domenica 20 marzo 2016

SPIDERGAWD - III (2016, Crispin Glover)



Partiti come tanti altri progetti collaterali della band madre Motorpsycho gli Spidergawd sono diventati in pochissimi anni (Spidergawd I è del 2014, II del 2015) una delle realtà più importanti, anche se poco conosciuti al grande pubblico, nel panorama Rock mondiale e questo terzo volume è un album imperdibile. Da giocattolo R’n’R di una grande band a grande band motu proprio.
Gli Spidergawd sono terapeutici, vi assicuro. Vi ricordate del Compagno Antonio? Il comunista smemorato in un programma della Dandini? Ecco, se un appassionato di Rock si risvegliasse, come lui, da un coma durato vent’anni e dovessimo raccontargli velocemente lo stato dell’arte della sua musica preferita gli farei ascoltare quest’ultimo album degli Spidergawd. Cuffie sulla testa e ampli a volume 8, Best Keep Secrets, la terza traccia dell’album per dare inizio alla terapia riabilitativa (riascoltativa), una straordinaria cavalcata Heavy Stoner con tanto di fiati alla Clarence Clemons ad ingentilire la carica proto-punk del pezzo. Chitarre e sax baritono, uno dei matrimoni più riusciti della storia del Rock che gli Spidergawd celebrano una volta di più con la disinvoltura dei fuoriclasse. Dopo questa botta adrenalinica per il nostro ipotetico amico, miracolato dalla scienza e dal Rock, l’impellente bisogno di procurarsi I e II, gli album precedenti degli Spidergawd. Sono pezzi come questo che ci fanno capire la cifra stilistica raggiunta dal gruppo norvegese. Basta del resto ascoltare anche tracce del calibro di No Men’s Land, il travolgente pezzo d’apertura con un riff memorabile, oppure The Funeral perfetto compendio del suono Spidergawd, per non parlare della fulminea Picture Perfect Package un pezzo tra l’altro dal grande appeal radiofonico, con Josh Homme a mulinare nell’aria ritmicamente il piedino e a chiedersi: e questa figata? Che cazzo, potevo scriverla io. In chiusura la mini suite Lighthouse con il terzo episodio da applausi a scena aperta. Chitarre abrasive e sezione ritmica che pompano all’inverosimile. 




Si rimane storditi dai 36 minuti a presa immediata di questo album: ritmiche potenti, perizia strumentale da far impallidire i fan del prog, canzoni ispiratissime e riferimenti a iosa. Schiacciare nuovamente il pulsante play è inevitabile per farci travolgere ancora e ancora dall’energia incontenibile dagli Spidergawd. Nel calderone delle affinità tutte le band che hanno rinverdito il Rock negli ultimi vent’anni reiterando l’energia chitarristica dei seventies. Tra le più scontate Queens Of The Stone Age, Nebula, Monster Magnet, Pontiak e più recentemente Heavy Eyes, Endless Boogie, Dirty Streets e i teutonici Wedge. Insomma, un gran bel movimento per gli appassionati delle sonorità più sanguigne, una colata magmatica inarrestabile che arriva da lontano e che non ha intenzione alcuna di spegnersi.
Se possiamo affermare senza tema di smentita che i Motorpsycho sono una delle più importanti band degli ultimi 25 anni che hanno attraversato i generi come dei novelli Kubrick del Rock, gli Spidergawd potrebbero essere l’equivalente musicale di Full Metal Jacket. La guerra Heavy intrisa di pacifismo Psych dei Motorpsycho.

Voto: 9





Porter Stout, domenica 20/03/2016

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