Siete frustrati, vi sentite soffocare, c’è sempre qualcuno che vi dice cosa fare, come comportarvi, che vi impone regole rigide, obblighi e costrizioni? Beh, se vi sentite così, il consiglio è di prendere Stay Hungry, terzo album in studio degli americani Twisted Sister, di alzare il volume a palla, di schiacciare play sulla seconda traccia e iniziare a cantare a squarciagola: We're Not Gonna Take It! Probabilmente non risolverete nessuno dei vostri problemi, ma vi sentirete decisamente meglio.
Perché questa canzone possiede un intrinseco potere lenitivo, è una valvola di sfogo per gridare al mondo: mi sono rotto, lasciatemi in pace, io non sono come voi e non ho alcuna intenzione di chinare il capo di fronte alla vostra arroganza! Un brano dallo sviluppo antemico, un inno per chiunque voglia scagliarsi contro una figura autoritaria e sia pronto a combattere per la propria indipendenza.
Le liriche, tra l’altro, sono assolutamente neutre, non fanno riferimento a nessuno in particolare, ma ben si adattano a ogni situazione. Una scelta intenzionale, quella fatta dal cantante Dee Snider, per rendere universali i concetti veicolati e fare in modo che chiunque si possa immedesimare nel testo, dal ragazzino insofferente nei confronti dei genitori e dei professori, dall’adulto vessato da una soffocante dimensione lavorativa, dall’amante stufo e tradito, dal cittadino incazzato con la classe politica. Una canzone, quindi, che ha avuto un successo traversale, e che è stata usata per eventi sportivi, comizi politici e manifestazioni di protesta.
Dee Snider iniziò a scrivere il brano nel 1980, due anni prima che i Twisted Sister pubblicassero il loro primo album, Under the Blade, prendendo spunto dalla melodia di O Come, All Ye Faithful, una canzone di Natale che, in Italia, conosciamo con il titolo latino di Adeste Fidelis. Snider aveva in testa il gancio melodico, ma non riusciva a strutturare la canzone, almeno fino a quando non uscì Pyromania dei Def Leppard, un disco che fu la decisiva fonte d’ispirazione. Il cantante dei Twisted Sister, infatti, notava che molte delle canzoni dei Def Leppard utilizzavano variazioni del ritornello come strofe, e questa idea fu lo spunto che spinse Snider a completare We’re Not Gonna Take It, in tempo per essere inserita nel terzo album dei Twisted Sister, Stay Hungry, che è stato, poi, anche il disco della svolta, con cui la band uscì dai piccoli club per approdare alle arene.
We’re Not Gonna Take It, nel corso degli anni, ha spesso sconfinato dal mondo della musica a quello della politica. Nel 1985, il Parents Music Resource Center (PMRC), un gruppo guidato da Tipper Gore (la moglie del senatore Al Gore), promosse una campagna per ottenere etichette di avvertimento da incollare sui dischi che contenevano testi espliciti, e tra le prime canzoni messe all’indice c’era proprio il brano dei Twisted Sister, considerato violento e offensivo. Nel 2012, il compagno di corsa di Mitt Romney, Paul Ryan, ha usato la canzone durante la campagna presidenziale del Partito Repubblicano, scatenando così l’ira di Dee Snider, il quale si lamentò di non condividere alcuna delle idee proposte dal partito di Ryan. Strano, però, perché solo tre anni più tardi, la canzone fu usata anche da Donald Trump, le cui idee politiche si collocavano ancora più a destra. In questo caso, il cantante non se ne lamentò, e anzi, espresse il suo pieno appoggio a quello che in seguito sarebbe diventato Presidente, definendolo “un buon amico e un bravo ragazzo”.
Blackswan, sabato 18/06/2022
1 commento:
Grandissimi i TS, supertamarri e divertenti come pochi.
Li ho visti a Bologna (mi sembra) ad un Gods of Metal e sono stati favolosi.
Piccola curiosità: l'attore che impersona il padre rompipalle del ragazzino, e che compare anche nel video di I wanna rock nella parte del professore altrettanto rompipalle, è quello che faceva il sergente Niedermayer in Animal House.
Probabilmente nella vita reale è una persona amabilissima :-D
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