Mi ero ripromesso, con questa rubrica, di lasciare più spazio alle immagini e toglierlo alle parole. Ma Into The Wild è un film che mi ha dato tanto e a cui vorrei restituire qualcosa. Mi è venuto in mente così di pubblicare ciò che avevo scritto tempo fa, subito dopo aver visto il film.
Into the wild è un film sulla fuga. Fuga dalla società, in cui tutto è misurato col metro dei soldi e del possesso, in cui i sentimenti sono banalizzati, nella quale non esiste vera felicità, perchè la forma, il denaro, l'egoismo uccidono i sogni e mortificano le pulsioni. Fuga dalla famiglia, luogo di dolore e infinite tritezze, alveo di una violenza banale e immotivata, coacervo di primigeni egoismi e stolidissime viltà. Fuga soprattutto da se stessi, dall'immagine che di noi hanno gli altri, in un pirandelliano perdersi e ritovarsi tra mutate identità e rinnovate consapevolezze.
Into The Wild è un film sull'inutilità delle cose. Chris dona in beneficienza i suoi risparmi ( "il denaro rende le persone prudenti" ), distrugge carta di identità e patente, abbandona l'auto e brucia i soldi ( commettendo,quindi, il peccato capitale, l'atto definitivo di non appartenenza alla società dei consumi ). Si spoglia anche del nome, coercitivo di omologazione, ed assume l'alias di Alexander Supertramp ( il supervagabondo ).Conserva solo i libri, perchè le parole e la poesia sono una ricchezza reale, qualcosa che non potrà mai essere sostituita dalla grettezza del lusso.
Into The Wild è un film sulla ricerca. Ricerca di se stessi, perchè smarrirsi nelle terre selvagge della propria anima fa più paura del gelo, della fame, dei fiumi in piena, di gole profonde come la notte. Ritorna il tema dell'on the road, ma in una dimensione diversa, nella quale l'epicità di spazi immensi finisce per assumere i connotati intimisti del soliloquio, della inevitabile accettazione della propria finitezza, non intesa come limite, bensì come forza che consente di essere parte del tutto, natura nella natura. Un viaggio, quello intrapreso da Mc Candless, che è soprattutto formazione e crescita, che punta direttamente ad un ovvio desiderio di felicità, dal quale sono però escluse le dinamiche affettive e i rapporti di convivenza, in una prospettazione di socialità che quasi cita Sartre e il suo “ l’inferno sono gli altri “. " Sbagli se pensi di poter essere felice solo attraverso gli esseri umani " dice Chris al suo anziano amico. E’ in queste semplici parole che viene svelata la terribile ma lampante verità che sottende il ragionamento di McCandless: la vera felicità è la solitudine, sono i nostri ricordi, le nostre emozioni, che non possono in nessun modo essere condivise con gli altri.Gli altri sono forze confliggenti ( i genitori ), amori che generano lacrime ( la folk singer ed il vecchio ), tristezze infinite per perdite insanabili ( i due hippies ). Il prossimo va amato e rispettato, ma solo alla luce di una visione olistica della natura, in cui l’uomo esiste perché elemento, ingranaggio, parte del tutto. Viaggio e ricerca, dunque, che si sviluppano attraverso i sentieri impervi della riflessione filosofica, che più che generare certezze, accresce dubbi e sottopone a laceranti inquietudini, come quando Chris, ormai segnato dal destino, ha una breve resipiscenza, e scrive, fra le pagine di Tolstoj : " La felicità è davvero reale solo quando la puoi condividere".E’ un attimo di debolezza, un brivido di paura, un estremo interrogativo sul limitare della vita. Poi, la morte, in uno squarcio salvifico di cielo azzurro restituirà a Chris quella consapevolezza per la quale tanto ha lottato.
Into The Wild è un film sulla natura. Non certo quella da cartolina, non quella stereotipata di spiagge esotiche e patinate, non quella consumistica dei tramonti e dei cieli tersi di località turistiche. La natura è un respiro immenso, un cuore potente che regola i ritmi delle nostre esistenze. Selvaggia, indifferente, spietata, furibonda: la natura dona e toglie, rigenera e uccide. La malattia di Chris è strettamente legata alla malattia del mondo: quello sguardo rivolto verso il cielo un attimo prima di morire, non è solo il raggiungimento di una consapevolezza, ma soprattutto un’esplicita richiesta di perdono al creato. Chris rappresenta l’umanità intera, fragile innanzi a Dio, eppure così insensibile e arrogante da essersi condannata all’autodistruzione. Non possiamo più fare di questo mondo tutto ciò che vogliamo ( la scena dell'uccisione dell'alce è esplicita in tal senso ), perchè il male che facciamo alla natura "è la più grande tragedia della mia ( nostra ) vita " e ci condurrà nel baratro.
