Secondo il
vicepremier Di Maio la Francia vanterebbe una tradizione democratica
millenaria. Svarione a parte, potremmo per analogia sostenere che altrettanto
millenaria sarebbe la sopportazione degli italiani. La pazienza ha un limite,
teoricamente. Tuttavia, la situazione politica pare voglia sottoporci a un test
quotidiano per verificare quale livello abbia raggiunto la sindrome del
born-out. Abbiamo sopportato stoicamente lo spettacolo indecoroso dei governi Berlusconi,
i bunga bunga, le cene eleganti, i lettoni di Putin, le Ruby, le Olgettine, le
barzellette, le corna nelle foto di gruppo e la patonza "che doveva
girare".
Ci siamo beccati i
Razzi, gli Angelini Alfano e i tunnel della Gelmini. Dal clima festaiolo di
Silvietto siamo passati al rigore siberiano di Mario Monti "mitigato"
dalle lacrimucce della professoressa Fornero per poi continuare alle
"imposizioni governative" di Sua Maestà Giorgio (Napolitano) con i
governi Letta, Renzi (Dio ce ne scampi!) e Gentiloni. Il supplizio di Tantalo
pareva giunto alla conclusione il 4 marzo dello scorso anno. Finalmente ci
imbattiamo in un premier che rappresenta l'espressione della volontà popolare.
Ci illudiamo per
un attimo di risalire la china ed ecco che di lì a poco ricadiamo nel baratro.
Compare all'orizzonte l'uomo della (bassa) Lega, il vicepremier dalla politica
becera, discriminatoria e sprezzante. Gli fa da contraltare l'altro compagno di
viaggio, piu' mite, ma non per questo meno ambizioso. Sembrano intendersi su
tutto o quasi, pur essendo in perenne campagna elettorale. E'un curioso e
insolito esecutivo in cui si fa pure opposizione ma possiamo dormire sonni
tranquilli: il contratto di governo e' la priorità assoluta per il bene del
Paese.
Ci crediamo ma solo
all'inizio. Poi, è quasi tutto un susseguirsi di colpi bassi, veleni,
compromessi, mezze verità, smentite e dirette sui social. E nel mentre il pil
si affloscia e il resto del mondo (Pd e dintorni) si arrovella in elucubrazioni
sterili sulla data del prossimo congresso. Ma non buttiamoci giù. Il premier
Conte ci ha rassicurato e io ci credo. Ci sono tutte le premesse per un 2019
bellissimo, ha affermato di recente. Dunque, mangiamo pane e Nutella e stiamo
sereni perché "non ci sveglieremo ogni mattina pensando a sto' buco
Torino-Lione". Parola di Conte, Salvini e Di Maio.
Cleopatra, lunedì
11/02/2019
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