Il rock,si sa, è morto. Oramai, nulla ( o quasi ) si crea, ma tutto si copia, tutto si ricicla, tutto quello che già conosciamo viene riproposto con abiti diversi.Spesso basta utilizzare il suffisso nu, per far apparire un classico deja-vù come il colpo di genio di un artista all'avanguardia. Insomma, nonostante la dispensa sia fornitissima, gli ingredienti, gira e rigira, sono sempre gli stessi. Quello che conta, oggi, è soprattutto il cuoco, che, se bravo, può inventarsi piatti succulenti anche con quel poco che passa il convento. E' il caso di questi americani Other Lives, combo proveniente dall'Oklahoma e alla seconda prova in studio, che senza inventarsi nulla, hanno partorito un disco destinato probabilmente ai primi posti delle classifiche specializzate come miglior lavoro del 2011. Nessuna novità, si diceva, ma un lotto di canzoni coi fiocchi, che partono da un'idea di folk revival, per poi sviscerarla con gusto e intuizioni interessanti.Quindi non aspettatevi un disco che suoni essenziale come un lavoro di Bon Iver o classico come uno dei Fleet Foxes.Gli Other Lives non disegnano paesaggi ma preferisco attraversarli, scrivono canzoni non per contemplare ma per accompagnare un viaggio. In questo semmai somigliano moltissimo ai connazionali Midlake : arricchiscono il folk con decorazioni orchestrali, sviluppano un' ipotesi morriconiana di soundtrack per viaggiatori, si perdono in eteree derive malinconiche che chiamano alla mente i Radiohead più acustici. Se " Tamer Animals " si limitasse alle prime sei canzoni, sarei qui a spellarmi le mani dagli applausi e parlerei di capolavoro.Purtroppo, il filo del discorso si interrompe a metà del cd, perchè da " Old Statues " in avanti gli arrangiamenti si fanno sovrabbondanti e le melodie evaporano lentamente di consistenza. Niente di imbarazzante, per carità, semplicemente le suggestioni si riducono alla normalità, la magia svanisce e la verve compositiva si adegua al minimo sindacale.Però, dato che la matematica non è un'opinione, tra l'otto abbondante delle prime sei canzoni e la sufficienza piena delle ultime cinque, il voto finale è un 7,5 di ragionata meraviglia.
VOTO : 7,5
Blackswan, sabato 03/12/2011
6 commenti:
interessanti non li conoscevo approfondiro'....:)
Io, che non ho mai studiato musica oltre le sette note più famose, mi sono sempre chiesta se sia possibile creare all'infinito musica o se prima o poi finiranno le combinazioni possibili per poter essere originali.
Sicuramente è più facile "migliorare" un pezzo già esistente, che crearne uno nuovissimo, perché il "miglioramento" è sempre soggettivo e i gusti son tantissimi, perciò qualcuno che dice che è meglio dell'originale si trova sempre.
Questo gruppo non lo conosco, ma ho ascoltato il pezzo (che mi piace), perché nel post hai inserito una parolina magica :)che mi ha attirata curiosa verso "play".
Va bene come inizio del viaggio, ora vado davvero, scappo, grazie, cia' ;)
Li ho scoperti quest'estate e per me rientra fra i migliori dischi dell'anno. Peccato per il calo finale altrimenti si potrebbe parlare di capolavoro.
La base della musica era,è e sarà sempre la stessa,quello che la rende speciale è come si combina il tutto.C'è chi ci riesce come gli Zeppelin,Hendrix e tanti altri grandi,chi ci riesce a metà e chi è nato negato.Nel caso Others Live direi che rientrano nella seconda definizione(disco già sentito e abbastanza apprezzato)
@ Face : direi che non è tempo perso :)
@ Elle : direi che per l'inizio di un viaggio è l'ideale :)
@ Lucien : Mi ricordo di aver visto il filmato la prima volta proprio sul tuo blog.Concordo:per più di metà disco ho palpito credendo di essere innanzi al miracolo.
@ Massi : c'è anche un'ultima definizione,rarissima:chi inventa cose nuove.:)
Con "combinare il tutto" intendevo anche quello;la musica è nell'aria basta saperla trovare e se sei recettivo trovi musica nuova da scrivere e suonare
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