Il nome di Belinda Carlisle è indissolubilmente legato a quella clamorosa hit che porta il nome di Heaven Is A Place On Earth. Non tutti sanno, però, che la carriera della musicista losangelina nasce qualche anno prima, quando, dopo aver lasciato il gruppo punk The Germs, per il quale suonava la batteria sotto lo pseudonimo di Dottie Danger, Belinda fondò le Go-Go’s insieme all’amica Jane Wiedin e alla batterista Gina Shock, alla chitarrista (ex bassista) Charlotte Caffey e alla bassista (ex chitarrista) Kathy Valentine.
Una band, questa, passata alla storia perché è stata il primo gruppo tutto al femminile ad aver avuto un album al primo posto nelle charts statunitensi (Beauty And The Beat, 1981) e perché le ragazze ebbero l’indubbio merito di essere riuscite a far digerire la loro new wave, non proprio commerciale, anche alle radio popolari statunitensi.
L’avventura delle Go-Go’s, nonostante il successo mediatico, dura solo quattro anni. Nel 1984, il gruppo è una polveriera, volano stracci e il peso della notorietà è un fardello che diviene ogni giorno troppo pesante. Anche perché, queste cattivissime riot grrl, sono sempre sotto i riflettori, per una serie di comportamenti non proprio edificanti: distruzione di camere d'albergo, sfizi sessuali con fan di sesso maschile e uso smodato di droghe, a causa delle quali la Carlisle finisce in overdose e si salva la vita solo per il rotto della cuffia.
Belinda, dopo lo scioglimento, inizia disintossicarsi e a dedicarsi assiduamente alla palestra, e tornata in piena forma, dà il via, con l’aiuto del produttore Rick Nowels, alla propria carriera solista, pubblicando un album di successo (Belinda, 1986), in cui le sonorità si fanno pop rock e il tiro decisamene commerciale. La visibilità, quella vera, la ottiene però con il successivo Heaven On Earth (1987), che scala le classifiche di mezzo mondo, Italia compresa. Il merito? Ovviamente di un grande singolo, Heaven Is A Place On Earth, che tocca la vetta di Billboard negli States e arriva al primo posto anche in Inghilterra.
La canzone, un brano effervescente, il cui ritornello entra in testa fin dal primo ascolto, fu scritta da Rick Nowels (che aveva scritto e prodotto I Can't Wait di Stevie Nicks) e dalla newyorkese Ellen Shipley, musicista che si era ritirata dalle scene, dopo tre album di buona fattura. L'idea iniziale per comporre il brano venne proprio a Shipley, che durante una sosta in una stazione di servizio di Brooklyn, notò un biglietto di auguri che recitava "Heaven On Earth". Quando lei e Nowels iniziarono a lavorare per scrivere qualche canzone per il nuovo album di Belinda Carlisle, Shipley scrisse quella frase sulla lavagna, come idea di partenza per una nuova composizione. Nowels, attratto dalla scritta, aggiunse le parole "Is A Place", così da avere un titolo pronto all’uso, "Heaven Is A Place On Earth".Le prime note che scaturirono dalla penna dei due furono quelle del ritornello, intorno al quale costruirono l’intera struttura del testo. Che parla d’amore, nella sua accezione più sublime.
L’idea, infatti, era quella di parlare della terra come di un vero e proprio Paradiso, in ragione del fatto che l’amore era indiscutibilmente un sentimento di natura divina. Così, quelle liriche che tutti noi cantiamo a squarciagola, senza forse comprenderne il vero significato, sono meno banali di quanto si possa pensare, ed elevano ad altezza Regno Dei Cieli l’amore fra uomo e donna: “Tesoro sai quanto vale? Il paradiso è un posto sulla terra, Dicono che in paradiso l'amore viene prima. Noi faremo del paradiso un posto sulla terra”.
Parole appassionate, ma non stupide, forse un po' zuccherine, certo. D’altronde, l’ispirazione per la canzone nasce da un biglietto d’auguri trovato in una stazione di servizio. Un’idea da un dollaro, che ne valse milioni.
Blackswan, giovedì 15/09/2022
2 commenti:
Ma sì, risentito oggi il brano è carino ed orecchiabile.
Certo, rivedere lei è stato un flash perchè all'epoca quel suo look "perbene" (quasi da paninara nostrana) era una delle tante cose che mi facevano schifo di quel decennio.
Mai avrei immaginato che avesse avuto un passato così turbolento.
Info interessante.
@Ezzelino: le Go-Go's erano davvero un bel gruppo di scappate di casa.
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