Il leader lombardo dai “nuovi occhiali color pannolino”, Salvini,
non perde occasione per sparare nel mucchio. Un po’ per la crisi
evidente di consensi un po’ per quel piglio tignoso che si ritrova,
lungi dal mantenere un profilo basso sulla scellerata gestione
dell’emergenza sanitaria in Lombardia, punta il ditino verso i giudici
in difesa della Premiata Ditta Fontana&Gallera. I due giganti della
politica lombarda, quelli del “non abbiamo fatto errori”, sono stati
convocati in procura come persone informate sui fatti nell’ambito della
gestione sanitaria Covid. Un atto dovuto, certo, visti i disastrosi
risultati e il tragicissimo numero di morti, ma per il Capitano Apri e
Chiudi il silenzio non è d’oro, prova ne è il tweet sparato - è il caso
di dire- ad minchiam: “Invece di permettere a medici e governatori di
lavorare, si fa perdere loro tempo convocandoli in procura”.
Verrebbe
da rispondere che per lavorare come ha fatto il duo FontaGall è di gran
lunga preferibile l’ozio. Entrambi, come era prevedibile, non solo
scaricano la responsabilità al governo sulla mancata decisione di creare
la zona rossa nel bergamasco, ma addirittura querelano chi “osa”
criticare i numeri del contagio, come è accaduto nei confronti
dell’istituto Gimbe che ha sollevato qualche perplessità sui numeri
lombardi ritenuti sottostimati. Ma al danno si aggiunge l’immancabile
comica dell’assessore al Welfare che nel delirio di onnipotenza si
improvvisa divulgatore scientifico. In una strampalata e disastrosa
conferenza stampa tenta di spiegare l’indice di contagio 0,5 vale a dire
che per infettarlo bisogna trovare due persone nello stesso momento
infette. Avremmo gradito tutti una rettifica con tanto di scuse e invece
lo sfondone non ha frenato tanta presunzione. Gallera voleva
semplificare per la massaia. La casalinga di Voghera, per capirci. Roba
da fare impallidire persino Scilipoti.
Cleopatra, lunedì 01/06/2020
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