lunedì 24 ottobre 2011

NEIL YOUNG - ON THE BEACH


Ci sono stati anni della mia vita in cui ho mangiato pane e Neil Young.Da quando ho iniziato ad ascoltare musica, superata l'iniziale fase di amore esclusivo per il prog – rock e prima di incontrare ( con qualche anno di ritardo ) il punk , i dischi del rocker canadese hanno girato sul piatto del mio stereo con progressiva intensità." Harvest ","After The Gold Rush ", "Zuma" sono stati il carburante nobile della mia crescita, i primi atti di rivolta rock ad ascolti fino ad allora costituiti quasi esclusivamente da musica classica e progressive.Con il passare degli anni e l'età adulta, Neil "forever" Young ha continuato a farmi compagnia, ed ancora oggi l'acquisto di un suo disco mi procura brividi che pochi altri artisti sanno darmi.L'amore per " On The Beach " è però  relativamente recente.Quando ero ragazzino, l'ascoltavo e non mi faceva impazzire.Lo trovavo verboso, pesante, come se Neil si fosse ripiegato su se stesso, avesse perso la grinta e quella forza emotiva che da sempre le sue canzoni mi trasmettevano.Cresciuto, ho capito il perchè quel disco, che oggi adoro, non mi piacesse così tanto." On The Beach " è un’opera adulta, riflessiva, contiene tante parole e tanta sofferenza che un giovane non può comprendere appieno.Il rocker e la sua chitarra lasciano il posto all'uomo tout court, alla sua finitezza, al suo dolore.L'anno precedente alla pubblicazione del disco, Young perde l'amico fidato, Danny Whitten ( chitarrista dei suoi Crazy Horse ), ed un altro amico, Bruce Berry ( roadie del gruppo ). Inoltre, i suoi problemi con alcol e droga si fanno più pressanti e la depressione lentamente lo sta divorando ( si sente in colpa per la morte di Whitten, che lui stesso ha cacciato dalla band perché in condizioni fisiche inaccettabili ).Scende all'inferno, Neil, le perfette melodie di " Harvest " non ci sono più, le cavalcate elettriche sono un ricordo lontano.Toccato il fondo, è necessario risalire o scavare. Bisogna rielaborare il lutto, riflettere, comprendere, cercare una via che porti alla catarsi oppure alla distruzione totale.Nel 1973, incide " Time Fades Away ", disco dal vivo di brani tutti inediti, sui quali aleggia l'ossesione per la morte .I suoni sono ruvidi, duri, sfilacciati, il folk è distante mille miglia, la musica del canadese trasuda rabbia e frustrazione.Poco dopo, Neil scrive " Tonight's The Night " ( che pubblicherà solo nel 1975 ), ma la Reprise, l’etichetta per la quale incide, si rifiuta di pubblicarlo: troppo cupo, troppo ossessionato, troppo lontano da ciò che i fans si aspettano ( ricordiamo che “Time Fades Away “ e il relativo tour furono un fiasco ).In poco tempo, allora, il canadese torna all'opera e partorisce  " On the Beach ". Si chiude in studio di registrazione insieme alla band e inizia un lavoro difficile e tortuoso. Young ha chiari i concetti ( morte, disperazione, militanza civile e politica ), ma non sa bene come svilupparli, soprattutto perché la casa discografica gli impone l’obbligo di sonorità più distese. Si improvvisa molto, e nonostante ciò il risultato è stranamente uno dei dischi più omogenei e completi della discografia del canadese. Merito anche del produttore, Rusty Kershaw, che durante le sessioni di registrazione si prodiga anche come cuoco, cucinando grandi quantità di frittelle composte da un impasto di miele e marijuana ( honey slides ).Sembra una banalità, ma fateci caso :le canzoni suonano rilassate, le atmosfere sono dolorose, ma intrise di una sensazione da liquido amniotico che attenua i toni apocalittici e stempera non poco il pathos.La copertina esprime molto bene il contenuto del disco: Neil di spalle guarda un mare grigio ed un cielo plumbeo. Dietro di lui, un ombrellone, un tavolino e delle sedie da campeggio, la coda di una cadillac che spunta dalla sabbia, un giornale abbandonato.Senso di desolazione, di perdita, di cose troppo umane che il tempo cancella, nasconde, consuma."Ambulance blues " è una delle più belle canzoni scritte da Young : fortemente sarcastica, contiene una vibrante polemica nei confronti di  Nixon e dei disastri della sua presidenza.La title track e " See The Sky About To Rain " sono affreschi dolenti e senza tempo, quasi oasi di serena rassegnazione. “ Vampire Blues ” ripropone i toni sarcastici della polemica : questa volta, Neil prende di mira il capitalismo e la crisi petrolifera.Se si ascolta con attenzione la canzone si può sentire Tim Drummond che tiene il ritmo passandosi la carta di credito sulla barba ispida.L’iniziale " Walk on ” ( scritta in risposta alle critiche della stampa per il mezzo fallimento di “Times Fades Away “ ) è l'unico momento brioso, l'ipotesi che forse alla fine del tunnel ci sia ancora luce." Revolution Blues " è la spietata ed intima confessione del dolore che si fa malattia, depressione, esaurimento, e nella parte finale vi è un esplicito riferimento a Charles Manson, con cui Young ebbe una superficiale amicizia . Ad accompagnare Neil in questo brano, ci sono David Crosby alla chitarra e la sezione ritmica dei The Band. Al momento di pubblicare il disco, si temeva l’ennesimo fallimento. E invece, a dispetto dello spessore degli argomenti trattati,” On The Beach “ raggiunse livelli di vendita altissimi, tanto da aggiudicarsi anche il disco d'oro. Un’ultima curiosità. Tra i vecchi album di Neil Young, questo è stato l'ultimo ad essere pubblicato in cd. Vi si oppose strenuamente lo stesso canadese, che riteneva il disco troppo intimo e personale per essere divulgato ( e suonato ) coi nuovi supporti, la cui resa sonora risultava troppo pulita e fredda.

