giovedì 19 giugno 2014

LAKE STREET DIVE - BAD SELF PORTRAITS




La storia dei Lake Street Dive inizia più o meno nel 2005, quando la contrabbassista e cantante, Bridget Kearney, vince un contest jazz, guadagnando una discreta sommetta. Ed è proprio con questi soldi che prende vita in modo concreto la carriera di questo quartetto nato tra Minneapolis e Boston e ora di stanza a Brooklyn, nel cuore della Grande Mela. Accomunati dall'amore per il jazz, intenzionati inizialmente a percorrere le strade suggestive di un free country aperto a varie influenze, i Lake Street Dive spostano rapidamente il baricentro della propria proposta musicale verso un pop-rock imbevuto di soul. Rilasciano il primo disco nel 2006 (In This Episode) ma vengono notati dal grande pubblico nel 2012, quando postano su youtube una cover di I Want You Back dei Jackson 5. Da qui la strada si fa in discesa, grazie anche all'attenzione di T Bone Burnett (Willie Nelson, Elvis Costello, Diana Krall, Ryan Bingham, etc.) che vuole una loro canzone per lo show Another Day Another Time ispirato al film dei fratelli Coen, A Proposito Di Davis. Bad Self Portraits, prodotto da Sam Kassirer, è quindi l'ultimo capitolo di un percorso durato sei anni che ha portato gli LSD (niente male come acronimo) sulle pagine delle riviste specializzate e a scalare lentamente le charts a stelle e strisce. E ci sta, perchè nonostante un aura molto cool da intellettuali del jazz, i quattro ragazzi sfornano un disco divertente e ben suonato, che pur avendo come baricentro una matrice fortemente pop, è impreziosito altresì da innumerevoli citazioni e dal richiamo a più disparati generi. C'è chi vi troverà un pò di Amy Winehouse (la bella voce della cantante Rachael Price ricorda da vicino quella dell'immensa Amy), un certo retrogusto anni '80 (Working Week, Style Council), e addirittura certe similitudini a Hall & Oates, quelli di H2O, per intenderci. Un pò di jazz, un filo di roots music, molto pop e molto soul sono gli ingredienti principali di un disco che, pur non brillando per originalità e tradendo un suono a volte un pò troppo patinato (ma è questione di gusti), trova il proprio punto di forza in ammiccanti melodie che la bella voce della Price e le splendide armonizzazioni vocali dei quattro rendono spesso irresistibili. Tanto che bastano un paio di ascolti per ritrovarsi a canticchiare qualche canzone degli LSD sotto la doccia. Divertente e brioso.

VOTO: 7-





Blackswan, giovedì 19/06/2014

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