giovedì 7 settembre 2023

SUFFER LITTLE CHILDREN - THE SMITHS (Rough Trade, 1984)

 


Tra il 1963 e il 1965, Ian Brady e Myra Hindley rapirono e uccisero cinque bambini a Manchester e dintorni. Le vittime, di età compresa dai 10 ai 17 anni, si chiamavano Pauline Reade, John Kilbride, Keith Bennett, Lesley Ann Downey e Edward Evans. I due serial killer seppellirono diversi corpi a Saddleworth Moor, a nord di Manchester, facendo diventare il caso noto come i Moors Murders (gli omicidi della brughiera).

La reale portata dei crimini commessi dalla coppia Brady-Hindley non si palesò fino alla loro piena confessione, avvenuta solo nel 1985, dato che in precedenza si erano sempre dichiarati innocenti.

La prima vittima fu la sedicenne Pauline Reade, una vicina di casa della Hindley che scomparve mentre si recava a un ballo della British Railways Club a Gorton, il 12 luglio 1963. La seconda vittima fu il dodicenne John Kilbride che scomparve nelle prime ore della sera del 23 novembre 1963, la terza, il dodicenne Keith Bennett, che sparì nel nulla mentre si recava a casa della nonna a Longsight, durante le prime ore serali del 16 giugno 1964. Il 26 dicembre 1964, fu la volta di Lesley Ann Downey, 10 anni, e il 6 ottobre del 1965, quella del diciassettenne Edward Evans, adescato alla stazione centrale ferroviaria di Manchester.

In tutti i casi, la coppia di assassini utilizzò più o meno lo stesso strattagemma che consisteva nell’inventare una scusa plausibile per far salire in macchina il malcapitato ragazzino. Alcune delle vittime furono anche violentate, e tutte, poi, uccise in modo brutale, per strangolamento, a colpi d’ascia, o con la gola tagliata.

Ian Brady e Myra Hindley furono entrambi condannati all’ergastolo (la pena di morte, in Inghilterra, era stata soppressa nel 1965). Definita dalla stampa dell'epoca "la donna più malvagia d'Inghilterra", Myra Hindley presentò diversi appelli contro la sua sentenza d'ergastolo, asserendo di essersi riabilitata e di non costituire più un pericolo per la società, ma furono tutti respinti. Morì nel 2002, all'età di 60 anni. Ian Brady venne dichiarato insano di mente nel 1985, e quindi rinchiuso nel manicomio criminale di Ashworth. Dal carcere ha affermato più volte di non voler essere rimesso in libertà, e ha chiesto ripetutamente di essere giustiziato. È deceduto in carcere il 15 maggio 2017, all'età di 79 anni.

Quella immane, terribile tragedia traumatizzò un’intera nazione, incredula di fronte a tanta sfrontata e deliberata malvagità: cinque bambini strappati per sempre alle loro vite da una ferocia che ha davvero ben pochi eguali nelle torbide storie della cronaca nera. Un evento, questo, che ebbe un grande impatto anche sul frontman degli Smiths, Steven Patrick Morrissey, non solo perché viveva in quella zona teatro dei macabri omicidi, ma perché all’epoca dei fatti era lui stesso un bambino, e quindi possibile preda dei due serial killer.

Quegli omicidi rimasero talmente radicati nella sua memoria che, una volta diventato musicista, Morrissey ne venne ispirato per scrivere Suffer Little Children, mesta ballata e ultima traccia dell’omonimo album d’esordio degli Smiths, il cui testo si basò su Beyond Belief: A Chronicle of Murder and its Detection, un racconto semi-romanzato sui Moors Murders, scritto da Emlyn Williams.

Il brano, nonostante la buona fede del cantante, creò non poche polemiche, dal momento che il Manchester Evening News riportò le proteste dei parenti delle vittime per il fatto che, il nome di tre dei bambini assassinati, venisse citato nel testo (Lesley-Anne with your pretty white beads, Oh John you'll never be a man... Edward see those alluring lights?). Si alzò, quindi, un polverone mediatico, in seguito al quale l’album degli Smiths venne bandito da diversi negozi del Regno Unito, e che si attenuò successivamente solo quando Morrissey strinse amicizia con Ann West, la madre della vittima dell'omicidio, Lesley Ann Downey, dopo averle scritto spiegandole che la canzone era in realtà un omaggio a quei bambini, vittime di una violenza bruta e ingiustificata. 

E che gli intenti del vocalist fossero questi, è abbastanza evidente dal titolo della canzone, che allude a una frase contenuta nel Vangelo di Matteo, capitolo 19, versetto 14, in cui Gesù si arrabbia con i suoi discepoli, colpevoli di aver allontanato un gruppo di fanciulli, con le parole: “Suffer little children, and forbid them not to come unto me: for of such is the kingdom of heaven.”

Due anni dopo la pubblicazione della canzone, Morrissey, intervistato da Spin, ritornando sull’argomento, ebbe a dichiarare: “Coprire i Moors murders è sbagliato. Dobbiamo dargli risalto. Se sottovalutiamo le cose, continueranno ad accadere. Noi non dimentichiamo le atrocità di Hitler, vero? Nel nord, sono stato dipinto come un mostro orribile, e si diceva che avessi sconvolto Ann West. In realtà non era vero, e da allora siamo diventati grandi amici. Lei è un personaggio formidabile".
 
 

 
 
Blackswan, giovedì 07/09/2023

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