lunedì 10 novembre 2025

Biffy Clyro - Futique (Warner, 2025)


 

Gli scozzesi Biffy Clyro sono tra le migliori band di rock da stadio in circolazione, di quel genere, cioè, che fa scatenare i fan sotto il palco (e loro, dal vivo, sono una bomba) e che occupa un posto privilegiato nelle scalette delle radio FM. Dopo trent’anni di carriera e dieci album all’attivo, il gruppo capitanato da Simon Neil continua a mantenere una coerenza artistica invidiabile, oltre a un ottimo livello di ispirazione, per quanto, a parere di chi scrive, non si è più ripetuta la magia di Only Revolution, autentico gioiellino datato 2009.

Dopo due buoni dischi come A Celebration Of Endings (2020) e The Myth Of The Happily Ever After (2021), i Biffy Clyro tornano sulle scene con un disco riuscitissimo, decisamente all’altezza dei loro migliori lavori. Alla base di questa nuova produzione, troviamo un’idea di fondo molto stimolante: alcuni dei momenti più importanti della nostra vita diventano tali solo con il senno di poi, generando la nostalgia che sboccia lentamente per un momento dell’esistenza che non abbiamo apprezzato appieno nell’attimo in cui lo abbiamo vissuto, non rendendoci conto che forse stavamo facendo qualcosa per l'ultima volta. Ecco, allora, il titolo Futique, una parola costruita sulla crasi fra futuro e antico.

Sotto il profilo squisitamente musicale, questa nuova fatica del power trio scozzese è un disco che vive d’urgenza, è suonato con il cuore, con il desiderio di restituire in gioia la fedeltà di migliaia di fan, e possiede un suono potente, calibrato, rotondo, che sprizza energia da tutti i pori.

Futique è, inoltre e probabilmente, una delle uscite più snelle e accessibili della band, un album più incline al pop di quanto ci si potrebbe aspettare, e ad eccezione di "Hunting Season" che spinge il piede su un acceleratore punk rock (salvo piazzare poi un ritornello di una solarità irresistibile) e dei riff sinuosi e del basso propulsivo di "Friendshipping" (un po’ prevedibile, ma esaltante), è anche decisamente privo di momenti pesanti.

Ciò non toglie che la scaletta sia confezionata con gusto e intelligenza, regalando grandi momenti di musica, anche quando i muscoli vengono tenuti ben celati sotto la maglietta. Ecco allora la melodia ruffiana di "Shot One" e le ritmiche danzerecce di "Dearest Amygdala", due brani che abbracciano certe sonorità anni ’80, o l’atmosfera cupa e meditabonda di "Woe Is Me, Wow Is You", una canzone che mette in evidenza le doti vocali di Neil e la capacità della band di piazzare, quando meno te l’aspetti, dei refrain irresistibili.

Se in alcuni dischi precedenti l’andamento della scaletta era altalenante, con grandi brani affiancati a episodi meno memorabili, in Futique lo standard resta elevato per tutti i quarantacinque minuti di durata, offrendo anche alcuni picchi vertiginosi. Così, se tenendo fede al concept che sta alla base dell’album, molti momenti della nostra vita, così come i brani musicali che ascoltiamo, acquistano significato solo se ripensati attraverso una nuova prospettiva, è altrettanto vero che sappiamo fin da subito quali sono i momenti speciali, così come quelle canzoni che passeranno dal nostro stereo ancora, ancora e ancora.

"A Little Love" e "True Believer", a esempio, sono entrambe delle hit assolute, vantano dei ritornelli enormi e godono di un energico lavoro di batteria di Ben Johnson (che è al massimo della forma per tutto il disco), mentre "Goodbye" è una struggente ballata radiofonica, zuccherina al punto giusto da evocare infiniti paesaggi malinconici.

Il trio riserva il meglio per la fine, con la fenomenale traccia conclusiva "Two People In Love", un brano meno accessibile degli altri, che sembra nato da una coraggiosa visione progressive: sei minuti in cui la splendida melodia di pianoforte si intreccia con una ritmica convulsa, il paesaggio sonoro celestiale che accompagna il ritornello innalza verso l’immensità del cielo e un outro esteso trasporta il brano verso un’incalzante deriva epica.

Futique è un disco godibile dall’inizio alla fine, attraverso il quale i Biffy Clyro offrono il meglio del loro arsenale, garantendo ai propri fan il miglior livello possibile d’ispirazione ed elargendo con generosità irresistibili melodie, capaci di farsi ricordare ben oltre l’ascolto dell’album. Impossibile, tanto per richiamare il tema che ha ispirato il disco, quando lo ascolteremo per l’ultima volta, ma di certo, visto l’ottimo risultato raggiunto, lo ascolteremo ancora per un bel po’.

Voto: 8

Genere: Rock, Pop 




Blackswan, lunedì 10/11/2025

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