Il monologo dell'allenatore Al Pacino dinnanzi alla squadra prima del match decisivo è uno dei più conosciuti, e per questo, più riciclati della storia del cinema. L'utilizzo che ne viene fatto, però, non ha alcuna attinenza al senso più profondo di quelle parole nè tanto meno riguarda il mondo dello sport. Il discorso viene utilizzato da manager, motivatori aziendali e mediatori di convention per asseverare l'equazione: lavoro di squadra = massimo profitto.Ovviamente, questi pagliacci in giacca e cravatta, abili a manipolare le coscienze ad uso e consumo delle loro politiche aziendali ( non avete idea di quanti ne abbia incontrati in vita mia ), strumentalizzano qualcosa che non li riguarda. Perchè Al Pacino non parla di denaro o di profitto, nè di colleghi di lavoro, pronti ad accoltellarti appena ti giri di schiena. Quello che senti prima di scendere in campo, il tuo rapporto con i compagni, l'obiettivo della vittoria finale, sono emozioni lontane anni luce da rendimenti trimestrali o dal raggiungimento del budget. Le motivazioni dello sport non riguardano l'assegno a fine mese, nascono dal cuore non dal portafoglio. Sacrificio, fratellanza, coraggio e competizione ( quella buona, che fa crescere e che prescinde dagli " adesso ti fotto " degli squaletti d'azienda ). Ma lo sport è soprattutto riscatto, la possibilità di riprendere quello che la vita ti ha tolto o che il denaro non può restituirti. In gioco non ci sono solo la vittoria o il successo, ma una parte importante, decisiva, della nostra dignità di uomini. E' di questo che sta parlando Al Pacino ai suoi giocatori.E come tutti gli allenatori, lo fa " Ogni Maledetta Domenica ".
Blackswan, giovedì 15/12/2011
23 commenti:
Concordo in tutto e per tutto.
In fondo, se siamo gemelli separati alla nascita, come potrebbero non stare sui coglioni a entrambi gli squallidissimi squaletti d'azienda, con quella fottuta retorichetta kompetitiva che piuttosto di adeguarmici mi suicido ADESSO?
Gran monologo, questo.
E concordo sulle bottigliate agli squaletti d'azienda! ;)
A me hanno regalato il libro Teoria e pratica della persuasione ma non ho ancora avuto il coraggio di leggerlo, perché non vorrei che mi mettesse in testa obiettivi aziendali raggiungibili solo a scapito altrui.
Ai miei tempi era molto diffusa l'azienda di famiglia, con gerarchia chiusa, ma almeno uno sapeva di non avere speranze di scalare se non per sangue o per meriti veri e se ne stava buono al suo posto. Non che le pugnalate in famiglia non ci fossero, anzi, ma adesso anche all'ultimo degli incapaci viene messo in testa che se è intraprendente, se non guarda in faccia nessuno, se vive per il lavoro, per il successo, per il denaro diverrà immortale (e si vede, ne abbiamo le enciclopedie biografiche piene di questi squaletti aziendali, o no?). Per arrivare in alto non servono più l'esperienza e la competenza, perché è sufficiente essere motivati ad inculare il prossimo. O almeno così viene fatto credere ai giovani d'oggi. Forse lo sport a squadre con le sue regole dovrebbe essere obbligatorio a scuola, per insegnare la collaborazione e il rispetto, al posto di una generica "ora di educazione fisica".
Senza Al Pacino, senza la sua potenza interpretativa, avrebbe perso un sacco. Lui ha dato una "voce più forte" a delle parole incredibilmente vere. Monologo bellissimo!
...e io chissà che mi credevo... ;-)
Concordo (però, detto tra parentesi, è uno dei film di Stone più brutti, almeno per me).
Di questo film ho visto qualche stralcio, non mi ispirava anche se adoro Pacino. Squaletti d'azienda? Abbiamo poi voluto copiare l'America!La nostra tradizione econimica era fatta di professionisti che insegnavano il rispetto e la professionalità. Tradizionalmente l'azieda familiare era costituita da una gerarchia anagrafica. Adesso invece si pesa il pelo sullo stomaco, chi piu ne ha piu occupa un'alta poltrona. Un abbraccio Black
secondo me il film e' pessimo, concordo con Alligatore, ma Pacino e' un grande sempre e salva qualsiasi cagata ovviamente.
