lunedì 11 febbraio 2019

IL MEGLIO DEL PEGGIO




Secondo il vicepremier Di Maio la Francia vanterebbe una tradizione democratica millenaria. Svarione a parte, potremmo per analogia sostenere che altrettanto millenaria sarebbe la sopportazione degli italiani. La pazienza ha un limite, teoricamente. Tuttavia, la situazione politica pare voglia sottoporci a un test quotidiano per verificare quale livello abbia raggiunto la sindrome del born-out. Abbiamo sopportato stoicamente lo spettacolo indecoroso dei governi Berlusconi, i bunga bunga, le cene eleganti, i lettoni di Putin, le Ruby, le Olgettine, le barzellette, le corna nelle foto di gruppo e la patonza "che doveva girare".
Ci siamo beccati i Razzi, gli Angelini Alfano e i tunnel della Gelmini. Dal clima festaiolo di Silvietto siamo passati al rigore siberiano di Mario Monti "mitigato" dalle lacrimucce della professoressa Fornero per poi continuare alle "imposizioni governative" di Sua Maestà Giorgio (Napolitano) con i governi Letta, Renzi (Dio ce ne scampi!) e Gentiloni. Il supplizio di Tantalo pareva giunto alla conclusione il 4 marzo dello scorso anno. Finalmente ci imbattiamo in un premier che rappresenta l'espressione della volontà popolare.
Ci illudiamo per un attimo di risalire la china ed ecco che di lì a poco ricadiamo nel baratro. Compare all'orizzonte l'uomo della (bassa) Lega, il vicepremier dalla politica becera, discriminatoria e sprezzante. Gli fa da contraltare l'altro compagno di viaggio, piu' mite, ma non per questo meno ambizioso. Sembrano intendersi su tutto o quasi, pur essendo in perenne campagna elettorale. E'un curioso e insolito esecutivo in cui si fa pure opposizione ma possiamo dormire sonni tranquilli: il contratto di governo e' la priorità assoluta per il bene del Paese.
Ci crediamo ma solo all'inizio. Poi, è quasi tutto un susseguirsi di colpi bassi, veleni, compromessi, mezze verità, smentite e dirette sui social. E nel mentre il pil si affloscia e il resto del mondo (Pd e dintorni) si arrovella in elucubrazioni sterili sulla data del prossimo congresso. Ma non buttiamoci giù. Il premier Conte ci ha rassicurato e io ci credo. Ci sono tutte le premesse per un 2019 bellissimo, ha affermato di recente. Dunque, mangiamo pane e Nutella e stiamo sereni perché "non ci sveglieremo ogni mattina pensando a sto' buco Torino-Lione". Parola di Conte, Salvini e Di Maio.

Cleopatra, lunedì 11/02/2019

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