domenica 27 dicembre 2015

I TRE MIGLIORI DISCHI LIVE USCITI NEL 2015




BOB MARLEY & THE WAILERS - EASY SHANKING IN BOSTON '78
Una grande performance, un suono dagli accenti più marcatamente rock, grazie anche al ritorno alla chitarra solista di Al Anderson, e una band che trasmette una travolgente energia, rendono Easy Shanking il miglior disco dal vivo della discografia di Marley dai tempi di Live! del 1975. Prodotto, tra gli altri, da Ziggy e Cedella Marley, la registrazione si distingue per l'ottima qualità e un mixaggio a dir poco perfetto, che ci restituisce l'avvolgente clima della serata e il pathos davvero notevole dell'esecuzione. Jamming, No Woman No Cry, Rebel Music, Get Up Stand Up (da brividi), I Shot The Sheriff sono solo alcune delle gemme di un disco da ascoltare a tutto volume e da ballare dall'inizio alla fine. Esperienza mistica.







GOV’T MULE Featuring JOHN SCOFIELD – SCO-MULE
Una performance torrenziale, sostenuta da una pirotecnica sezione ritmica, che stupisce per precisione, equilibrio e improvvisi (oltre che rapidissimi) cambio tempo, e dalle trame avvolgenti di Matrazzo, puntualissimo a incorniciare le pennellate di Scofield e Haynes. E poi, ci sono loro due, due fenomeni della sei corde, che convivono sul palco con due stili differenti, che per una volta, almeno, sembrano aver bruciato ogni possibile distanza. Le due chitarre si rubano la ribalta a vicenda, si inseguono, si cercano, si trovano, si sovrappongono, si sostengono, duettano, vivono in un sincronismo simbiotico che lascia stupefatti. Virtuosismi, intuizioni, e un fiume di note che scorre in un alveo scavato esattamente a metà fra tecnica e cuore. Se in circolazione ci fosse ancora qualcuno che dubita che i Gov't Mule siano la seconda (il primato è degli Allman, stessa famiglia) più eccitante jam band della storia, con questo Sco-Mule è servito per sempre. Pazzesco.







QUEEN – LIVE AT THE ODEON – HAMMERSMITH 1975
Lo standard della performance è altissimo e i quattro sono, come si suol dire in questi casi, in una serata di grazia. Se Mercury è istrionico, ma evita accuratamente di gigioneggiare, e Deacon e Taylor iniettano nel live una dose di anfetamina difficile da metabolizzare in una volta sola, la parte del protagonista assoluto la fa però Brian May, muscolare alla bisogna (il live ha un potentissimo taglio hard) ma capace di tecnica sopraffina e velocità iperstellare (il solo di chitarra eseguito a metà concerto è una vera e propria delizia per inventiva e fantasia). Il lavoro di rimasterizzazione è pazzesco e la qualità sonora è pertanto ottima; tuttavia, alla fine, come sempre, sono le canzoni a fare la differenza: la prima esecuzione dal vivo di Bohemian Rapsody, un travolgente medley rock and roll che prende spunto da Jailhouse Rock di Presley, alcune straordinarie versioni di grandi classici (su tutte, White Queen).





Blackswan, domenica 27/12/2015

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