Ci sono artisti e dischi che vanno scoperti con un colpo di culo, viaggiando sul web con orecchie e occhi bene aperti. E’ il caso di Takamasa Ishihara,al secolo Miyavi, chitarrista e cantante giapponese di Osaka,artista poliedrico, le cui fattezze artistiche richiamano alla mente un incrocio post nucleare fra le Adam Ant, il Jovanotti primo periodo e Lady Gaga. Trent’anni appena, ma con alle spalle una discografia da far impallidire i più noti artisti occidentali, Miyavi si getta alla conquista del mercato europeo con questo Live che ha tutti i numeri per sbancare. Immaginatevi i White Stripes (il chitarrista giapponese si presenta sul palco accompagnato solo da un batterista ) andati a male per un trip di acido e avrete un’idea di ciò che vi aspetta. Se però l’impianto è decisamente rock, rispetto al combo di Jack White Miyavi sposta l’accento sul funk, piuttosto che sul blues, allestendo dieci canzoni sanguigne e anfetaminiche,suonate con inconsueto ardore.Voce incatramata alla Lemmy ( il cui timbro,nello specifico,è accentuato da problemi di afonia) e tecnica chitarristica notevolissima (suona quasi sempre in “slap “ ),l’artista nipponico da vita ad uno show che vi terrà incollati alle cuffie come durante la visione di un thriller: non c’è un momento di tregua,a parte il lentone “ We love you “ ( unica nota stonata di un disco perfetto), i 20 secondi di silenzio assoluto per ricordare le vittime dello tsunami e un’impazzita scheggia gotica ( la cupa “ Gravity ),mentre i colpi di scena si susseguono senza soluzione di continuità ( la furia quasi punk di “ Survive “,l’inconsueto finale techno di “ Futuristic love “. ).Un disco da non farsi scappare,candidato ad essere uno dei migliori di questo 2011 e a decretare meritata fama a Miyavi anche lontano dalla terra del sol levante.
VOTO : 7
Blackswan, 10/05/2011
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