Willie
Black è un giornalista vecchio stampo, ama il suo lavoro ed è mosso da
un senso di giustizia che è quasi il retaggio di un'altra epoca. Per
contro, beve troppo, e il suo carattere ruvido e schietto, poco incline
al compromesso, non lo aiuta: infatti, dopo una lunga carriera nella
cronaca politica del quotidiano dove lavora, Willie viene retrocesso
alla nera, l'ultima sponda prima del licenziamento. Quando il cadavere
di una studentessa viene ritrovato senza testa nelle acque del South
Anna, la polizia archivia il caso appena il danzato confessa; ma Willie è
convinto che dietro quel delitto si nasconda un colpevole ben più
insospettabile. Così, intraprende un'inesorabile crociata a Oregon Hill,
quartiere storico della città di Richmond in Virginia, dove è costretto
a farsi strada in un clima di razzismo, corruzione e menzogne, alla
ricerca della verità a ogni costo. "Oregon Hill" è più di una crime
story, e rende omaggio al genere senza togliere l'anima ai personaggi,
all'ambientazione, alle sfumature dei caratteri. E Willie Black si
rivela un perfetto anti-detective noir, autoironico e impacciato, sempre
disposto a sfidare le convenzioni pur di non rinunciare alla sua
limpida umanità.
Il corpo di una ragazza decapitata, la testa recapitata al padre in un pacco, il fidanzato, subito arrestato, che confessa, la polizia che archivia velocemente il caso. Qualcosa, però, non torna, e Willie Black, reporter di cronaca nera, stanco e disilluso, che flirta con la bottiglia, ha tre matrimoni alle spalle, una figlia che vede poco, una madre strafatta di canne, un patrigno che si arrampica sui tetti e un amico pellerossa con cui divide il tetto, inizia a indagare. Perché è spinto dal desiderio di giustizia, e perché ama fare il giornalista, anche se, buttarsi a capofitto in questa storia, potrebbe costargli il posto e, forse, la vita.
Oregon Hill (il titolo si riferisce al quartiere popolare di Richmond che fa da sfondo alla narrazione) è un giallo classico, che rifugge l’azione e l’adrenalina, e sceglie la strada dell’indagine e della deduzione per giungere alla scoperta di una verità che affonda le sue radici nel passato.
La scrittura di Owen, così dinamica e ironica, non si concentra, però, solo sulla trama noir, ma si ritaglia un ampio spazio di critica sociale, mettendo alla berlina l’alta borghesia di Richmond, classista, ipocrita e razzista, e schierandosi, invece, con quel ceto medio agonizzante e senza prospettiva, di cui il protagonista Willie Black fa parte.
Il romanzo, inoltre, è anche un omaggio al giornalismo d’inchiesta, alla forza e alla pertinacia di chi mette a rischio tutto pur di raccontare la verità dei fatti. Willie Black è un eroe antieroe, beve smodatamente, fuma come un ciminiera, non si fa scrupoli a portarsi a letto giovani colleghe, ma possiede un’etica superiore. E’ un personaggio fragile, contraddittorio, schiavo dei propri vizi, eppure ancora libero di scegliere, di provare e di fallire. In un mondo come quello del giornalismo, piegato ai dictat dell’editore di riferimento e fagocitato dal progresso tecnologico che sta spazzando via la carta stampata, Willie rischia il lavoro e la vita alla ricerca di ciò che per tutti ormai è un risibile orpello: la giustizia. Sotto le mentite spoglie del thriller, questo è un romanzo con un’anima politica e di grande impegno civile. Leggetelo: vi divertirete, vi appassionerete, e soprattutto, quel che più conto, vi troverete a riflettere. Perché la verità rende liberi, costi quel che costi.
Blackswan, mercoledì 24/03/2021
2 commenti:
me lo segno
@ Ernest: gran bel libro!
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