Tra le poche le certezze nella vita, una si riconferma da più di mezzo secolo: i fratelli Sparks (ovvero Ron e Russel Mael) non sbagliano un disco. Maestri dell’art pop da quando il genere art pop non era ancora stato classificato, il duo losangelino continua ad abbeverarsi a una fonte creativa che sembra non esaurirsi mai. Date un occhio alla loro ponderosa discografia e provate a cercare un disco che non sia all’altezza della loro fama. C’è l’imbarazzo della scelta: chiudete gli occhi e pescatene uno a caso. Dal leggendario Kimono My House (1974) fino ai più recenti A Stedy Drip, Drip, Drip (2020) e The Girl Is Crying In Her Latte (2023), la loro proposta, tanto anticonformista e sovversiva, quanto raffinata, continua a essere incredibilmente attuale.
Gli Sparks hanno spaziato tra bubblegum, art-rock, dance, vaudeville, rock ed elettronica, creando un amalgama unico, che suona come null’altro in circolazione. Mad! è il loro ventottesimo album, una raccolta audace di musica come sempre impossibile da catalogare dentro un unico genere, tanto che le dodici canzoni in scaletta conducono l’ascoltatore in mondo eclettico, eppure incredibilmente spontaneo, in cui ogni singola nota vive tra richiami classici e modernità, in un insieme caotico, orecchiabile e irresistibile.
La
traccia di apertura, "Do Things My Own Way", è un gioiello pop/wave: il
riff di chitarra è scorbutico, i sintetizzatori sono dolci come
caramelle, l’intreccio delle voci calibratissimo, le reiterazioni
ritmiche spingono la tensione emotiva. Ogni elemento è al servizio della
canzone, l’equilibrio è perfetto, e il risultato tanto frizzante che
l’hook melodico si pianta al centro del cervello, come un trampolino da
cui lanciarsi nel resto dell’album.
C’è un casino organizzato nella musica degli Sparks, una confusione che genera inizialmente spaesamento, che fa girar la testa, ma poi è puro godimento per le continue sorprese che s'incontrano sul cammino. Ecco allora "JanSport Backpack", figlia dell’ecclettismo distintivo del duo, un brano sballottante ma ricco di fascino, mentre il synth pop scarno di "Hit Me, Baby" vira verso la dance anni ’80, e "Running Up A Tab At The Hotel For The Fab" (un titolo fuori di testa) con quel incalzante arrangiamento d’archi spinge verso atmosfere da film di serie B.
La melodia zuccherina di "My Devotion" è di quelle che fanno balzare sulla sedia, grazie a una linea di synth zampillante e le sezioni vocali sovrapposte, mentre un allegro fischiettare crea spazi ariosi e leggerissimi.
"Don’t Dog It" è l’esempio di canzone per cui gli Sparks sono destinati all’eternità: la ritmica incalzante, le linee vocali ipnotiche, alcuni inserti pianistici portentosi, e una melodia semplice ma inesorabile.
Le
trame sottili di "Daylight" utilizzano un synth polverosi, una campana
finta, tom-tom, battiti di mani ritmici e un ritornello orecchiabile per
evocare la luce del giorno da cui Russell sembra fuggire: "Non posso avvicinarmi a te, perché la luce del giorno mi rivela, quindi aspetterò solo che la notte mi nasconda".
La folle eterogeineità dell'album è ulteriormente evidenziata dagli archi frenetici e dal clima da operetta di "I-405 Rules", un'ode distorta alla San Diego Freeway. È un classico degli Sparks, fin nei testi ambivalenti su un'autostrada che ti aiuta ad arrivare dove vuoi, anche se la musica suggerisce qualcosa di più vicino a un incubo. Gli Spaks alzano la tensione anche nella successiva "A Long Red Light": il brano si basa su archi febbrili, synth confusi e un collage vocale ripetuto e sovrapposto con ulteriori linee di synth mutanti e inquieti.
Da urlo la tripletta finale. In "Drowned In A Sea Of Tears" l’inquietudine si scioglie lasciando spazio alla componente malinconica di un'ottima canzone pop, che viaggia al ritmo di archi galoppanti, synth evocativi e una inesorabile linea di basso, "A Little Bit Of Light Banter" è un’allegra marcetta che accelera il ritmo fino alla conclusiva "Lord Have Mercy", un altro gioiellino pop raffinato, marchiato Beatles, che si conclude con un festante interplay vocale e un inaspettato assolo di chitarra.
Un finale perfetto per l’ennesimo grande disco degli Sparks, in cui lo stupefacente dinamismo e il senso per la melodia definiscono, come da oltre mezzo secolo, un suono unico al mondo.
Voto: 8
Genere: Pop, Elettronica, Alternative
Blackswan, giovedì 17/07/2025
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