Adoro i dischi  live, ma li acquisto sempre con somma circospezione.L'incognita è quella di  trovarsi di fronte ad un prodotto patinato, ritoccato adeguatamente in fase di  mixaggio, ripulito da sbavature sonore, e che ripropone, senza  palpiti e col metodo copia-incolla ,canzoni già ascoltate negli album  registrati in studio.Non è certo il caso di questo postumo di Jeff  Healey,risalente al 1994 ( quando Healy era al crocevia della propria carriera ), e fedele riproduzione di un'esibizione live al  Grossman's Tavern di Toronto, al cospetto, ritengo con un certo ottimismo, di un centinaio massimo di  spettatori.Un contesto molto minimal, quindi,dove,che la cosa faccia piacere o meno, il pubblico,necessariamente, sta sugli strumenti tanto  quanto i musicisti.Si respira all'unisono,insomma.Ed è proprio questa l'atmosfera che si rivive ascoltando l'ora e un  quarto scarsa del live act : nessuna barriera, il palco fra la gente,le chiacchiere degli avventori,una band in stato di grazia, esaltata dal calore degli spetttori e dalla splendida resa sonora della location.Healey è  in una forma smagliante : suona prevalentemente seduto ( il chitarrista era  cieco dall'età di un anno ),ma la sua chitarra dardeggia,infiamma,è rigogliosa  di suoni e sferragliante come un treno in corsa.Non sono da meno i suoi  comprimari, Joe Rockman al basso e Tom Stephen alla batteria.Special guests  d'eccezione, uno strepitoso Pat Rush ( già nelle line up di Johnny Winter e Buddy Guy ) alla  chitarra ritmica e alla slide, e l'armonicista Michael Pickett ( leader dei  canadesi Whiskey Howl ).L'ensamble è stellare e affiatatissima.Si parte con "I'm  going home " di Alvin Lee e " Killing Floor " di Chester Burnett e sono subito  fuochi d'artificio.La sezione ritmica è possente e quadrata (  ascoltatevi l'apertura del primo brano ) e Healey e Rush,il primo che  strapazza la sei corde di assoli e il secondo che produce riff seriali e pompa  adrenalina funky, ci danno dentro alla velocità della luce.Poi,i tempi si  dilatano un poco, e parte il notturno blues di "As the years go passing by " di  Deadric Malone,in cui la chitarra di Healey miagola straziante e malinconica come una  gatta in calore.Il r'n'b' sguaiato di " Ain't that just like a woman "  inserisce nuovamente il turbo alla chitarra di Healey,che si brucia  letteralmente le dita sulla tastiera in assoli di velocità fulmicotonica.In  scaletta c'è anche una solidissima versione di " Yer Blues " dei  Beatles, consumato standard dei palcoscenici blues, qui però suonato con un approcio tanto intenso quanto nerboruto.E piace tantissimo anche la rilettura di " Crossroads " di  Johnson,durante la quale Healey evita di puntare sullo sferzante riff  iniziale ( tipo Lynyrd Skynyrd,per intenderci ) e  si gioca la carta del  crescendo funky.Il finale,tutto anima e core,è dedicato a due superclassici del  rock," Voodoo Child " di Hendrix e " All Along the Watchtower " di Dylan ( con un accenno di " Layla " di Clapton ),che il  chitarrista canadese reinterpreta con stile proprio per un totale di venti  minuti di fremente passione.Ma la gemma  assoluta è "Who's been talking ",in cui Healey dialoga con l'armonica di  Pickett, come fossero Blackmore e Gillan in versione blues, e durante un  assolo, giuro non avuto le traveggole, fa letteralmente sghignazzare la  chitarra.Uno fra i tanti colpi di scena che costellano un disco, che ricorda ai posteri l'immenso patrimonio tecnico di cui era dotato Healey e  che purtroppo una breve,sfortunata e sottovalutata carriera,non ha saputo  esaltare come avrebbe dovuto.Un disco imperdibile per chi ama la chitarra,il  blues e i dischi live.
VOTO :  9
Blackswan, mercoledì 28/09/2011 

5 commenti:
Evvai! Questo ce l'ho!.... ^_^
Anch'io sui live sono abbastanza tentennante.... Per assurdo mi è capitato di apprezzare di più alcuni live di Ligabue che altri addirittura di Dylan proprio per quell'effetto di "ripulitura" che non rende l'idea di quel che è successo davvero....
Però questo è davvero un gran live, denso, sentito e viscerale quanto può essere un concerto di fronte a 4 gatti.... Decisamente da 9, anzi, 9+! ^_^
E complimenti per la recensione! Si vede che 'sto disco l'hai consumato.... ^_^
Jeff Healey è stato uno dei più grandi chitarristi bluesman degli ultimi 15-20, insieme a Gary Moore.
Gran disco e poi il rumore della puntina è imbattibile
scusa per questo commento fuori tema, ma c’è un problema di urgenza che interessa tutti i blog
Comunicazione
Sulle rettifiche in blog e multe ho inserito questa lettera che passo
Cordiali saluti
http://www.lacrisi2009.com/2011/09/rettifiche-in-questo-blog-gia-fatto.html
ottimo!
Posta un commento