lunedì 30 marzo 2020

IL MEGLIO DEL PEGGIO



“Nessuno si salva da solo”. Queste le parole struggenti pronunciate dal Pontefice durante la preghiera Urbis ed Orbis in una crepuscolare e tetra Piazza San Pietro. Solo il rumore cupo e metallico di una pioggia battente a fare da sottofondo. Sono suggestioni di un momento drammatico che segnerà il nostro percorso di vita. Se è vero che nessuno si salva da solo è altrettanto realistico che nessuno potrà salvarci da Matteo Salvini. Mi dolgo della considerazione prosaica, ma neppure in una avversità tanto tragica come questa, il Capitano Apri e Chiudi non ci risparmia le sue solite ricette salvacena per fronteggiare l’imprevisto. A parte il solito bla bla contro il governo e il Premier Conte, l’ex ministro dell’Interno non sembra perdere ne’ il pelo ne’ tantomeno il vizio. Nella solita veste di tracotante disturbatore del conducente, si agita in dirette su social e in trasmissioni televisive snocciolando ad minchiam numeri di morti, mascherine, tamponi e di “ve lo avevo detto”. Tra le tante drammatiche suggestioni con cui mi ritrovo a fare i conti in questi maledetti giorni, penso a cosa sarebbe accaduto se il felpato Matteo, dopo il colpo di sole ferragostano, fosse ora investito dei pieni poteri. 

Una sciagura apocalittica pari per gravità a quella di trovarci il senatore di Scandicci investito da qualche ruolo istituzionale di prestigio. Quando fa capolino l’uno (Salvini) ecco che in perfetto sincrono appare l’altro (Renzi) in ossequio al detto “marciare divisi per colpire uniti”. E tutto questo nel segno di una visibilità prepotente e arrogante. Nel pieno di una catastrofe quasi biblica per proporzione e diffusione, Renzi il Saggio, sull’onda di Beppe Sala nella versione iniziale del contagio, invoca ora la riapertura delle attività. “Dobbiamo convivere con il virus. La gente non può morire di fame in un’Italia ibernata per un altro mese. Serve attenzione, serve gradualità, serve il rispetto della distanza ma bisogna riaprire”. Peccato che proprio lui e i tanti che la pensano allo stesso modo non sono costretti a prendere il treno o la metropolitana per andare a lavorare alla catena di montaggio. È fin troppo facile atteggiarsi a soloni con i problemi altrui. L’unica spiegazione a un siffatto “slancio“ non è altro che “purché si parli di me,  comunque se ne parli, purché se ne parli”.

Cleopatra, lunedì 30/03/2020

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