lunedì 4 marzo 2019

IL MEGLIO DEL PEGGIO



"Chiunque vinca non dovrà temere da parte mia alcuna guerriglia come quella che io ho subito. Auguri ai tre candidati Martina, Zingaretti, Giachetti. Mi fa piacere che tutti e tre abbiano escluso accordi con i 5 Stelle e ritorni al passato". Il senatore Renzi perde il pelo ma non il vizio.
Quello di stare sempre con un piede fuori e con l'altro dentro a un brandello di partito, è cio' in cui si distingue a pieno titolo. Andrà a votare alle primarie del Pd. E ci mancherebbe altro. Peccato che scioglierà la riserva sul nome del "suo" prescelto solo dopo l'ufficializzazione dei risultati. Quando si dice essere un mattatore usque ad finem. Ironia a parte, Matteo mostra sincera vicinanza ai tre contendenti anche se l'augurio dell'ex premier ha sempre quel retrogusto dello "stai sereno" che tanto male fece al mite Letta.
Comunque la pensiate, nel Pd rottamato da Renzi, forte anche del recente tonfo elettorale dei 5 Stelle in Abruzzo e in Sardegna, si respira un'aria di forte complicità e di pace ritrovata. Paiono tutti meno accigliati del solito: a suggellare l'armonia rifiorita c'è senza dubbio il messaggio audio su Whatsapp di Matteo Richetti: "Martina può andare a cagare domattina". 
Una sbavatura ci può anche stare, tutto sommato. L'attesa dell'esito delle elezioni può mettere a dura prova i nervi dei più saggi. Dunque, le primarie sono tornate come le streghe. Un rito stanco e stiracchiato per un partito ormai ridotto a un bollito se non a un brasato. È il solito teatrino di maschere senza volti, degne di un museo degli orrori da fare invidia persino a quello di Kunst-Kamera di San Pietroburgo. Che vinca il peggiore!

Cleopatra, lunedì 04/03/2019

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