Into The Wild è un film di formazione, di quelli che se si vedono a vent'anni cambiano la vita, a quaranta danno consapevolezza, e a sessanta, probabilmente, ingenerano più di un rimpianto.
Into The Wild è un film sull'inutilità delle cose. Chris dona in beneficienza i suoi risparmi ( "il denaro rende le persone prudenti" ), distrugge carta di identità e patente, abbandona l'auto e brucia i soldi ( commettendo,quindi, il peccato capitale, l'atto definitivo di non appartenenza alla società dei consumi ). Si spoglia anche del nome, coercitivo di omologazione, ed assume l'alias di Alexander Supertramp ( il supervagabondo ).Conserva solo i libri, perchè le parole e la poesia sono una ricchezza reale, qualcosa che non potrà mai essere sostituita dalla grettezza del lusso.
Into The Wild è un film sulla ricerca. Ricerca di se stessi, perchè smarrirsi nelle terre selvagge della propria anima fa più paura del gelo, della fame, dei fiumi in piena, di gole profonde come la notte. Ritorna il tema dell'on the road, ma in una dimensione diversa, nella quale l'epicità di spazi immensi finisce per assumere i connotati intimisti del soliloquio, della inevitabile accettazione della propria finitezza, non intesa come limite, bensì come forza che consente di essere parte del tutto, natura nella natura. Un viaggio, quello intrapreso da Mc Candless, che è soprattutto formazione e crescita, che punta direttamente ad un ovvio desiderio di felicità, dal quale sono però escluse le dinamiche affettive e i rapporti di convivenza, in una prospettazione di socialità che quasi cita Sartre e il suo “ l’inferno sono gli altri “. " Sbagli se pensi di poter essere felice solo attraverso gli esseri umani " dice Chris al suo anziano amico. E’ in queste semplici parole che viene svelata la terribile ma lampante verità che sottende il ragionamento di McCandless: la vera felicità è la solitudine, sono i nostri ricordi, le nostre emozioni, che non possono in nessun modo essere condivise con gli altri.Gli altri sono forze confliggenti ( i genitori ), amori che generano lacrime ( la folk singer ed il vecchio ), tristezze infinite per perdite insanabili ( i due hippies ). Il prossimo va amato e rispettato, ma solo alla luce di una visione olistica della natura, in cui l’uomo esiste perché elemento, ingranaggio, parte del tutto. Viaggio e ricerca, dunque, che si sviluppano attraverso i sentieri impervi della riflessione filosofica, che più che generare certezze, accresce dubbi e sottopone a laceranti inquietudini, come quando Chris, ormai segnato dal destino, ha una breve resipiscenza, e scrive, fra le pagine di Tolstoj : " La felicità è davvero reale solo quando la puoi condividere".E’ un attimo di debolezza, un brivido di paura, un estremo interrogativo sul limitare della vita. Poi, la morte, in uno squarcio salvifico di cielo azzurro restituirà a Chris quella consapevolezza per la quale tanto ha lottato.
Into The Wild è un film sulla natura. Non certo quella da cartolina, non quella stereotipata di spiagge esotiche e patinate, non quella consumistica dei tramonti e dei cieli tersi di località turistiche. La natura è un respiro immenso, un cuore potente che regola i ritmi delle nostre esistenze. Selvaggia, indifferente, spietata, furibonda: la natura dona e toglie, rigenera e uccide. La malattia di Chris è strettamente legata alla malattia del mondo: quello sguardo rivolto verso il cielo un attimo prima di morire, non è solo il raggiungimento di una consapevolezza, ma soprattutto un’esplicita richiesta di perdono al creato. Chris rappresenta l’umanità intera, fragile innanzi a Dio, eppure così insensibile e arrogante da essersi condannata all’autodistruzione. Non possiamo più fare di questo mondo tutto ciò che vogliamo ( la scena dell'uccisione dell'alce è esplicita in tal senso ), perchè il male che facciamo alla natura "è la più grande tragedia della mia ( nostra ) vita " e ci condurrà nel baratro.
Into The Wild è un film di formazione, di quelli che se si vedono a vent'anni cambiano la vita, a quaranta danno consapevolezza, e a sessanta, probabilmente, ingenerano più di un rimpianto.
Sean Penn dirige una pellicola epica, ma mai retorica, visivamente emozionante, ma priva di ogni accenno calligrafico: racconta con misura, non indugia mai sull'emozione, suggerisce semmai con la semplice essenzialità di un paesaggio, di uno sguardo, di una parola, induce alla riflessione alternando a immani silenzi la musica scarna di un intenso Eddie Vedder.
Emile Hirsh nel ruolo di Chris non interpreta, semplicemente vive il suo personaggio in un perfetto equilibrio espressivo che trasforma il tormento, la paura, l’avventatezza, la pertinacia e le fragilità di un giovane uomo in quelle di ciascuno di noi.Che per la durata del film ci siamo sentiti come Chris, ma che non abbiamo, ne avremo mai, il coraggio di lasciare tutto e partire.
