Tra il 1994 e il loro scioglimento, avvenuto nel 2008, gli Hellacopters hanno prodotto sette scalmanati album di rock and roll con influenze punk, facendo propria l’eredità di band come MC5, New York Dolls, Ramones e Motörhead. Dopo essersi riuniti, nel 2016, per suonare in un tour dedicato al 20° anniversario del loro album di debutto, Supershitty To The Max!, da allora, la band svedese ha calcato con continuità il circuito dei festival, almeno fino a quando è stato possibile (vedi covid), e finalmente, nel 2021, ha annunciato di aver raggiunto un accordo con l'etichetta discografica tedesca Nuclear Blast e di essere pronta a tornare sulle scene con un nuovo disco di materiale originale.
Nel 2022, esce Eyes Of Oblivion, primo passo della leggendaria band svedese nel futuro, un disco che sfoderava il consueto armamentario di rock'n'roll e spavalderia, in dieci canzoni per trentacinque minuti di assalti all'arma bianca, esuberanza innodica e melodie scartavetrate dal graffio di chitarre in acido.
A distanza di tre anni, questo nuovo Overdriver conferma l’ottimo stato di salute del quartetto capitanato dal cantante Nicke Andersson e dal chitarrista Dregen, quantunque l’approccio alla composizione si è fatto meno ruvido e l’urgenza che animava i precedenti lavori si è attenuata a favore di un surplus melodico, che talvolta rasenta il mainstream, e di un pizzico di malinconia, che si coglie nella seconda parte dell’album, decisamente meno battagliera della prima.
Nulla, tuttavia, che snaturi il suono di una band che ha fatto dell’aggressività la sua lancia più acuminata: quando il disco parte a manetta con "Token Apologies", è chiaro fin da subito chi sono gli Hellacopters. Riff incarognito, immersione totale negli anni ’60 più grevi, per una sberla elettrica che sembra nata dallo schianto fra MC5 e The Who. Fila dritta come un fuso "Don’t Let Me Bring You Down", ancora più ruvida se non fosse per quel fantastico ritornello che trapana il cervello in un nano secondo, mentre la successiva "(I Don’t Wanna Be) Just A Memory" è sfrontata, allegra e incredibilmente catchy.
Se nelle undici in scaletta nessun ritornello, ma proprio nessuno, va sprecato, la band, però, alterna momenti di antico furore con altri decisamente più morbidi, senza perdere, tuttavia, un grammo di un’ispirazione che regge alla grande le angherie del tempo.
"Wrong Face On" ringhia punk’n’roll a ogni nota, "Soldier On" è più cadenzata, oscura e bluesy, mentre "Doomsday Dreams" viaggia rapida e melodica sull’onda di un riff di chitarra acuminato, ricordando i tempi gloriosi di "By The Grace Of God".
E se "Faraway Looks" inchioda all’ascolto con il suo piglio punk, salvo emozionare con il consueto ritornello da cantare a squarciagola, il mestissimo arpeggio che apre "Coming Down" porta la band nei territori della power ballad malinconica, una bella scartavetrata sul cuore grazie anche la voce ispida e traboccante sentimento di Andersson.
Cambia ulteriormente registro la successiva "Do You Fell Normal", un jangle rock leggerissimo, il cui ritornello coglie il centro del bersaglio grazie a un gioco di accenti spostati, mentre "The Stench" spinge i raggi di sole in una cupa foschia blues, creando un momento di intensa malinconia. Chiude la scaletta "Leave a Mark", la cui linea di basso ombrosa e distorta riconnette la band con la propria attitudine garage, anche se nello specifico declinata con agrodolce sapore nostalgico.
Qualcuno potrebbe storcere un po’ il naso di fronte a un approccio evidentemente ingentilito e meditativo, ma ciò non toglie nulla a Overdriver, che resta un ottimo disco rock. Gli Hellacopters continuano a sfrecciare a bordo della loro spider decapottabile, ma se un tempo il divertimento era prendere in pieno le pozzanghere per schizzare le vecchiette, oggi, il senso è quello di godersi il viaggio, il panorama, il vento nei capelli e il sole all’orizzonte, sfruttando il tempo dei chilometri macinati per riflettere sul senso del tutto. Meno cattivi, forse, ma egualmente consapevoli.
Voto: 8
Genere: Rock, Garage
Blackswan, mercoledì 26/02/2025
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