19 commenti:

stefanoSTRONG ha detto...

bel disco. anche se gli preferisco molti altri (sarò anche banale, ma harvest 1 & 2, rust never sleeps e afeter the goldrush sono un'altra cosa!)

Blackswan ha detto...

@ Stefano : sfondi una porta aperta :) A parte la brutta parentesi degli anni 80 di Neil a me piace proprio tutto.La trilogia non dichiarata della disperazione ( Time Fades Away,Tonight's the night e On the Beach ) ha però un fascino davvero particolare.

Zio Scriba ha detto...

Io l'ho scoperto tardissimo (grazie alla splendida colonna sonora di Dead Man di Jarmusch) e ne sono rimasto semplicemente stregato, ammaliato. Proprio negli ultimi giorni me ne son sparato una megadose grazie all'ottimo blog RESTO IN ASCOLTO, che ancora, anche da qui, ringrazio. :D

Overthewall91 ha detto...

Bellissimo disco.

Blackswan ha detto...

@ Zio : In un'ipotetica famiglia rock, Neil Young è il mio zio canadese.Gli voglio un bene dell'anima per tutte le emozioni che ha saputo regalarmi.Questo disco è magico, uno di quelli che porterei sulla famosa isola deserta.
Mi unisco ai complimenti per Resto in Ascolto che leggo sempre con estremo piacere.

@ Overthewall : da brividi,da brividi

face ha detto...

il mio disco di young è harvest,anche questo è molto bello pero'......

Alligatore ha detto...

... è un disco grandissimo. Veramente una pietra miliare.

Massi ha detto...

In Young vedo molto di quello che i Pearl Jam tratteranno nella loro musica,quasi come se fosse il loro papà artistico

Massi ha detto...

In Young vedo molto di quello che i Pearl Jam tratteranno nella loro musica,quasi come se fosse il loro papà artistico

Lucien ha detto...

Mmh, che buone quelle honey slides! ;)

Un disco magico che ho amato fin dal primo incontro. Tempo fa gli ho dedicato un post anch'io (all'artwork in particolare). tinyurl.com/y8a4swb
Ricordo la sorpresa quando l'amico Gi se ne tornò da Bruxelles con lo spartito, pronto per essere suonato. Allora costavano una fortuna!

Blackswan ha detto...

@ Face : con Harvest sono cresciuto e lo serbo nel cuore con affetto infinito.

@ Alligatore : Nel mio studio,mezza parete è occupata dalla copertina di On the Beach ( in tela,ovviamente ).Fai te come sto messo :)

@ Massi : è vero.Neil è considerato il padre putativo dei PJ e in generale del Gurnge.

@ Lucien : bei tempi.Adesso nelle frittelle ci metto solo il miele :)Vado senz'altro a dare un'occhiata.

Lucien ha detto...

La parete con il super poster te la invidio! Ma dove l'hai scovato? In tela poi!

pOpale ha detto...

Anche nel mio piatto non mancava mai Neil!

Blackswan ha detto...

@ Lucien : c'è un personaggio fantastico che gira per le fiere del cd e del vinile (ha lo studio ad Albissola),che per lavoro riproduce su tela copertine di dischi ed altro ancora.So che ha una pagina Facebook al nome di Old Gallery.Se gli scrivi ti manda il catologo.Puoi acquistare anche per corrispondenza.E'una persona disponibilissima e onesta.Io mi ci sono arredato la casa.

@ Popale : Piatto ricco mi ci ficco...:)

Lucien ha detto...

Grazie mille

lozirion ha detto...

Caro Blackswan, tu ben sai che parlando del buon vecchio Neil con me sfondi una porta aperta.... Neil è il mio cantautore preferito, in assoluto, riesce ad essere allo stesso tempo nostalgico e graffiante, nervoso e dolce, aveva ragione Ligabue quando diceva che "certe notti la radio che passa Neil Young sembra avere capito chi sei".... "On the beach" l'ho amato, ed è forse uno dei più sottovalutati album di Young, forse perchè si ritrova subito dopo due lavori eccezionali come "After the gold rush" e "Harvest", ma resta secondo me fondamentale....

@Lucien: Confermo, il tizio del banchetto alle fiere del vinile è veramente eccezionale, la copertina di "On the beach" me la sono portato a casa giusto giusto 10 giorni fa'.... ^_-

Blackswan ha detto...

@ Lozirion : aspettavo il tuo commento su Neil.Era ora...mi stai facendo un pò di flanella,come si dice a Milano :) Belle parole.Neil si ama per sempre.

lozirion ha detto...

@Blackswan: Eh si, hai ragione, mea culpa, in questi giorni sto latitando parecchio.... In più quando provo ad accedere il mio pc si rifiuta di lavorare (il che per un informatico è veramente imbarazzante....).

Se tieni conto che la recensione che ho pubblicato oggi avevo progettato di metterla 1 settimana fa....

Granduca di Moletania ha detto...

Neil è sempre stato onnisciente.

Ti aspettavi un disco country e ti usciva con la gibson elettrica; credevi fosse morto e ti esce con disco con i PJ; credevi fosse invecchiato e ti accorgi che non passerà mai.
Incarna il rock come pochi.

Ha fatto tanti bei dischi, ha fatto anche qualche schifezza.
Questo è tra i più belli.

P.S.: quando ero giovane, ho sempre invidiato i capelli suoi e quelli di David Gilmour. Adesso penso che le parti si siano invertite.