martedì 3 aprile 2012

SPY ROCK A BOLLATE : IL CARTA VETRATA


Il Carta Vetrata poco prima della demolizione
Bollate, centro urbano collocato a nord ovest di Milano, è la classica cittadina dormitorio, senza particolari attrattive ( se si eccettua un noto mercatino dell’antiquariato ), ma tutto sommato ancora a misura d’uomo. Nonostante l’anonima vita di provincia sia talvolta scossa da qualche fatterello di sangue ( nulla al confronto delle limitrofe Quarto Oggiaro e Baranzate ) e l’architettura del luogo ( un pasticcio mal riuscito fra un paesone degli anni ‘70 e una periferia da cementificio selvaggio ) non induca al buon umore,  Bollate ha stranamente dalla sua una consolidata tradizione musicale. Appena fuori dalla cerchia cittadina,  nel borgo medievale di Castellazzo,  si svolge uno dei festival musicali più noti d’Italia, Il Festival di Villa Arconati , sul cui palco sono passati artisti del calibro di Paul Weller, Morrissey, Gogol Bordello, Damien Rice e Tinariwen, per citarne solo alcuni. Ma Bollate, agli inizi degli anni ’70, è anche stata la sede del Carta Vetrata, storico rock pub nel quale hanno suonato alcuni dei maggiori gruppi italiani ( e stranieri ) dell’epoca. Chi ha avuto modo di vedere il discusso film di Marco Tullio Giordana, Romanzo Di Una Strage, conoscerà per grandi linee la storia che sottende alla nascita della discoteca, visto che se parla con una certa insistenza durante le sequenze iniziali della pellicola. 

Il locale da un'altra prospettiva
Il locale nasce da un’idea di Enrico Rovelli ( poi anche fondatore del Rolling Stones di Milano ) che oltre ad essere un giovane con una grande passione per la musica, nel 1969 era molto attivo politicamente, dal momento che bazzicava gli ambienti anarchici milanesi e in particolare il circolo della Ghisolfa, a cui faceva capo la figura del povero Pino Pinelli. Senza entrare nel merito di una ricostruzione storica assai farraginosa e molto controversa, è lo stesso Rovelli ( che come informatore prese il nome in codice di Anna Bolena )  a sostenere di essere stato ricattato prima dal commissario Calabresi e in seguito dai Servizi Segreti, che pretendevano delazioni sulle sue frequentazioni politiche in cambio del rinnovo periodico della licenza per il locale. Sulle natura delle informazioni passate dal Rovelli alle forze dell’ordine si possono fare solo delle ipotesi ( vedi anche il flm poc’anzi citato ), ma certamente dovevano essere state tali da consentirgli una florida gestione del locale per parecchi anni. Nonostante mi sia prodigato in ricerche sul web, le notizie a proposito del Carta Vetrata sono pochissime e frammentarie, ed è stato impossibile rinvenire foto dell’epoca ( le immagini che ho trovato sono tutte recentissime e risalgono ai mesi immediatamente precedenti alla demolizione dello stabile, sede della discoteca ).

Da quel poco che sono riuscito a mettere insieme, il locale per qualche anno fu il classico ritrovo di tendenza per i giovani rockers milanesi, dal momento che non solo sul suo palco fecero la gavetta alcuni dei più grandi gruppi e artisti italiani degli anni ’70 ( PFM, Banco del Mutuo Soccorso, Lucio Dalla, Antonello Venditti ), ma si esibirono anche stelle di prima grandezza dello star system internazionale ( ho trovato un riferimento certo a un live act dei Van Der Graaf Generator tenutosi il 1 giugno 1973, mentre sembrano assolutamente privi di fondamento  quelli relativi a un concerto dei Genesis e a uno dei Deep Purple ). 

Ultima annotazione di colore : nel 1996 è uscito uno spettacolare cofanetto della PFM, intitolato 10 Anni Live 1971 – 1981, contenente quattro cd che testimoniano di quattro diversi tour intrapresi dal gruppo nel decennio  a cui si riferisce il titolo. Il primo cd è relativo al tour italiano tenutosi fra il 1971 e il 1972 e contiene parecchi brani suonati proprio al mitico Carta Vetrata ( ci sono anche una Bollate Guitar Jam e una Bollate Keyboard Jam ). Da quel che mi sembra di capire, ma non ho alcuna certezza in merito, la discoteca cessò la propria attività più o meno nel 1981, quando l’attenzione di Rovelli si concentrò tutta sull’allora nascente Rolling Stones.
Aggiungo questo video ( ma è solo un file musicale ) n cui la PFM si esibisce al Carta Vetrata con una versione, a dire il vero non imperdibile, di My God dei Jethro Tull.




Blackswan, martedì 03/04/2012

6 commenti:

mr.Hyde ha detto...

..Jan Anderson è insostituibile. Pero' la classe di Mussida e di Pagani non è acqua..Il cantato fa un po' cagare...
E' interessante: la storia della musica che si incrocia con la storia dei luoghi, dei locali, dei centri sociali.Bello.

Ezzelino da Romano ha detto...

Vicino a casa mia c'era il Centro Sociale Leoncavallo, nella omonima via di Milano, il grande Leonka.
Mi ricordo di una serata di musica mista con uno, a me sconosciuto, che a un certo punto mi fissa con due occhi dilatati al massimo e mi chiede: "Ma lo sai che se ascolti Ummagumma mentre sei in acido diventi pazzo?"
Un'altra sera suona un gruppo punk dal vivo, entra uno con i dread e la maglia della Giamaica, si dirige dritto verso il palco, tira un ceffone al bassista e se ne va senza dire una parola.
La musica non si è interrotta e nemmeno ha rallentato.
Straordinario.
Ora al posto del Leonka lì c'è una sede di Banca Carige, che tristezza...

Adriano Maini ha detto...

Hai scritto un'intensa pagina di storia civile, invero!

Blackswan ha detto...

@ Mr Hyde : questo locale era a cinquecento metri da casa mia.Ne avevo sentito parlare, ma ieri, vedendo Romanzo di una strage, mi è venuta voglia di fare qualche ricerca.La PFM, a quei tempi, non aveva nulla da invidiare ai grandi gruppi prog inglesi.Certo, Jan anderson è di un altro pianeta!

@ Ezzelino : Però il Leonka funziona ancora molto bene, tutto sommato...

@ Adriano :Grazie,Adri.:)Come noterai,mi sono ispirato ai tuoi bellissimi post per cercare di ricostruire,almeno in parte, un brandello di storia della mia città.

Ezzelino da Romano ha detto...

Sì, funziona ancora bene ma ovviamente non è più la stessa cosa.
Il Leonka in Via Leoncavallo era legato a un'epoca precisa, che non c'è più.
Poi, per carità, meglio averlo altrove che non averlo più del tutto.
Ma credo che gli spiriti di Iaio e Fausto, vedendoci la sede di una banca, sospirino rassegnati e vadano magari a farsi due passi fino ai giardini di Piazza Durante, che sono stati loro dedicati di recente.
Per fortuna, questa è una città che non dimentica.
Hasta luego, companero

Granduca di Moletania ha detto...

Caro Ezzelino,
ma lo sai che se apri un conto corrente in una filiale Carige mentre sei in acido, ti danno il 3% lordo decennale ? :)

Scuasate amici, io ci ho provato a resistere e di non pubblicare 'sta cazzata, ma poi mi è scappata.....e l'ho scritta.

Comunque, lunga vita a tutti i locali alternativi d'Italia.

Un abbraccio.