Blackswan, domenica 11/12/2011
45 commenti:
Uno degli ultimi film che ho amato visceralmente!
"Che per la durata del film ci siamo sentiti come Chris, ma che non abbiamo, ne avremo mai, il coraggio di lasciare tutto e partire"
ho amato questo film per tutto quello che hai scritto, per la voce di Eddie Vedder che accompagnava quelle immagini stupende e francamente rivederlo provocherebbe qualche rimpianto, anche se non ho 60 anni ;)
Uno di que film che ti entra dentro , o ne resti inesorabilmente fuori , trovandolo noioso e lento. Che peccato... ma purtroppo le nostre sensibilità , i nostri gusti , i nostri modi di vedere , sono diversi. Forse non purtroppo , ma per fortuna.... Un film che vorresti aver vissuto in prima persona , senza averne avuto il coraggio( bravo" Resto in ascolto") , un film che ti incastra nella natura anche senza volerlo, scandito dalla musica di Eddie Vedder , che ti fa capire tutto l'amore e la severità della natura stessa , da madre , ma anche da giudice severissimo, che quando punisce , è per sempre! Un film da rivedere ogni tanto, scopriamo anche noi sempre qualcosa di nuovo... Grazie , amico caro per avercelo riproposto!
Splendido film, splendido personaggio. L'unico momento deludente è quando Chris dice di no per ragioni fiscalmente anagrafiche a quella ragazza che vorrebbe fare l'amore con lui, ma non ne ha "burocraticamente" l'età: in quel momento pare trasformarsi, in modo un po' assurdo, in un conformista impiegato di banca.
Un film che mi ha investito e coinvolto come raramente mi è accaduto.
Forse perché anche il giovane Lucien è stato un po' supertramp; non così determinato e meno coraggioso(incosciente?).
Le fughe mi avevano portato "lontano" poi sono tornato, ma nel tempo l'anima di quei viaggi e vagabondaggi mi è rimasta dentro con la consapevolezza (o se vuoi debolezza) che "La felicità è davvero reale solo quando la puoi condividere".
into the wild è un film su tutte le cose che hai detto.
e forse anche di più...
Grande pellicola, e grande colonna sonora di Eddie. C'è pure un doc sullo stesso personaggio, che un paio di anni fa presentarono in Italia al festival della montagna di Trento, ma non riuscii a vedere perchè troppa gente aveva prenotato. Qualcuno l'ha mai visto?
Non avevo dubbi Zio Scriba che tu non ti saresti fatto scappare l'occasione e scommetto che era pure gratis, accidenti!! :)))
Grazie Black non l'ho visto e mi hai incuriosito molto questo è il genere che piace a me. Rimedio subito. Ciao un abbraccio.
Meraviglioso film tratto da una storia reale...indimenticabile esperienza di vita!
Grazie di averlo rammentato.
Ciao.
Un capolavoro, credo di poterlo inserire tra i miei 10 film preferiti in assoluto.... Un film denso che ho amato davvero tanto, nonostante nei cinema sia passato quasi di sfuggita (tanto per cambiare....)
E poi con una colonna sonora da paura.... ^_^
Gran bel post fratello!
Questo film me l'hanno "regalato" in un dvd con delle porcherie tali, che se alla fine ho visto pure questo è stato solo perché ero disperata e speravo davvero che almeno l'ultimo film fosse passabile.
Invece: è stupendo!! Una sorpresa indescrivibile!
Io purtroppo ero appena "rientrata" dal mio viaggio di formazione, e ho rischiato di morire di pentimento e di nostalgia, ma sono sopravvissuta perché ho pensato che anche stando fermi si può intraprendere un viaggio e che rivedere gli stessi posti non necessariamente significa tornare. Ho deciso di considerare tutto quello che stavo per intraprendere (statico o rivisto che fosse a prima vista) come un altro viaggio verso un'altra meta, insolita. E ho capito che per farlo mi sarebbero bastati anche i "nuovi occhi" con i quali rivedevo tutto.
E penso che, anche senza mollare tutto, sia possibile allontanarsi dalle cose, ricercare qualcosa (o se stessi) e formarsi, crescere: avviene in maniera diversa e non così netta, ma è anche la maniera più difficile perché la contaminazione è sempre in agguato e non si può abbassare mai la guardia.
Se tutti mollassimo tutto, si creerebbero altre comunità (perché alla fine un po' la voglia di compagnia sgomita e si fa strada tra la solitudine) e tutto quello da cui siamo fuggiti ricomincerebbe daccapo, da un'altra parte, con altre persone.
Però che spettacolo (e che sensazioni) vivere soli con la natura!
Un caro amico che proprio ieri ho sentito cantare a un concerto col suo gruppo che adoro (fanno hc) l'anno scorso mi inviò copia dvd del film dicendomi che "dovevo vederlo". E ne sono certa, perché è il genere di film che mi ricorda cosa ho scelto di fare della mia vita, e ne sono sempre più convinta. Ma non lo vidi mai, presa ogni volta da altre priorità.