Non mi pronuncio sui discorsi motivazionali aziendali che mi fanno venire il vomito. Lavoro in un'azienda dove fanno corsi ai manager per insegnargli come motivare lo staff senza aumenti salariali visto il periodo di crisi. E via lezioni su come impartire belle pacche sulle spalle motivanti......ma vaffanculo ...show me the money!!
PS: scusate lo snobismo, ma che ridicola la voce del doppiatore mamma mia....non lo avevo visto in italiano....
PS 2: so che BS mi odiera' per il primo PS ...una delle nostre numerose divergenze ;))))
Caspita, arrapamento puro!
Davanti a cotanta furia agonistica io degli squaletti aziendali non voglio nemmeno parlare perchè francamente mi sembrerebbe di bestemmiare in chiesa.
Il pensare ed agire in funzione degli altri, grande insegnamento degli sport di squadra.
Il rispetto per il prossimo ed il rispetto delle regole, insegnamento dello sport in genere.
Se vi capita l'occasione andate ad Olimpia.
Entrate nel sito archeologico e dopo avere gironzolato tra templi, palestre ed edifici di servizio entrate nello stadio.
Guardatelo, poi chiudete gli occhi, respirate profondamente e pensate che quello era il luogo in cui ogni quattro anni la gente interrompeva le guerre e si riuniva per gareggiare.
Bene, appena prima dell'ingresso noterete sulla sinistra i basamenti di alcune statue.
Non erano le statue dei vincitori ma quelle di chi aveva barato.
Raffigurati con i loro lineamenti veri, e con tanto di nome, luogo e famiglia di provenienza, affinchè tutti sapessero per sempre chi aveva giocato sporco.
Il centimetro che manca va cercato con tutte le forze, ma non a qualsiasi costo.
E' lo sport ragazzi, è tutto lì.
Un allenatore con il charisma di Al Pacino, caro Blackswan lo vorrebbero tutti, anche perchè concordo chi ha commentato poco sopra, che la sua figura fa la differenza. E, nella vita c'è sempre un ma , basterebbe un allenatore , uno scenografo, un coreografo, un editore , (nel mio caso queste ultime...) che parlasse con il cuore e non con il " culo". Perchè tutto sta nel superare gli altri ,per conto di noi stessi, perchè non è la squadra , ma il singolo che l'ha diretta che vince. La forza dell'unione viene meno, esiste solo l'individualità che sbrocca con ogni mezzo, pur di emergere. E questo si chiama egoismo,invidia, avidità ed ambizione.Ogni piccolo passo dell'altro , ci dà noia , perchè non dobbiamo più faticare per noi stessi, ma solo per raggiungerlo comunque , dovunque ed in qualsizsi maniera, sporca o pulita che sia. Ecco perchè sarò sempre una ballerina di mezza tacca , una coreografa di seconda mano, ed una corrispondente tappabuchi. Ma allo specchio mi guardo ancora volentieri!
@ Zio : io piuttosto che adeguarmici, mi sono suicidato davvero ( lavorativamente parlando ) :)
@ Ford : via con le bottigliate, dunque, che fanno un gran bene :)
@ Elle : la motivazione ad inculare il prossimo è l'unica cosa che ormai tiene in piedi le aziende.te la insegnano per contratto.Quando dopo dieci anni di cravattismo e luminosa carriera l'ho capito,ho ritrovato tante cose che il lavoro mi aveva fatto perdere.
@ Virginia: il mio attore preferito,nei secoli dei secoli.Amen.
@ Economista: giuro,che ci ho messo qualche minuto a capire la tua battuta :)
@ Alligatore: non un grande Stone,concordo,ma nemmeno un fil pessimo.Il monologo comunque riscatta i vuoti di sceneggiatura.
@ Galadriel : vero.Adesso, il rispetto e la professionalità non esisteno più.
@ Offhegoes : vexata questio.Non essendo un critico cinematografico e non essendo lingua madre inglese,io i film me li vedo doppiati.Il cinema è un'emozione,se non capisco una ceppa di quello che guardo,che emozione è? E poi: o guardo i sottotitoli o guardo le immagini.E' come ascoltare musica e leggere insieme:attività per me impossibile.Questo doppiatore è straordinario,la sua voce una meraviglia,la sua interpretazione ( perchè un doppiatore è un attore )da oscar.Opinione personale,ovviamente.
