Da
quanto tempo gli Stereophonics non incidono un buon disco ? Direi più o meno da
dieci anni, e cioè da quel You Gotta Go There To Come Back (2003) che conteneva
Maybe Tomorrow, singolo spacca classifiche e ancora oggi la canzone marchio di
fabbrica del suono targato Kelly Jones. Da allora la band gallese, nonostante
abbia acquisito notorietà e torme di fans, ha pubblicato solo dischi modesti,
spostando il baricentro verso un sound all’apparenza più graffiante e invece
terribilmente monocorde. Che ci fosse una carenza di ispirazione, lo si può
comprendere dal tempo trascorso dalla pubblicazione dell’ultimo album in
studio, Keep Calm And Carry On (2009): quattro anni in cui gli Stereophonics
hanno pianificato il futuro, coinvolgendo in questo nuovo progetto il
batterista Jamie Morrison, ex Noisettes, Jim Lowe (ritorno graditissimo) in
veste di produttore e David Arnold, il responsabile delle colonne sonore di 007,
a curare gli arrangiamenti d’archi. Così, finalmente, con Graffiti On The Train
Kelly Jones torna a fare quello che gli riesce meglio e il risultato è veramente
di prim’ordine. Dopo un lavoro iniziale di scrematura (quasi quaranta i brani
su cui lavorare, al momento di entrare in sala di registrazione), sono state
scelte dieci canzoni dal taglio classico, fra le quali prevale il modulo della
ballata.
D’altra parte, come già successe per la citata Maybe Tomorrow, Jones è
un maestro nell’abbinare la cartavetrata della voce a melodie pop-rock intrise di
miele e di soul. Se si eccettua Catacomb, in cui il disco accelera, deragliando
in una fuga elettro-noise tinta di nero che richiama alla mente i Placebo più
cattivi, e Been Caught Cheating, blues nobilitato dal ruvido cantato di Jones,
l’album procede prevalentemente con il passo lento della canzone dolce amara. E
i bei momenti si sprecano : il singolo In A Moment, “stereofonico” fino al
midollo ma più moderno e maturo nella ritmica, l’umbratile Take Me, il
crescendo ansiogeno della magnifica Violins And Tambourine, l’incalzare degli
archi nella melodia contagiosa di Indian Summer. Graffiti On The Train è il
ritorno in grande stile di un gruppo che rischiava di perdersi fra i fuochi
fatui delle mode, e che ora, ripresa saldamente in mano la barra del timone, torna
a esprimere al meglio quel pop rock semplice e schietto che ce li aveva fatti
amare fin dai tempi di Performance And Cocktails (1999). Nulla ovviamente che possa
cambiare i destini dell’attuale stagione musicale, ma un pugno di canzoni che
si lasciano ascoltare a lungo e con piacere, questo si. Non è poco.
VOTO
: 7
Blackswan, sabato 09/03/2013
7 commenti:
Infatti mi diceva qualcosa questo titolo: Maybe tomorrow la conosco. Stereophnics invece mai sentiti nominare, anche se ora che ho riconosciuto la canzone.. comunque niente di speciale..
Con difficoltà ho sentito In a moment e parte di Violins And Tambourine e mi piacciono molto di più!!
mi erano piaciuti un sacco i loro primi due dischi, poi li avevo persi di vista.
questo nuovo l'ho ascoltato e non mi è sembrato malvagio, ma non mi ha detto un granché...
Altri tre grandi gruppi che ho scoperto nel blog ingiustamente oscurato dall'AGCOM di Befree:
Talkyn heads con la Loro Psycho kyller.
The Coral Dreaming of you.
Black Label Society In this River.
fantastici! uno dei miei gruppi preferiti, nonostante la mia ignoranza musicale.
@ Elle : secondo me, Maybe Tomorrow è bellissima. Se ti piacciono i ragazzi, torna indietro nel tempo agli anni'90: roverai le cose migliori.
@ Marco : rispetto ai due precedenti è un bel salto di qualità.Merita fiducia e ripetuti ascolti.
@ Domani : finalmente ci ho azzeccato !! :)
Un disco interessante, l'ho ascoltato un paio di volte e lo rifarei ancora.
Io gli do un bel 7.5 di voto
Disco dall'ottimo sound, sicuramente è uno dei dischi migliori di questo inizio 2013.
@ Bruce : è piaciuto molto anche a me e lo sto ascoltando a raffica anche in questi giorni. Per quanto riguarda i miei gusti personalissimi,direi che il 7,5 ci sta tutto.
Ciao e grazie per l'intervento :)
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