Ultima
arrivata in casa Ruf Records, grazie anche all’occhio lungo di Mike
Zito, qui in veste di produttore, è Katarina Pejak, giovane pianista
serba, ed ennesima testimonianza che, all’est, qualcosa di interessante,
in ambito blues rock, si sta muovendo (dalla Serbia arrivano anche Ana
Popovic e Vanja Sky).
Cantautrice
e pianista, Katarina, fin da giovanissima, ha sviluppato una grande
passione per la musica americana, filtrata attraverso la sua discendenza
balcanica e una formazione musicale classica.
Come
spesso accade, la passione per il rock, il country e il blues nasce
grazie ai vinili di papà, che nella casa di Belgrado possedeva una
cospicua discografia su cui la Pejak passava ore di ascolti. Ispirata a
Tom Waits, Bessie Smith, Norah Jones, Otis Spann, e forte dei suoi studi
classici, Katarina ha iniziato a scrivere canzoni e a esibirsi, fin
dall’adolescenza, nei blues club della sua città natale, oltre che in
altre città della Serbia.
Nel
gennaio 2011, ha iniziato i suoi studi di composizione musicale al
Berklee College of Music, dove è stata ammessa grazie a una borsa di
studio. Si è laureata a maggio 2014 e nel suo ultimo semestre ha vinto
il Songwriting Achievement Award, quale più talentuosa alunna della
scuola. Durante i suoi studi a Berklee, è stata istruita da personaggi
del calibro di Dave Limina (un lungo tastierista per la leggenda del
blues Ronnie Earl), Pat Pattison (un guru della scrittura lirica di fama
internazionale), Scarlet Keys (compositore e jingle writer), tutte
frequentazioni che le hanno permesso un decisivo salto di qualità. Ha
quindi pubblicato tre album nel suo paese d'origine, Perfume & Luck, nel 2010, First Hand Stories, nel 2012 e Old, New Borrowed and Blues, nel 2016, un mini album dal vivo registrato l’anno precedente.
Attualmente è residente tra Belgrado e Nashville, sua patria d’adozione, dove ha registrato questo Roads That Cross
(presso i Southern Ground Studios e i The Smoakstack Studios), quarto
album in carriera, il primo fuori dei confini nazionali, avvalendosi,
oltre che della produzione del grande Mike Zito, anche del contributo di
un gruppo di musicisti navigati, tra cui Laura Chavez (chitarra),
Lonnie Trevino (basso) e Damien Llanes (batteria).
Composto di undici canzoni, di cui nove brani originali e due cover (Sex Kills di Joni Mitchell e Turtle Blues di Janis Joplin), Roads That Cross
è un disco in cui sono, ovviamente, il pianoforte e le tastiere a
tessere le fila delle composizioni, a cui si aggiunge l’ottimo lavoro di
una backing band, elegante e volitiva, e la bella voce di Katarina, una
Norah Jones dal taglio leggermente più rock.
Il
disco è assai eterogeneo, Katarina ama spaziare fra generi, e non tutto
quello che si ascolta è spudoratamente blues, genere che resta comunque
il piatto forte del menù. In scaletta, infatti, troviamo il surf rock
dell’iniziale Nature Of My Blues, le atmosfere da club dell’ottima rilettura di Sex Kills, il divertito r’n’b di Cool Drifter, la sensualità country soul di Old Pain e il riff stonesiano di Chasing Summer.
Una versatilità che rende l’ascolto molto piacevole, anche se
inevitabilmente sorge il sospetto che la Pejak abbia voluto esibire
tutto il proprio repertorio, ma sia ancora alla ricerca di uno suo stile
definitivo. Anche se manca il colpo del ko, o la canzone destinata a
durare, questo esordio americano mette comunque in luce una musicista
assai interessante, il cui talento, c’è da scommetterci, finirà
inevitabilmente per emergere.
VOTO: 6,5
Blackswan, mercoledì 13/02/2019
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