@ Ezzelino : Il costo per una vittoria è solo quello che si spende con il proprio coraggio e la propria determinazione.Vincere rubando è come uccidere la gioia.
@ Nella : la legge dello specchio,amica cara, è l'unica cosa che nella vita conti davvero.
Non sarà il miglior film di Stone ma a me è piaciuto.
Non vorrei sbagliarmi ma il doppiatore di Al Pacino in questo film (e non solo) è Giancarlo Giannini...
I gusti sono gusti, ma lui è un grande.
E l'accoppiata secondo me è perfetta.
@ Charlotte : appunto.Difficle trovare di meglio in circolazione.
Sulla controversa questione doppiaggio concordo in buona parte con te Blackswan. Da frequentatore di piccoli festival però, tra la traduzione simultanea in cuffia e i sottotitoli preferisco i sottotitoli.
Ogni volta che parlo ai ragazzi prima della partita quel discorso mi viene in mente...
@Alligatore : In assoluto ha ragione Offhegoes.sarebbe bello poter vedere un film in lingua originale e comprenderlo.Poichè,per me non è così,preferisco il doppiaggio.Ma tra la raduzione simultanea e i sottotitoli,buoni i secondi.
@ Ernest : non condividiamo solo la passione politica,allora.Sono allenatore anche io e prima della partita cerco sempre di mettere in piedi discorsi così.
Grande, grandissima scena, grandissimo discorso, e come hai detto tu pessimo utilizzo da parte degli squali....
Io onestamente credo che se il mio allenatore mi avesse fatto un discorso come questo prima di una partita mi sarei giocato davvero la partita della vita....
Spettacolare!
su VO o no. Ognuno faccia cio' che vuole. Io preferisco sottotitoli ai quali si abiutua l'occhio e il cervello. Pero se lo vedete doppiato non pensate di poter giudicare al 100% la performance di un attore...scusate ma e' cosi.
Sì, concordo ancora con Offhegoes ... l'ideale è sapere le lingue; se torno indietro liceo linguistico ;)
Ragazzi,io in linea di principio sono d'accordo con voi.Anche se la posizione di offhegoes dovrebbe allora essere portata alle estreme conseguenze,visto che anche i film in versione originale sono doppiati dagli stessi attori,nessuno dei quali lavora in presa diretta.O sbaglio ? Poi,personalmente,siccome non conosco le lingue e faccio una gran fatica a seguire i sottotitoli,i film me li guardo doppiati.Anche perchè,avendo una passioncella per il cinema coreano,sarei nella merda fino al collo :)E in ogni caso,noi abbiamo una tradizione di doppiatori incredibile,molti dei quali sono anche meglio degli attori che doppiano ( avrei un terrore folle a vedermi un film di nicolas cage in lingua originale ).
Gran pezzo di un attore immenso in un film mediocre, uno dei pochi del periodo buono dell'attore secondo me.
Però a mio avviso, al di là delle strumentalizzazioni varie, che purtroppo ci sono in molte aziende in Italia e ovunque,i concetti che esprime, pilastri fondamentali delle attività sportive di gruppo, sono validi anche per tanti progetti in azienda dove il lavoro di team è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi e per fare diventare un progetto un successo riconosciuto.
Del resto anche nello sport i soldi sono presenti ed importanti.
La differenza la fa la mentalità, la motivazione, e la reale convinzione che tutti insieme si può essere più forti e superare le difficoltà in modo più brillante e soddisfacente per tutti.
Poi se uno pensa solo a se stesso, in azienda o nello sport..credo cambi poco anche se probabilmente solo in uno dei due ambienti ha la possibilità ugualmente di raggiungere la vetta...
Massimo
Caro Massimo,avendo avuto modo di vivere le due realtà,trovo che la differenza sia netta.In un contesto aziendale l'obiettivo non è mio,ma di chi mi sfrutta per raggiungere il suo profitto ( facendomi credere che sarà anche il mio ).I soldi e la carriera son tutto,e prescindono dal resto.Nello sport,i soldi sono solo una parte della questione.Motivano,ma marginalmente.Un atleta,quando scende in campo,non pensa al portafoglio.Gioca.Per gioia,per rabbia,per amore.
Opinione personalissima,ovviamente.
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