Life After
è un album mozzafiato con un messaggio molto chiaro: la speranza. Le
undici tracce che lo compongono sono le migliori che la band abbia mai
prodotto, piene del calore melodico e delle ricche trame che hanno fatto
guadagnare loro legioni di fan dalla sera alla mattina dopo l’uscita
del loro EP di debutto nel 2014.
Si
tratta di un album sulla perdita ma potrebbe anche essere un manuale su
come andare avanti più forti di prima. “Mentre sei ancora consapevole
dell’ignoto, puoi permettere a te stesso di sentirti pieno di speranza,
più forte e grato per quello che hai.”
“Martyr” è la terza traccia estratta da Life After,
e segue la lunga (sette minuti) “Heaven Up There” e la profondamente
ottimistica “No Other”. È un’altra traccia profondamente sincera di una
band che ha costruito una fan base di fedelissimi in tutto il mondo
grazie ai loro unici arrangiamenti agrodolci. Dopo aver provato i brani
nel loro studio di Tottenham, The Arch, i Palace si sono rivolti a
Catherine Marks (eletta nel 2018 produttore dell’anno in UK: St Vincent,
Wolf Alice, PJ Harvey) agli Assault & Battery studios, e Luke Smith
(Foals, Slow Club) ai Jump Studios per registrare l’album nell’estate
del 2018.
Leo
Wyndham, Matt Hodges e Rupert Turner sono amici dall’età di tredici
anni e hanno pubblicato l’acclamato EP “Lost In The Might” nel 2014,
seguito, l’anno successivo, da un altro EP, “Chase The Light”; l’album
di debutto “So Long Forever” risale al 2016. L’impatto di queste uscite
ha portato la band in lunghi tour e a calcare i palchi di festival
sempre più grandi, culminando in un tour sold-out del Regno Unito.
Blackswan, martedì 12/03/2019
2 commenti:
Ecco, Killer....questa è la mia musica ...fatela suonare quando morirò....
STRAORDINARIO ALBUM
C'è un piccolissimo eco di coldplay....a essere pignoli...
Posta un commento