giovedì 16 ottobre 2025

Alex Michaelides - La Furia (Einaudi, 2025)

 


Sull’isola privata dell’ex star del cinema Lana Farrar, nelle Cicladi, la situazione è fuori controllo. Come ogni anno l’idea dell’attrice era di trascorrere le vacanze di Pasqua con gli amici più stretti, lontano dai riflettori e dal freddo di Londra. Ma Lana ha sottovalutato il carico di rancori, tensioni e veleni che i suoi ospiti si sono portati dietro. Ben presto, con l’arrivo di una tempesta di pioggia, gli screzi degenerano in scenate, poi in liti durissime e alla fine in un omicidio. A raccontarci questa storia di vendette e desideri inconfessabili è lo sceneggiatore Elliott Chase, il miglior amico di Lana, o almeno così sembra. Uno che con le parole ci sa fare, anche troppo.

 

Alex Michaelides è uno scrittore che sa costruire storie avvincenti, tenendosi lontano da stereotipi e canovacci consunti. Nato a Cipro, il romanziere greco vanta un curriculum di tutto rispetto, avendo studiato letteratura inglese a Oxford e cinema all’American Film Institute di Los Angeles. Un background, questo, che emerge chiaramente nella sua terza opera, La Furia, un thriller che si legge d’un fiato, avvincente e ricco di colpi di scena, ma che offre al lettore molto di più di una semplice trama noir.

Questo romanzo, infatti, è un frullatore in cui Michaelides mixa, con intelligenza, i suoi studi classici, gli archetipi della lettura gialla, dinamiche teatrali mutuate da Shakespeare e dalla tragedia greca e uno sguardo incantato sul cinema hollywoodiano degli anni ’40.

Impossibile, ad esempio, non identificare il personaggio di Lana Farrar con le grande icone di fascino e bellezza che contribuirono a definire lo stile di un epoca, quel “divismo” che divenne uno strumento per gli studi cinematografici hollywodiani al fine di creare celebrità e modelli per il pubblico di massa, influenzando moda e cultura. L’ambiguo Elliott Chase, protagonista principale del romanzo, narratore e voce fuori campo, si rivolge, poi, al lettore come il grande drammaturgo inglese, spesso e volentieri, si rivolgeva direttamente ai fruitori della sua opera, fossero questi i lettori o il pubblico che assisteva alla messa in scena delle sue piece teatrali.

E se le dinamiche e la location del noir sembra essere presa in prestito da un romanzo di Agatha Christie (un assassinio, un luogo circoscritto, così come circoscritto è il numero dei possibili colpevoli), l’isoletta, gli accenni alla cultura ellenica e il momento del redde rationem finale sono evidenti riferimenti alla grande tragedia greca. C’è tanto, quindi, da piluccare in un romanzo che riesce a mantenere la giusta tensione fino alle ultime pagine, grazie alla voce narrante di Elliott, che tiene in pugno il lettore, lo blandisce, lo conduce a spasso per un trama di cui, lentamente, scopre tutte le carte, non prima di averle mischiate a dovere.

Una prosa di ottima fattura e l’approfondimento psicologico dei personaggi principali fanno de La Furia un thriller sui generis, culturalmente forbito e avvincente, anche se il finale scricchiola leggermente rispetto alla solida impalcatura costruita nelle pagine precedenti.

 

Blackswan, giovedì 16/10/2025

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