Sono tornata ora dal concerto di ieri (era a 120km e ho dormito fuori), goduta, pacificata, felice, soddisfatta, e dopo aver mangiato cose squisite, apro il pc e vedo questo tuo post. Allora sai che faccio? Adesso mi apro una bottiglia di un buon vino rosso, mi metto comoda e me lo vedo. Poi verrò a leggere il tuo post (e i commenti), dopo.
@ Resto in Ascolto : visceralmente è l'avverbio più corretto :)
@ Queen : nessuna musica poteva addattarsi così bene al film come il folk scarno di Eddie.Assolutamente perfetta :)
@ Nella : grazie a te, Nella, per il bel commento.Da rivedere ogni tanto come monito,per ricordare.
@ Zio : un passaggio un pò politically correct.Però, al buon Sean possiamo perdonarglielo :)
@ Lucien :credo non ci sia nessuna debolezza nel voler condividere la felicità.Ognuno ha una strada dentro di se.L'importante è trovarla e seguirla con coerenza.
@ Marco : c'è senz'altro qualcosa di più,mlto di più.
@ Alligatore : mai visto,purtroppo.Ho letto però il libro di Krakauer,che francamente non vale il film.
@ Galadriel : non ne resterai delusa,mia cara.Ne sono sicuro :)
@ Arianna : grazie a te per la condivisione :)
@ Lozirion : grazie,bro.E' passato in un lampo,purtroppo.Sono riuscito a ederlo e poi,ovviamente,mi sono comprato il dvd.Anche per me è tra i dieci film da isola deserta.
@ Elle: una bella riflessione.Ed è vero che non è necessario allontanarsi da tutto per crescere e formarsi.Il gesto di Chris in questo senso è radicale,fugge ogni compromesso, è quasi folle.Ma ci insegna che anche nel nostro piccolo ( nel piccolo della nostre possibili fughe ) possiamo trovare altri noi stessi, rifiutando la banalità del possesso,la schiavitù del denaro,la logica dell'agio.
Uno dei primi film che ho amato, prima non avevo questa gran passione per il cinema; quello vero.
Grande attore e gran film!
@ Minerva : che spettacolo: vino rosso,un film meraviglioso e addosso il sapore di una bella giornata.Adesso,un bottiglia la stappo anche io e qualcosa mi vedrò :)
@ Barbara :cinema vero,hai ragione.Ce ne fossero di più di film così.
A questo punto vado a procuramelo e me lo guardo. I films 'on the road' sono quelli che vedo con molta partecipazione.grazie, ciao!
Concordo,il film è stupendo anche se bisogna ammettere che non è facile condividerne di fatto la scelta ma idealmente e concretamente,nella vita di tutti i giorni, ti conduce ad essere un tantino migliore di quello che sei.
Il tuo blog, ci metterò un mese a scoprirlo tutto,è fonte di molteplici interessi e argomenti che condivido. Per adesso spazio cliccando su "etichette". Lieta di averti incontrato. Saluti,Francesca
@ Mr Hyde :vedrai che non resterai deluso,grande Tutu :) ciao
@ Francesca : Grazie per essere passata e il piacere è tutto mio.Spero di poter condividere con te altre suggestioni.A presto :)
Il bello di questo blog è che si sfornano post a manetta e quindi sebbene di questo film minchione non me ne freghi una mazza trovo tutta la faccenda veramente divertente.
Gianf
Parece-me um filme cheio de sentimentos, deve ser muito bom
vou procurar...
obrigada pela visita
abraço
@ Gianf : felice di poterti essere utile in qualche modo.
@ Vanoska : O filme é muito bonito, você não vai se arrepender. Obrigado pela visita.
Ciao :)
Condivido e approvo e sottoscrivo tutto quello che dici , ogni considerazione. Questo film mi ha folgorata...visto al cinema in una sala "normale" e non nello zoo di un multisala e insieme ad una cara persona: non uscivamo più...siamo rimaste sedute fino all'ultimo titoletto di coda (finché ci hanno gentilmente detto che dovevamo uscire) e in silenzio per un tempo infinito.... Non ho più voluto rivederlo, ho come il timore di non ritrovare le stesse emozioni. Ma proverò.
L'ho appena visto..sì mi è piaciuto molto.. mi ha commosso e mi ha fatto tanto pensare mentre lo guardavo...però ora no riesco a dire di più...Debbo staccarmene emotivamente.
Grande film, grande libro, grande storia.
Tra il libro e il film, questa volta è successo il contrario del solito luogo comune e quindi dico che ho preferito il film.
Sicuramente merito anche della colonna sonora (che in alcune occasioni mi ha ricordato il modo di intendere la musica da film di Neil Young in "Dead Man".)
