"Io adesso la dico. Lo so che ci rimanete male,
ma adesso la dico: dobbiamo chiedere scusa a Silvio Berlusconi. Perché rispetto
alle norme ad personam di Salvini, Berlusconi era un pischello".
L'ha detta, o meglio, l'ha sparata grossa il senatore
semplice di Scandicci. Dare del pischello a Silvietto e' come dire che Rocco
Siffredi e' un asceta. Qualcosa evidentemente stride. Che Salvini non fosse
proprio un soggetto in odore di santità lo sapevamo fin dalla notte dei tempi
ma affermare che l'ex Cavaliere sia un principiante e' davvero troppo.
Provocazione o meno, la considerazione e'
inaccettabile. Ma del resto, tutto torna. I due (Renzi e Berlusconi) si sono
sempre piaciuti: come dimenticare l'episodio in cui Matteone da sindaco di
Firenze si recò ad Arcore per un "vertice"con Silvietto o il patto
del Nazareno?
Dare del pischello all'ex Cavaliere significa
derubricare 20 anni di nefandezze. Non dimenticheremo, e non inizieremo di
certo ora, che Silvio e i suoi sodali hanno rappresentato plasticamente la decadenza
morale ed etica di questo Paese.
Non dimenticheremo le leggi ad personam, i condoni
fiscali, edilizi, le abrogazioni di norme di contrasto all'evasione fiscale,
l'abolizione dei tetti agli stipendi dei manager pubblici, i tagli alla scuola,
la mortificazione della cultura, il lodo Alfano, il legittimo impedimento, il
decreto salva Rete 4, Ruby e le Olgettine.
E molto altro, gaffes incluse. Se questo è un
pischello, da domani Barbablù potrà dirigere il Piccolo Coro dell'Antoniano.
Cleopatra, lunedì 03/12/2018
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