Provate a non battere il piede a terra, mentre ascoltate I Can’t Stand The Rain, e vi pago da bere una birra: è praticamente impossibile. E non perché sia un brano particolarmente ritmato, ma quel groove, insinuante e voluttuoso, in un attimo entra sotto pelle e circola nel sangue, rendendo impossibile al corpo, resistergli.
Che questa sia una grande canzone, che ha attraversato i decenni senza perdere un briciolo del suo fascino, lo si capisce dando un’occhiata alle notizie che potete trovare in rete: Rolling Stone la piazza alla posizione 197 della classifica delle più grandi canzoni di ogni tempo, le reinterpretazioni del brano si sprecano (Eruption, Tina Turner, Lowell George, etc), e lo stesso John Lennon, durante un’intervista, la definì “la miglior canzone di sempre”.
Il brano fu scritto a Memphis dalla cantante soul Ann Peebles, dal suo partner (e poi marito) Don Bryant e dal DJ Bernard "Bernie" Miller, una sera del 1973. La cantante si trovava a casa sua in attesa di amici per andare ad ascoltare un concerto blues. Proprio mentre stavano per partire, il cielo si rannuvolò, e iniziò a piovere. La Peebles, rivolta al suo compagno Bryant, che lavorava alla Hi Records come compositore, sbottò: "Non sopporto la pioggia".
E siccome costui, era un frullatore di idee perennemente in funzione, appena sentì risuonare quella frase, capì di avere per le mani un favoloso incipit per una nuova canzone. Quindi si sedette al pianoforte e ha iniziò a suonare il riff portante, sviluppandolo in base ai suggerimenti della Peebles e del DJ Bernie Miller.
La canzone fu completata quella notte stessa e presentata la mattina successiva al maestro dello studio di Hi, Willie Mitchell, che in fase di arrangiamento, utilizzò un timbale elettrico, per creare il caratteristico suono a goccia di pioggia che si ascolta nella canzone.
Per la cronaca, i tre si dimenticarono completamente di quel concerto che era stato, involontariamente, il motore della loro ispirazione.
Nonostante, come si diceva, l’irresistibile ritmica della canzone spinga inevitabilmente ad ancheggiare, I Can’t Stand The Rain è, in realtà, un brano spacca cuore, che parla di una donna che non sopporta il suono della pioggia contro la sua finestra, perché le ricorda il suo amore perduto. La Peebles, giocando con l’assonanza fra (window) pane (finestra) e pain (dolore), ricorda ciò che è stato e ciò che ora non è più, e quando canta “Ti ricordi com'era dolce quando stavamo insieme? Tutto era così grandioso. Ora che ci siamo lasciati, (sento) solo un suono, che proprio non sopporto, non sopporto la pioggia contro la mia finestra”, non sai se ballare o metterti a piangere.
Blackswan, venerdì 21/10/2022
2 commenti:
L'ho sempre considerato un pezzo di una modernità incredibile.
Ed è vero quello che scrivi: il piede parte subito!
Nella versione di Tina Turner, che ha una voce meno educata rispetto alla Peebles, diventa dinamite.
@Ezzelino: Tina ne fa una versione bomba da vivo in quel discone che è Live In Europe
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