Perfettamente in accordo con te per quanto hai scritto sul film.
Un film meraviglioso con una colonna sonora semplicemente perfetta. E' una di quei film che lascia il segno a cui non si puo' rimanere indifferenti....
Ho visto il film, non ho letto il libro, e qualche perplessità me l'ha destata.
E siccome trovo il post azzeccatissimo, nel senso che a mio avviso "interpreta" alla perfezione i temi del film, commento brevemente alcuni passaggi proprio del post.
La famiglia luogo di dolore e infinite tristezze,violenze, egoismi e viltà?
Eh la madonna!
Ogni tanto succede, e succede pure di peggio, ma nella maggior parte dei casi credo proprio di no.
La famiglia, una normale, non patologica, è il luogo delle radici prime, senza le quali non si è nemmeno una pianta ma al massimo una spora che vaga per l'aria.
Ricordiamoci il bel post ed i bei commenti su 90° Minuto, che tutti noi vedevamo in famiglia, e non per caso.
La famiglia è il luogo della pastasciutta bella calda, degli asciugamani profumati di bucato, ed è soprattutto il luogo in cui la gente dovrebbe volerti bene e stare dalla tua parte "a prescindere" (ma non a qualunque costo, tanto per essere chiari).
Se poi a uno capita una famiglia di merda fa bene ad andarsene, ma che la famiglia sia cotanto pozzo di abiezione non lo darei per assodato.
Che bruciando il suo denaro uno si chiami fuori dalla società dei consumi mi pare una roba molto bohemien con centodieci anni di ritardo.
Si ottiene solo di avere ancora più bisogno dell'aiuto peloso degli altri o di morire di fame, e mi pare che nessuna delle due soluzioni generi particolari virtù.
Il nome coercitivo di omologazione no, questo no.
Il nome è una parte importante di ciò che siamo, è il nostro simbolo, ed infatti a nessuno permettiamo di storpiarlo impunemente.
I nativi americani, che certamente erano tra le genti meno "omologate" che la storia umana ricordi, dedicavano grande cura e grande fantasia alla creazione dei nomi.
Quanto infine alla dicotomia "felici solo se si è soli" o "felici solo con gli altri", magari non ho capito una mazza io, ma a me era sembrato che alla fine Supertramp avesse maturato proprio la coscienza dell'inutilità di una vita e soprattutto di una morte solitaria.
Grande film di natura, di spazio infinito e di ricerca di sè, questo senz'altro.
Tuttavia, la parabola umana che descrive non è a mio avviso radicalmente diversa da quella di una Christiane F., o meglio di Sid Vicious in Sid e Nancy (grande film semisconosciuto).
Ognuno decide per sè quando ha vissuto abbastanza, e ognuno scrive la parola fine con la penna che preferisce.
E' quindi assolutamente legittimo ritenere che lasciarsi morire di fame e/o di avvelenamento, più o meno accidentale, sia cosa diversa e migliore che andarsene con un ago in una vena.
Personalmente preferisco però chi fa valere la sua diversità vivendo, e vivendo in mezzo agli altri, maneggiando il denaro senza farsene maneggiare, orgoglioso del suo nome e magari tentando di "contagiare" un pochino il suo prossimo con questi valori, ammesso che li si possa chiamare così.
Quindi, mai nella vita mi permetterei di dire che Supertramp sia vissuto e morto come un idiota, e lo stesso vale per i suoi predecessori ed epigoni.
Però, un commento del genere "che spreco", quello sì.
Ezzelino,concordo in pieno, una storia con molte ombre da cui è stato tratto un film anche bello ma sicuramente sopravvalutato.
Gianf
http://www.youtube.com/watch?v=VYaj9CI_p00
:D
@ Sandra: mi ricordo che il film produsse gli stessi effetti anche su di me.
@ Mr Hyde : non avevo dubbio ti piacesse.E' un film che,comunque la si veda,non lascia indifferenti.
@ Granduca : grazie per essere ripassato e aver citato Jarmusch e il suo splendido Dead Man:un altro film che non lascia indifferenti :)
@ Offhegoes : non posso che controfirmare il tuo commento :)
@ Ezzelino : il mio post era scritto nella soggettiva del protagonista, cercando di spiegare le sue motivazioni e le sue aspirazioni.Quindi non intendevo assolutizzare concetti che se possono valere per l'interpretazione di una pellicola, non necessariamente poi devono riverberarsi sulla vita di tutti i giorni.Era un'opinione opinabilissima, espressa senza alcuna pretesa di verità e circoscritta al film.Certo,poi se devo scegliere,mi sento più vicino ad un ragazzo che ha dei sogni piuttosto che a due tossici senza consapevolezza.
@ Gianf : noto che cambiando l'interlocutore,cambia anche il giudizio sul film.Da film minchione a film bello ma sopravvalutato...
