Partiti come tanti altri progetti
collaterali della band madre Motorpsycho gli Spidergawd sono diventati in
pochissimi anni (Spidergawd I è del
2014, II del 2015) una delle realtà
più importanti, anche se poco conosciuti al grande pubblico, nel panorama Rock
mondiale e questo terzo volume è un album imperdibile. Da giocattolo R’n’R di
una grande band a grande band motu proprio.
Gli Spidergawd sono terapeutici,
vi assicuro. Vi ricordate del Compagno Antonio? Il comunista smemorato in un
programma della Dandini? Ecco, se un appassionato di Rock si risvegliasse, come
lui, da un coma durato vent’anni e dovessimo raccontargli velocemente lo stato
dell’arte della sua musica preferita gli farei ascoltare quest’ultimo album
degli Spidergawd. Cuffie sulla testa e ampli a volume 8, Best Keep Secrets, la terza traccia dell’album per dare inizio alla
terapia riabilitativa (riascoltativa), una straordinaria cavalcata Heavy Stoner
con tanto di fiati alla Clarence Clemons ad ingentilire la carica proto-punk
del pezzo. Chitarre e sax baritono, uno dei matrimoni più riusciti della storia
del Rock che gli Spidergawd celebrano una volta di più con la disinvoltura dei
fuoriclasse. Dopo questa botta adrenalinica per il nostro ipotetico amico,
miracolato dalla scienza e dal Rock, l’impellente bisogno di procurarsi I e II,
gli album precedenti degli Spidergawd. Sono pezzi come questo che ci fanno
capire la cifra stilistica raggiunta dal gruppo norvegese. Basta del resto ascoltare
anche tracce del calibro di No Men’s Land,
il travolgente pezzo d’apertura con un riff memorabile, oppure The Funeral perfetto compendio del suono
Spidergawd, per non parlare della fulminea Picture
Perfect Package un pezzo tra l’altro dal grande appeal radiofonico, con Josh
Homme a mulinare nell’aria ritmicamente il piedino e a chiedersi: e questa
figata? Che cazzo, potevo scriverla io. In chiusura la mini suite Lighthouse con il terzo episodio da
applausi a scena aperta. Chitarre abrasive e sezione ritmica che pompano
all’inverosimile.
Si rimane storditi dai 36 minuti a presa immediata di questo
album: ritmiche potenti, perizia strumentale da far impallidire i fan del prog,
canzoni ispiratissime e riferimenti a iosa. Schiacciare nuovamente il pulsante
play è inevitabile per farci travolgere ancora e ancora dall’energia incontenibile
dagli Spidergawd. Nel calderone delle affinità tutte le band che hanno
rinverdito il Rock negli ultimi vent’anni reiterando l’energia chitarristica
dei seventies. Tra le più
scontate Queens Of The Stone Age, Nebula, Monster Magnet, Pontiak e più
recentemente Heavy Eyes, Endless Boogie, Dirty Streets e i teutonici Wedge. Insomma,
un gran bel movimento per gli appassionati delle sonorità più sanguigne, una
colata magmatica inarrestabile che arriva da lontano e che non ha intenzione
alcuna di spegnersi.
Se possiamo affermare senza tema
di smentita che i Motorpsycho sono una delle più importanti band degli ultimi
25 anni che hanno attraversato i generi come dei novelli Kubrick del Rock, gli
Spidergawd potrebbero essere l’equivalente musicale di Full Metal Jacket. La guerra Heavy intrisa di pacifismo Psych dei Motorpsycho.
Voto: 9
Porter Stout, domenica 20/03/2016
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