Per quanti sforzi uno possa
produrre nel tentativo di ascoltare tutto, è inevitabile che qualcosa finisca
per sfuggire. Ars longa vita brevis, dicevano i latini : le strade della
cultura sono infinite, ma il tempo a nostra disposizione è pochissimo. Io tento
di vivere in simbiosi con le cuffie del mio stereo, frugo il web fino a i
confini del cyberspazio, dormo un minimo sindacale di ore, quel tanto che basta
a non svenire sul sedile della metropolitana, ma Betty Davis me l’ero proprio
persa. E non sto parlando di una trascurabile dimenticanza, come quando hai
omesso dalla tua discografia il cd d’esordio di un giovane singer nato in un
oscuro villaggio del Bangladesh e morto tragicamente due giorni dopo aver
inciso l’album. No, amici, stiamo parlando di un’artista, che una volta messa sul
piatto dello stereo, finisce di filata nella top 100 dei tuoi dischi preferiti
di sempre. Fortunatamente, come succede nel finale delle favole, quando spunta
il Principe Azzurro pronto a salvare capre, cavoli e principessa, lo Zio Fonta,
carissimo amico e massimo conoscitore della musica ( a me ) sconosciuta, il
mese scorso mi ha fatto dono dei primi tre dischi ( manca l’ultimo risalente al
2009 con registrazioni del 1978, ma lo sto cercando ) della succitata Davis.
Tre bombe di funk-rock urticante che da un mese a questa parte sgomitano nel mio ipod facendo piazza pulita di qualsiasi altro ascolto. Betty Davis, chi era costei ? Nata nel 1945 a Dhuram, North Carolina, Betty Mabry ( così il suo cognome da ragazza ) a sedici anni si trasferisce a New York, dove inizia una folgorante carriera di fotomodella e diventa amica, udite udite, di due giovani musicisti che diventeranno icone della storia del rock : Sly Stone e Jimi Hendrix. Nel 1967, conosce un altro signore molto famoso, che l’anno successivo diventerà suo marito : Miles Davis. Insomma, la ragazza non si fa mancare proprio nulla : respira musica, la studia da eccelsi maestri, frequenta i giri che contano. Ma soprattutto, Betty presenta Hendrix a Miles Davis. Non un particolare di scarso rilievo, se si pensa che i due musicisti iniziano a frequentarsi, a stimarsi e a influenzarsi a vicenda, tanto che Bitches Brew, il meraviglioso disco di Davis che apre la stagione della fusion ed esplora il confini estremi del jazz contaminato, è proprio figlio di questa amicizia. Le cose, però, precipitano velocemente : Miles è innamoratissimo ( le dedica Mademoiselle Mabry,quinta traccia di Filles De Kilimanjaro, album del 1969 in cui la Davis compare anche in copertina ), Betty, se dobbiamo dare credito ai gossip dell’epoca, un po’ meno, dal momento che cornifica il trombettista intrattenendo una liason molto carnale proprio con l’amico Hendrix.
Ne consegue un rapido divorzio e un
altrettanto rapido trasferimento a Londra, dove la Davis continua a posare come
modella e inizia a scrivere canzoni. Tornata negli States, la modella- cantante
pubblica Betty Davis ( 1973 ), They Say I’m Different ( 1974 ) e questo,
mirabolante, Nasty Gal ( 1975 ). Nessuno dei tre album ottiene il successo commerciale
sperato, e la Davis, delusa, chiude baracca, ritirandosi definitivamente in Pennsylvania.
Peccato, perché questo terzetto di dischi è in grado si resuscitare alla vita
anche un impiegato del catasto e Nasty Gal, soprattutto, è uno dei lavori di
musica nera più eccitanti che mi sia capitato di ascoltare. Groove pazzeschi,
riff di chitarra da extrasistole, funk corrotto da una perversa indole
garage-rock, una certa attitudine punk e tanto, tantissimo sesso. Le undici
canzoni di Nasty Gal infatti trasudano erotismo, è una sensazione che
percepisci anche fisicamente, grazie soprattutto alla voce selvaggia della
Davis, che si muove attraverso le note con il passo felpato di una pantera
pronta all’assalto: carica di teatralità, velenosa, affilata, frequenti
concessioni allo screaming che prendono la forma di belluini ruggiti.
