giovedì 8 luglio 2021

BENJAMIN MYERS - ALL'ORIZZONTE (Bollati Boringhieri, 2021)

 



Inghilterra, 1946. Nell’estate successiva alla conclusione della Seconda guerra mondiale, Robert, sedici anni, decide di trascorrere un periodo in piena libertà a contatto con la natura, prima di cominciare il lavoro in miniera cui è destinato.Dopo qualche giorno di cammino, diretto al mare, si imbatte nel cottage di Dulcie, una donna già avanti con gli anni, eccentrica, colta, burbera, accogliente. In cambio di lavori al capanno nel suo giardino – un capanno usato in passato da una misteriosa artista – Dulcie gli offre ospitalità. Quell'inattesa generosità segna l'inizio di un'amicizia improbabile ma saldissima, che cambierà il futuro già tracciato di entrambi. Al giovane Robert, le conversazioni con Dulcie apriranno un nuovo mondo, fatto di scambi sul cibo, sulla natura, sui viaggi e sull’importanza delle parole, soprattutto scritte. Presto, Robert si avvicina, come ci confida, «a essere me stesso e non la persona che fino ad allora avevo interpretato», mentre Dulcie prova a venire a patti con il suo passato, riscoprendo nuove ragioni di vita.

All’Orizzonte è un romanzo semplice, di quelli che si leggono in un fiato, lineare nello svolgimento e prevedibile negli intenti. Un piccolo libro, se vogliamo, esile nella trama, adatto a tutti, ai giovani e ai meno giovani, categorie ben rappresentate dai due protagonisti della vicenda e dalla delicata storia di amicizia che li lega.

Eppure, Myers è capace di trasformare queste duecento trentotto pagine in un’esperienza emozionante, che racconta e suggerisce riflessioni importanti, che obbliga il lettore a indagare la propria anima alla ricerca di risposte sui temi decisivi dell’esistenza.

All’Orizzonte è innanzitutto una storia di amicizia tra un giovane uomo, alla ricerca di se stesso e del senso della propria vita, e un’anziana donna, colta, arguta e anticonformista, che ha perso lo sguardo sul futuro e la speranza. Fra i due s’instaura un rapporto simbiotico che si trasforma in un reciproco scambio fra vasi comunicanti: la donna introdurrà il giovane Robert ai piaceri della tavola e della lettura, e aprirà il suo limitato sguardo sulla bellezza del mondo, il ragazzo restituirà a Dulcie quell’entusiasmo e quell’allegria che un passato doloroso le ha tolto.

Se è vero che i due protagonisti del racconto mancano di approfondimento psicologico e si fanno esclusivamente strumenti nella mano del narratore necessari a incarnare due universi, apparentemente confliggenti, che entrano in contatto fra loro, è altrettanto vero che Myers riesce ad avvincere il lettore con dialoghi intelligenti e salaci, che sono il vero punto di forza di un romanzo che ha tante cose da dire e le dice bene, in modo asciutto e senza retorica.

Che, ad esempio, il tempo passa inesorabile, e che, se lo lasciamo fare, ci porta via tutto; che dobbiamo avere il coraggio di uscire dalle gabbie, talvolta dorate, delle nostre esistenze, e liberarci dalle catene delle abitudini, di tetri lavori impiegatizi, di destini già scritti; che la bellezza della vita risiede soprattutto nella lettura e nella poesia, in cui possiamo trovare tutte le risposte di cui abbiamo bisogno; che una bella mangiata e una bella scopata valgono tutto l’oro del mondo, e che se non siamo più capaci di osservare e amare la natura, probabilmente non siamo nemmeno più in grado di amare e rispettare il nostro prossimo.

Concetti semplici, certo, ma mai banali (anche perché troppo spesso li dimentichiamo), ed espressi attraverso una scrittura attraversata da momenti di lirismo e pervasa da quella sincerità che è in grado di conquistare il lettore fino all’ultima pagina. Vivi intensamente e cerca sempre la bellezza: il senso della vita è tutto qui.

 

Blackswan, giovedì 08/07/2021

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