@ Baol : grandi Perturbazione :)
Blackswan: l'avevo capita esattamente così, era per questo che ho premesso che commentavo il post perchè "interpretava" alla perfezione lo spirito del film.
Cioè, mi era assolutamente chiaro che la tua fosse una soggettiva con gli occhi del protagonista.
Anche perchè, per come ti conosco, non mi sembra proprio che tu sia uno che possa mollare tutto ed andarsene.
E non certo per mancanza di coraggio.
Sid e Christiane (li cito come se fossero entrambi vivi) una consapevolezza per me ce l'hanno eccome: sanno di essere due cadaveri che camminano e sanno che non lasceranno altra traccia di sè al di fuori del loro modo d'essere.
Almeno Sid ora riposa.
Christiane no, e gira ormai sfatta per i bassifondi di Berlino (dis)facendosi di robaccia sottocosto.
Pare che infastidisca i tossici più giovani, venendo dagli stessi evitata, perchè non si capacita che loro non sappiano chi è lei.
Cieli grigi e gelo dentro e fuori, un capitolo di vera disperazione in salsa europea.
Ti ricordi "Cioccolato IACP" di Offlaga Disco Pax?
Altri orizzonti rispetto a quelli di Supertramp, vero?
Hahaha,Blackswan, nel clima di esaltaziane collettiva dei 20 commenti precedenti il termine minchione ci stava. Vediamo di riportare sulla terra questo film adolescenziale per anime ribelli con un protagonista viziato di un antipatia più unica che rara.
Poi ragionando non possiamo certo negarne il valore ben distante però
da vette eccelse.
Ovviamente è un mio parere a mia moglie ad esempio è piaciuto moltissimo.
gianf
Recensione molto curata e approfondita come sempre da parte del ns autore.
Ma concordo con Ezzelino coraggioso nell'andare contro-corrente e preciso nello sviscerare alcuni anomalie della "storia", dall'importanza della famiglia, dal ricerca del senso della vita alla scoperta della vera felicità.
Anche secondo me è vero che Chris ha capito alla fine l'errore di valutazione fatto. Oltretutto è morto in modo anche stupido e a detta di tutti non era nemmeno preparato ad un viaggio del genere, cosa che fa pensare quasi ad un suicidio semi-organizzato (attrezzature, conoscenza del territorio ecc).
E poi con il rapporto che aveva con la sorella, andarsene cosi è quanto meno da vigliacchi.
L'incapacità di amare e condividere con gli altri qualcosa di più approfondito o duraturo di lavoretti saltuari o brevi amicizie nasconde qualcosa?
Ho letto anche il libro, come sempre più approfondito e documentato del rispettivo film, e anche in questo caso nonostante Krakauer dipinga Chris come coraggioso, idealista, sognatore ecc gli interrogativi e le perplessità intorno alle sue scelte rimangono nitide.
Film bello, grande avventura "reale", fotografia e ottima musica.
Penn sicuramente bravo, ma parlare di capolavoro è secondo me eccessivo.
cmq una bella discussione
Massimo
Gran bel film, fotografia eccelsa, musica indimenticabile. Il fatto che la storia sia vera, poi, lascia senza fiato. Penso che la reazione emotiva cambi sulla base delle nostre esperienze di vita personali. Io non partirei mai per cercarmi, ma questo è il mio punto di vista e non toglie nulla ad una pellicola che, a mio parere, non ha ottenuto abbastanza riconoscimenti.
ho visto il film e letto il libro tutti e due ti lasciano immobile, fermo al riflettere.
Ho letto il tuo post, ho cercato il film in rete, l'ho trovato e registrato. Ho appena finito di vederlo e devo dire che è stato un impatto non da poco.
Condivisibilie la sua visione di questo mondo perbenista e conformista e comprensibili i suoi disagi e quindi il rifiuto della famiglia, che spesso è la rovina di molti adolescenti,nel nome del bene. Splendidi tutti gli attori e le immagini.
Cristiana
Alla fine l'altro giorno non ho voluto vedere il film perché avevo il tempo risicato, e meno male, così l'ho poi visto ieri sera con un sacco di tempo a disposizione per meditarlo per bene. Beh, è la vita che da sempre vorrei fare e che ogni volta che ho potuto m'ha portato a fuggire. Non ho il coraggio di una cosa definitiva e questo solo perché ho ancora un padre anziano che amo e mi ama e non vorrei andarmene senza prendermene cura. Ma qualcosa di simile a quello che è l'ideale di felicità che emerge da quel film lo metterò in atto quando le condizioni saranno adatte (ovvero quando non avrò più nessuno, condizione facilmente realizzabile in futuro visto che tutta la mia famiglia si riduce a me e al mio amato padre suddetto). Intanto, ogni volta che posso, vado via, mentre cerco di lavorare il meno possibile, avere una vita sull'orlo della sopravvivenza, e un sacco di tempo per le mie cazzate e i miei sogni; non ho mire di carriera (pur essendo plurilaureata e con docenze accademiche alle spalle avute -- udite! udite! che credo d'essere l'unica in Italia - per merito), nessun desiderio di famiglia, né di proprietà. Libertà quanto più possibile, viaggi, esperienze umane, vita. Io ho fame di vita, vivo per quella in sé.
