lunedì 24 maggio 2021

BUON COMPLEANNO, BOB!

 


Minchia, Bob, ottant’anni!

Com’è possibile sia passato così tanto tempo? Questo tempo maledetto, che scorre rapido e imprendibile, che ci sfugge tra le dita come acqua corrente e che c’inchioda, compleanno dopo compleanno, alla nostra finitezza umana. La fregatura, caro Bob, è che noi, io e te, accumuliamo anni, rughe e stanchezza, ma restiamo eterni ragazzi. Colpa della musica, temo, che ci fa sentire per sempre giovani, come recita quel tuo brano famoso, a cui sono affezionato più di qualunque altro. La musica, che apre il nostro mondo ai ricordi, e ci riporta indietro, nel passato dei nostri vent’anni, e poi, di nuovo avanti, nel futuro, spinti da un desiderio inesausto di nuove canzoni, da scrivere e ascoltare. Per sempre giovani, Bob, anche se tu oggi ne compi ottanta, e quel tuo viso perennemente imbronciato è solcato di rughe, una per ogni nota che hai scritto.

Ti ricordi la prima volta che ci siamo visti? Probabilmente no, di acqua ne è passata tanta sotto i ponti, e io ero solo un volto nella moltitudine. Era il 24 giugno del 1984, e per me fu un giorno indimenticabile. Eravamo a San Siro, e tu eri là in fondo, sul palco, la materializzazione della leggenda in un brulicare di anime, accorse a renderti omaggio. Io c’ero, giovanissimo, pieno di vita e di speranza, innamorato della tua voce sgarbata, grato per come le tue parole e le tue canzoni sapevano indicare la strada al mio passo incerto di diciottenne ed erano diventate il mio personale abbecedario di saggezza, di rabbia, di passione.

Prima di te, suonò quel giovane ragazzo napoletano che sapeva maneggiare il blues come un nero, e poi, un altro fenomeno, quell’incredibile chitarrista che aveva portato un angolo di Messico nel rock ‘n’roll e nella storia. Io, però, avevo occhi solo per te, bramavo di vederti e ascoltarti, il cuore in tumulto, le mani sudate dall’emozione.

E poi, finalmente…eccoti, un puntino lontano, eppure immenso e luminoso, come può esserlo una vita intera. La mia, la tua.

Ti ricordi come iniziasti? Io la tripletta iniziale, la ripeto ancora oggi come un mantra di gioia inarrivabile: Highway 61 Revisited, Jokerman e All Along The Watchtower. Non so se tu potrai mai comprendere l’effetto che fece su di me quell’inizio folgorante. Mi facesti piangere d’emozione e creasti un ricordo tra i più dolci di sempre. Apristi la strada al mio futuro, con la certezza, divenuta improvvisamente tangibile, che tu saresti stato al mio fianco, ad aiutarmi, in eterno. Passato e futuro, indissolubilmente legati. E’ il dono della musica, Bob, quel sentirsi per sempre giovani, che a diciott’anni ancora non comprendi, perché giovane lo sei già, e che oggi, invece, rappresenta la certezza e il faro nella notte di una vita che non va sempre come vorrei.

Non voglio, però, rubarti altro tempo, Bob: oggi, per te, è un giorno speciale, avrai candeline da spegnere, mani da stringere, abbracci da ricevere, telefonate a cui rispondere. Ti lascio qui i miei auguri e spero, per me, per te, che ci siano, in futuro, tante altre canzoni da condividere e nuove strade da percorrere insieme.

Grazie di tutto.

Minchia, Bob, ottant’anni! Ti rendi conto?

 


 

Blackswan, lunedì, 24 maggio 2021 

3 commenti:

Ernest ha detto...

un grande ottantenne!!!

Blackswan ha detto...

@Ernest: immenso!

Franco Battaglia ha detto...

Se li sarà spesi tutti i soldi del Nobel?