Sean Rowe ha una voce profonda, baritonale, da crooner. Una voce calda e definitiva ,di quelle che infiammano l’anima e ti portano via,trascinandoti nella scia di c anzoni che riempiono le giornate e il cuore.C’è la storia della musica americana in queste dieci gemme di ruvida purezza.C’è la malinconia colloquiale di Leonar d Cohen,l’epica on the road di Bruce Springsteen e Steve Earle,il sogwriting limpido di Bobby Charles , screziature luminose di morbido soul,qualche squarcio naive indie-folk e il grande padre blues nelle sue inquiete derive urbane.C’è soprattutto Sean Rowe che con la sua chitarra taglia e cuce canzoni talvolta sospese e atemporali,talvolta crude e drammaticamente intense,costruite sul contrasto spaesante fra elettricità e morbido contrappunto d’archi (il violoncello di “ Ti me to Think “ non perdona). Un disco,”Magic “, il cui ascolto richiede dedizione assoluta,attenzione e silenzio, ma che saprà ripagarvi evocando il sapore antico delle emozioni vere.
VOTO : 8
Blackswan, domenica 05/06/2011
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