Qui ne hai un assaggio, il prossimo anno sarà lo stesso per tre mesi, e ora vado via tre settimane sulle stesse rotte e con le stesse modalità: autostop, zaino+sacco a pelo, divani di case di amici o di centri occupati, e tutte le cose fantastiche che di sicuro troverò, anche se - in questa occasione, perché la prossima estate riparte il delirio - per poco tempo...
Ti ho raccontato questo perché so che proverai piacere anche solo nel sentirlo e nessuna invidia - al limiti mi augurerai di godermela tutta e mi augurerai "buona vita". Lo stesso che io auguro intensamente a te! :-)
@Minerva Jones:
chiedo perdono a Blackswan, se occupo il suo post, ma voglio intervenire, solo per esprimere il mio parere, modesto e discutibile.
Fattela se vuoi, questa esperienza, ma attorno a te avrai un vuoto bestiale che non ti comprende.Non sarai una persona, sarai una cosa!..Non sarai uomo o donna,sarai un ostacolo,.. non sarai una silohuette, sarai un bersaglio!..Chi ti parla si è uno che ha girato l'intera Italia in autostop, ha rischiato anche di morire per questo!..Ma i tempi sono cambiati, cerca di vedere questa cosa in maniera più realistica...Al limite trovati una/un compagno di viaggio!
Scusami tanto, questo lo dico con affetto anche se non ti conosco..
..Ma non sto bene quando penso che ci sono belle persone come te in giro in questo mondo di merda.
Mr Hyde, perdonami, sono lusingata dalla tua preoccupazione, ma preferirei esserne risparmiata e te ne spiego velocemente il perché. Dai per scontate troppe cose: intanto che non abbia mai fatto di questi viaggi e di queste esperienze (mentre ho 40 anni e giro così da quando ne ho 13), poi che 'non conosca il mondo' e infine che dovrei vedere la cosa in maniera più realistica. Allora, non confondere il mio entusiasmo con una eventuale mancanza di lucidità e di capacità di guardarmi le spalle da sola. So gestirmi molto bene proprio perché da sola, queste esperienze e questi viaggi li ho già fatte un'infinità di volte, e di certo MAI più li farò insieme a qualcuno/a - la presenza altrui è una tragedia quando sei sveglio/a, diventano dipendenti palle al piede e danni/condizionamenti in mille forme. preferisco dovermi preoccupare DI, e dover rispondere solo A, ME.
Quindi grazie, ma tranquillo, ho i miei ganci e le mie accortezze (tu non hai idea di quanto poco ingenua e sprovveduta in viaggio io sia e di quanto i miei riferimenti siano saldi) se mi succedesse qualcosa - cosa di cui dubito fortemente (non sono una povera demente che va col primo che passa) - me la sarò comunque voluta.
E, infine, questo mondo sarà pure come tu dici, ma la sottoscritta non intende vivere in un bozzolo per questo, tanto se deve capitarti qualcosa di male ti capita e basta. Intanto me la sarò goduta ;-) [come scrivo continuamente, non mi interessa sopravvivere, quando 'vivere' - ergo il rischio di lasciarci le penne è messo in conto, e non sto scherzando: io con la morte che fa periodicamente capolino a rompere nella mia vita ci danzo da anni, però in questo modo la danza la guido io, e non questa politica o questa società]. Ciao! :-)
@Minerva Jones:
Non essere risentita con me, è l'ultima cosa che voglio.
Esprimo solo il mio parere,
…come scioccamente od anche un po' presuntuosamente farebbe un fratello maggiore, ma nemmeno su di te o su quello che fai, me ne guarderei bene, ma su come è cambiato il mondo...
Non ho mai detto che tu 'non conosci il mondo'..Ti posso dire che IO non lo conosco, per questo invito gli altri alla prudenza...
Penso di avere sbagliato( e di questo te ne do’ atto) a consigliarti di condividere con qualcun altro le tue esperienze di cammino: mi rendo conto che essere soli , in certi momenti è fondamentale..Perchè gli altri non seguono il tuo passo..Perchè tu prendi una direzione, piuttosto che un’altra, e non hai voglia di spiegarlo perché è lei che ti chiama…
Non ho valutato che il tuo percorso non è all’inizio, ma è già ad uno stato avanzato, per cui hai già le tue difese..Hai la serenità di una consapevolezza..
Sono stato premuroso,.. non dovevo….