Shut Off The Light e This Is It ! sono due uppercut funky da ko; il basso in slap e i vertiginosi controtempi di Dedicated to The Press ( brano polemico verso l’ex marito Miles e la stampa che di lei parlava in termini non proprio lusinghieri ) accelerano a perdifiato i battiti del cuore; F.U.N.K. è il tributo agli eroi Stevie Wonder, Barry White e soprattutto Hendrix e la sua Foxie Lady, mentre You And I rallenta il passo, è un ballatone soul strappamutande impreziosito da un magistrale arrangiamento di fiati. Nasty Gal, come tutti i dischi targati Davis, è un lavoro coraggioso e visionario, capace di anticipare i tempi di una musica che più tardi farà successo e dobloni a palate tra le mani dei primi Red Hot Chilli Peppers e dei Run Dmc. Probabilmente, troppo all’avanguardia ed esplicito ( i riferimenti erotici si sprecano ) per gli anni ’70, incredibilmente attuale per le nostre orecchie. Recuperarlo dall’oblio è un obbligo.
Blackswan, lunedì 24/09/2012
13 commenti:
oTTiMa ScELtA NiK, MiPiAcI SeMpRe Di Più....
Non la conoscevo neanch'io, e ti ringrazio perchè è davvero eccellente.
Davis mi ha fatto subito correre con la mente alle magiche atmosfere della musica del.grande Miles...poi ho cominciato a leggere la tua sempre molto efficace descrizione, fino al deflagrante ascolto. Approfondiro'. Thanx
Bella voce lei..bel sound, a mio avviso sempre molto attuale. Della Davis conosco poco, giusto qualche pezzo, ma quel che conosco mi piace.
Ovviamente, ignoravo tutto, ma proprio tutto il contenuto del tuo post.
Come sempre grazie per queste perle :)
Chiapperoni, mi serviva questa magnifica Pantera Nera per risollevarmi dalla moscietudine dell'autunno FUNK!!!!
È da due ore che sto tentando di lasciare un commento, possibilmente intelligente, ma mi sono lasciata trascinare dai rimandi sulla Davis di Mr.YouTube. Attualmente sto considerando l'idea di programmare per domani un loop eterno di They say I'm different, in seguito mi organizzerò per i giorni restanti della settimana.:D
Eccezionale! Fortuna che l'hai scoperta e trasmessa anche a noi.
Cristiana
Caspita, questa è proprio una bella selvaggia.
Una voce abrasiva e sfrontata che fa pensare subito a lenzuola sfatte.
Il che spiega Jimi Hendrix, notorio sacerdote del culto di Venere.
E' vero, la Davis è avanti rispetto al suo tempo.
@ Maurizio : Grande Maury ! Alla fine sei passato a trovermi !
@ Euterpe : un tuo apprezzamento è un onore :)
@ Irriverent : è un disco da non perdere.E se trovi anche gli altri due fai bingo :)
@ Mary :occhio che perle fa presto a convertirsi in pirla :)
@ Alligatore : questa pò risvegliare anche dal torpore dell'inverno :)
@ NoceMoscata : felice di avere incontrato i tuoi gusti. spero di mantenere il livello alto :)
@ Cristiana : grazie ! Fa molto piacere che ti sia piaciuta.:)
@ Ezzelino : Un discone pazzesco, bro!Metti in moto la scaricatrice ufficiale: non te ne pentirai :)
@Black : Tranquillo..se mai volessi darti del pirla, giuro che non lo farei mai qui, pubblicamente, al massimo ti manderei una e-mail :D !
Non la conoscevo e meno che mai, allora, potevo sapere della sua fitta e interessante rete di conoscenze specifiche, ma mi permetto di aggiungere che i numeri la Davis ce li aveva.
Cavolo, ho ballato tante volte al ritmo infuocato della Betty, ma non sapevo niente di lei. Mitica davvero!
@ Silvia : Benvenuta !Pensa che io me l'ero persa per strada.Adesso è un mese abbondante che non smetto di ascoltarla :)
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