Gregg Allman ha 64 anni,la maggior parte dei quali passati al servizio del Dio del Rock.Da protagonista oltretutto,visto che la sua Allman Brothers Band ha rivoluzionato la storia creando un suono,il southern,e regalandoci quello che da molti è considerato il più bel disco live di tutti i tempi ( Live at Fillmore East del 1971 ).Oggi Gregg,dopo una brutta epatite che stava per mandarlo all’altro mondo,torna sulle scene,a ben 14 anni di distanza dall’ultima prova solista.E lo fa con un disco di classici del blues,rivisitati con attenzione filologica e rigore.Il timore era quello che ne venisse fuori un antologia da ripasso un po’ datata.Invece,l’infallibile produzione di T.Bone Burnett toglie le ragnatele dagli scheletri,mentre il resto lo fa la bella voce di Gregg, ancora intrisa di aspra passione.Forse,manca un po’ di sporcizia e non tutto è ruvido come potrebbe,ma le canzoni in scaletta dopo decenni graffiano ancora.Come la zampata iniziale di “ Floating Bridge “,classico del 1937 a firma di Sleepy John Estes,da tenere come un fotografia sul comodino per ricordarci dove tutto ebbe inizio.
VOTO : 6,5
Blackswan, sabato 09/04/2011
Nessun commento:
Posta un commento