Mr Hyde, nessun risentimento, sei stato un po' tanto appassionatamente premuroso, diciamo così, dandomi proprio indicazioni operative e questo era un po' più in là, per me, che sono un'istrice se sento ipotesi di limitazioni reali o presunte (ché stiam parlando tra blogger e quindi 'amici virtuali' che neanche si conoscono, figuriamoci se possono limitarsi), della mera premura: di qui la mia reazione ;-)
Ho molti problemi con le persone tendenti a questo ruolo protettivo, amo la libertà sopra ogni cosa e la pago con la solitudine (una buona solitudine, però, perché la voglio e quindi non ne soffro affatto) e la responsabilità di me stessa, e delle scemenze che faccio. Le gabbie dorate mi terrorizzano più di qualsiasi altra cosa.
La vita m'ha risparmiato molto poco, del male che mi poteva dare, ragion per cui sono così sicura da sembrare arrogante. Ma quanto ho scritto nel commento finale di sopra è vero, e qualcuno diceva che le persone come me sono le più pericolose, perché sono già sopravvissute altre volte ;-)
Un abbraccione, fidati, ciao! :-D
@ Minerva e Mr Hyde :ho letto con attenzione i vostri commenti e sono felice,lo dico sul serio, di relazionarmi con due persone come voi, così cariche di umanità.Mr Hyde,cara Minerva,è una persona che ho imparato a conoscere leggendo i suoi bei post,sempre appassionati,gentili,argomentati.Credo che le sue osservazioni non volessero affatto sminuire la tua indipendenza,il tuo buon senso,le tue motivazioni.Nascevano semmai da una sensibilità di cui,in questi mesi di letture,non gli è mai venuta meno,con nessuno.Così come,caro Mr.Hyde,avendo avuto modo di seguire il bel blog di Minerva,ne ho tratto l'idea che questa ragazza,esuberante e simpaticissima,sia una donna a tutto tondo,consapevole,razionale,ma anche capace di coltivare sogni bellissimi.La vita mi ha insegnato che avere nel cuore un poco di quello che entrambi esprimete,sia un dono che arricchisce e che consente di avere una vita appagante.Ognuno cerca la propria felicità seguendo,a volte,delle coordinate che appaiono incomprensibili agli altri.Io,ad esempio,mi sento davvero felice,quando scrivo,leggo,sto su un campo di calcio e ascolto musica.E so con esattezza che il mio desiderio di felicità non è molto popolare fra le persone che mi sono vicine.Ma va bene così,sono io,il resto sarebbe menzogna.Se un domani non avessi tutte queste cose a riempire i miei giorni,fuggirei alla ricerca di altro.E correre qualche rischio,probabilmente,non mi farebbe male.
Vi abbraccio entrambi e vi auguro tutto il bene possibile.
@Blackswan: Ti ringrazio per il tuo intervento chiarificatore, cordiale ed affettuoso….Con me sei troppo buono...Aggiungo solo una cosa e poi non rompo più...
@Minerva: Sono sempre in buona fede, e questo tu l’avrai capito. Hai ragione, non ti conosco personalmente, per questo mi sono spinto un po’ piu avanti con i consigli..Se avessi solamente intravisto il pericolo di un equivoco, mi sarei fermato molto prima. Anche perché, argomenti che sono cosi delicati si debbono affrontare di persona,.. perché si rischia di fare ancora più danno andando avanti….
…. dietro un avatar c’è sempre una persona, a volte il carattere, il suo essere ‘umano’ viene fuori e magari questa ‘umanità’ mal modulata, puo’ essere interpretata come una’ ingerenza’ dall’altra parte..A volte lo dimentico e ti chiedo scusa.
Ci muoviamo nel buio ed ogni tanto ci strattoniamo, mi spiace..
Signori, se fossi un uomo, e parafrasando un film famoso, questa sarebbe la situazione in cui "è venuto il momento in cui farci i p****** a vicenda", ma datosi che io sono una signora, e pure abbastanza fine e leggiadra, non ve lo esplicito, ma vi faccio solo intuire il piacere che è relazionarsi con voi, con ciò che scrivete, e con questa meravigliosa sintonia tra tutti noi :-)
Mi prenderò cura di me - tranquilli che intendo dispensare le mie perle di follia e arroganza ancora a lungo - nei prossimi giorni e mi appoggerò a reti di covoiturage, couchsurfing, centri occupati e amicali di lunga data. Non sono 'straniera' ovunque vada, in qualche modo trovo 'famiglia' ovunque, questa è la mia sicurezza, insieme a una soglia d'allerta molto alta - quella che stupidamente di tanto in tanto ho fatto cadere nelle relazioni tra blogger (e non è il vostro caso), in cui sentivo sintonie rivelatesi poi, ahimè, fasulle: in questo caso invece, ho avuto un overload d'attenzione, non ci sono abituata, mi rende nervosa, ma dovrei anche apprezzarlo - in fin dei conti significa che, anche non conoscendoci, ci vogliamo bene e ci teniamo gli uni agli altri, ed è una vera gioia. Buona notte a entrambi! :-)
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