Desire è stato maggiormente influenzato dal southern rock, Blood's Thicker Than Love
sfuma quelle influenze, ed è improntato a un crossover tra l’hard rock
anni ’70 e alcuni suoni più vicini a certo heavy metal britannico,
rappresentato da Motorhead, Riot e i primi Judas Priest.
Il
risultato è un discone classicissimo, con i pezzi che dispiegano la
loro durata per oltre i sei minuti, travolgendo l’ascoltatore con un
fiume in piena di riff tonitruanti, ritmiche martellanti (Henry Vasquez è
un vero assassino) e code strumentali in cui gli assoli (chitarre e
organo) si rincorrono allo stato brado senza soluzione di continuità.
Una corsa a rotta di collo per oltre quaranta minuti di musica
durissima, che vi lascerà sudati e senza fiato.
VOTO: 7
Blackswan, martedi' 23/10/2018
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