DANKO JONES - ROCK AND ROLL IS BLACK AND BLUE
Genere : Hard-Rock
Solo
per il titolo questo nuovo lavoro di quei matterelli di Danko Jones and friends
meriterebbe il 7. D'altra parte, in un sol colpo cita i due grandi amori della
mia vita : il rock'n'roll e i colori nerazzurri della mia squadra del cuore.
Invece, mezzo punto lo devo proprio togliere e un pò mi piange il cuore, perchè
il sesto disco in studio dei DJ è davvero molto divertente. Però, passano gli
anni, cambia la line-up ( alla batteria adesso c'è Adam Willard, già con i
rocket from The Crypt ) ed è sempre lo stesso disco ( la fotocopia di Never Too
Loud ? ) che cita sempre gli stessi supereroi ( avete presente gli Ac/Dc e i
Foo Fighters ? ). I tre ragazzi canadesi sono potenti ( e furbetti ),
suonano bene e dal vivo guerreggiano senza fare prigionieri. Così,
l' incandescente ed energizzante mistura di hard rock, blues, punk e power
pop arriva proprio là, a colpire il bersaglio a cui i Danko avevano
mirato: pompare adrenalina nel sangue della gente. Di più però non si può
loro chiedere. Quindi, alzate il volume dello stereo e resettate il cervello.
Vi aspetta una maratona di headbanging e stille di sudore a imperlarvi la
fronte. It's only rock'n'roll...
VOTO :
6,5
THE
AVETT BROTHERS - THE CARPENTER
Genere :
Country-Pop
Loro
negli Stati Uniti hanno un incredibile riscontro di pubblico, da noi
invece se li filano in pochi. Ed è un peccato perchè gli Avett Brothers
sono davvero bravi. Un tempo avremmo potuto definirli la versione americana dei
Mumford and Sons oppure dei Punch Brothers con molte meno derive sperimentali.
Giocavano con il country e gli strumenti della tradizione, e ci mettevano
un'abbondante dose di pop e qualche spruzzata di punk rock, così tanto per
movimentare l'ambiente. E se pensavi ad un tempo meno recente, ti venivano
anche paragoni con gente che negli anni ’60 e ’70 stava sulla cresta dell’onda
( i Poco post Messina ? ). Oggi, nelle sapienti mani di Rick Rubin, hanno
virato decisamente verso la ballata zuccherina, in cui il dolce è dosato con
sapienza in modo da non risultare mai stucchevole. The Carpenter è un
disco più pop che country, e le composizioni, tutte
orecchiabilissime, si sono ammantate di un velo di tristezza da
struggimenti post adolescenziali e di abbondanti arrangiamenti d'archi. Un
disco in definitiva molto radiofonico, che tuttavia ha il merito di non
perdersi in banalità da Mtv e che mette a segno ottimi punti, grazie a testi
che affrontano, con trasporto, temi difficili come la morte e il
lutto, e melodie che toccano il cuore ( Winter in My Heart su tutte ).
VOTO : 7
WOVEN HAND - THE LAUGHING STALK
Genere : Goth-Folk, Alt- Country
Dave
Eugene Edwards non sbaglia un disco nemmeno a farlo apposta. Non ha ciccato
un'uscita con i Sixteen Horsepower, non ha mai sparato a vuoto con la sua
successiva creatura, i Woven Hand. Anzi, a ben vedere, DEE sembra dotato
di una creatività artistica che pare senza cedimenti e che gli
consente di mantenere qualitativamente altissima la sua particolare concezione
di country-folk. The Laughing Stalk è l'ennesimo capitolo del grande
romanzo di una crepuscolare epopea americana : i grandi spazi al culmine
della notte, terre desolate e sordidi anfratti, i misteriosi riti
sciamani della cultura indiana, l'invasato declamare di un allucinato
predicatore per cui la spiritualità è pentimento e fiamme dell'inferno. La
produzione di Alexander Hake ( già con i tedeschi Einsturzende Neubauten
), europeizza un poco il suono, lo rende più rumoroso e heavy, lo
ferisce con schegge di dark wave. Edward, il suo calesse e i suoi cavalli
neri, si gettano a perdifiato nel buio della notte. Tutto intorno, un deserto
che ricorda la foresta dei Cure: gli spiriti dei morti si
aggirano fra nebbie sospette ed erbacce, un turbinio malevolo di stelle
incombe, il canto di guerra di un Cherokee attraversa l'aria gelida,
trafiggendo il costato. Polvere e blues, zaffate di zolfo e di stoner, Nick
Cave e William Faulker, Landsdale e Mac Carthy. Canzoni che, come King O King o
la conclusiva Glistening Black, ti prendono per la collottola e ti trascinano,
anima e corpo, in un moderno western presbiteriano che non lascia scampo
alla luce.
VOTO : 7,5
VOTO : 7,5
Blackswan, mercoledì 26/09/2012
7 commenti:
Danko Jones....mi ricordano.quegli altri (non li nomino, sai che poi mi viene l'orticaria) in quanto come loro guerreggiano bene (mah) ma non fanno prigionieri
Ma, fine osservatore, ti sei accorto che i colori predominanti della cover ricordano quelli di quell'altra squadretta?
Gli Avett Brothers. Ho sempre pensato che siano un " buon prodotto" molto gradevoli (anche nell'aspetto: mi ricordo una dotta disquisizione con S.S. sul loro modo di portare la barba incolta e sul tipo di canottiere che indossavano in un loro video...) ma dopo averli ascoltati non mi resta niente. Forse sono esagerata ma mi scivolano via.
Invece mi sono intrippatissima da Wovenhand...se mi si concede di rimandare la lettura che avevo promesso, stasera mi do alla tecnologia sfrenata e apptofondisco di brutto
Mi piacciono molto i Woven Hand. Quel genere di ritmo un po' cupo e tetro che ti prende e ti risucchia..bello questo pezzo, ma ho appena ascoltato anche Long Horn..altra figata da paura..domani mi sa che me li scarico ;)
Ora come ora faccio così: alzo il volume e resetto il cervello, anche senza colori precisi, sfuocati, perché voglio resettare un po' il cervello, l'ho già detto lo so (anche un massaggio non sarebbe male, ma aspetto che si asciughi il sudore sulla fronte).
Gli Avett li salto perché non è il momento.
Mentre dei Woven Hand, anche se nomini Nick Cave non ci casco, salvo solo la copertina, come quadretto da mettere in cucina :)
Non ho altro da dichiarare, ciao Blacki :)
lasciano ben sperare woven hand, vado ad ascoltare...:)
gli altri 2 mi hanno lasciato indifferente.
grazie per le segnalazioni.
buona giornata, Nik.
Gianni
caro Cigno Nerazzurro,
danko jones mi sono proprio piaciuti, unico difetto dopo aver detto che il rock and roll è nerazzurro non puoi fare la copertina rossonera.
Avett brothers fanno la musica del momento, la mia dolce metà è loro fan.
Wovenhand, non li conoscevo, basandomi sul pezzo postato prima di altri paragoni direi che al cantante Jim Morrison piaceva parecchio.
Non avendo la tua competenza, non potrei certo esprimermi come te, ma trovo da condividere i tuoi giudizi. Solo che, forse per vecchia mia passione per il country, vado a quotare Avett Brothers.
Mi piacciono i Wovenhand ... grazie!
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