giovedì 18 dicembre 2025

Florence + The Machine -. Everybody Scream (Polydor, 2025)

 


Deve essere bello essere un uomo e fare musica noiosa solo perché puoi"

 

Con questo verso contenuto in "One of the Greats", seconda traccia tratta da questo nuovo Everybody Scream, Florence Welch ribadisce l’inclinazione femminista della sua musica, che è anche uno dei temi portanti e più sfacciatamente esibiti dell’album. D’altra parte, in tal senso, la copertina è abbastanza esplicita: la foto mostra la Welch inquadrata in un tipico atteggiamento maschile (e machista) con le gambe aperte e lo sguardo spavaldo, in una posa che suggerisce un bel dito medio mostrato agli innumerevoli concetti patriarcali della società odierna.

Non solo. Alla base del disco c’è un dramma personale, l’aborto spontaneo avvenuto durante il tour per la promozione di Dance Fever nel 2023. In Everybody Scream, però, la Welch fa molto più che descrivere dettagliatamente il trauma e dare forma al dolore attraverso le note. La riflessione è profonda e lacerante, ma, come evidente nel titolo, c’è anche un implicito invito a se stessa e all’ascoltatore a reagire, a liberare, attraverso un urlo catartico, la rabbia e la tristezza represse.

Questo disco è, dunque, un'opera in cui la Welch raggiunge il punto di ebollizione estrema e condensa questo mondo di dolore e confusione in dodici canzoni che non si risparmiano mai dal punto di vista emotivo. Qui ci sono alcune delle sue musiche più sincere composte fino ad oggi e, anche se il mondo sembra crollarle addosso, la songwriter londinese sembra uscirne più saggia e audace, consapevole come non mai.

Everybody Scream è anche un disco che si sviluppa in alternanza fra luci (poche) e ombre, mettendo ancora una volta sul piatto l’alone di mistero e il lato gotico che sono due elementi distintivi dell’artista anglosassone. Quell’estetica stregonesca alla Stevie Nicks, su cui la Welch ha sempre giocato, e non solo da un punto di vista estetico, emerge più che mai in questo disco, che, come detto, nasce in un momento buio e traumatico per la cantante.

Anche se la sua stella brilla sempre più luminosa ogni volta che viene menzionato il suo nome, quell’episodio traumatizzante e l'inevitabile tumulto emotivo che ne è conseguito, hanno gettato un'ombra oscura sulla sua vita. La vicinanza con la morte ha fatto scattare una molla decisiva, e quella strega che è sempre stata un sotto testo delle sue canzoni, emerge con forza e diventa protagonista della title track e della clip che l’accompagna, in cui la musicista accompagnata dal Deep Throat Choir, ensemble tutto al femminile (il suo "coro delle streghe", come lei stessa lo definisce), costruisce un mondo sonoro intriso di ritualità e liberazione: “La stregoneria, la medicina, gli incantesimi e le iniezioni / Il raccolto, l’ago, proteggimi dal male / La magia e la miseria, la follia e il mistero”.

Qui, la Welch personifica un'estetica che i suoi fan, e non solo, hanno sempre associato alla musica dei Machine, quella di una strega che scappa nei boschi per maledire coloro che le hanno fatto del male.

Per quanto ammantato di un alone crepuscolare, Everybody Scream è, comunque, ben lontano dall'essere solo un flusso di coscienza, un’immersione nel buio del dolore, un'analisi delle insidie che si celano nel realizzare i propri sogni, e, soprattutto, si tiene lontano dal tentativo di ripetere i successi passati.

La scaletta rappresenta semmai il momento in cui Welch si distingue dai suoi colleghi pop e si tuffa senza paura in un art-pop spazioso plasmato con il folk anni ‘70, sostenuto da percussioni incalzanti e levigato da una produzione che gioca per sottrazione, lasciando che siano l’immaginario vivido e sentimenti senza filtri a guidare i brani.

La strumentazione del disco, anche nei suoi momenti più esplosivi, come nella trascinante traccia che dà il titolo all'album e nella struggente "You Can Have It All", s’incentra su percussioni a cascata e incandescenti crescendo, lasciando però che la stella più luminosa sia sempre la Welch, il suo inarrivabile vibrato, la sua emotività trascinante.

Traumatica e incredibilmente sincera, la musica di Florence continua a muovere l'ago della bilancia in una cultura pop che è stata ridotta a canzoni abbastanza brevi da diventare virali in un video di TikTok. Lo stile barocco e la passione per l’art pop dei Florence + the Machine potrebbero sembrare in qualche modo anacronistici e fuori luogo in un contesto musicale attuale, eppure questa proposta ha mantenuto un certo livello di rilevanza in un'industria satura di inautenticità. E questo urlo, catartico e liberatorio, rende onore al genere, irrorandolo di sangue, bagnandolo di lacrime e pervadendolo di emozioni contraddittorie, ma mai così vere e totalizzanti.

Voto: 8

Genere: Indie Rock, Art Pop

 


 


Blackswan, giovedì 18/12/2025

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