Inglese,
trentacinquenne, Ed Harcourt potrebbe essere il portavoce di quella categoria di
musicisti che a dispetto di una cristallina bravura non si fila
nessuno. Eppure, anni fa (correva l'anno 2001), il cantautore britannico aveva
avuto anche dalle nostre parti un certo ritorno commerciale per il suo full
lenght d'esordio dal titolo Here Be Monster (vale la pena recuperarlo,
credetemi). Poi più niente, nonostante altri bei dischi, la stima di
più affermati colleghi (REM su tutti) e un pugno di collaborazioni
eccellenti tra cui spicca quella con i Gutter Twins di Mark Lanegan. Oggi,
Harcourt torna con un nuovo album molto sui generis tanto per quanto riguarda i contenuti quanto
nella realizzazione. Back Into The Woods è stato infatti registrato in sole sei ore
(quasi una presa diretta esaltata peraltro dalla discreta produzione di Pete Hutchings)
nei mitici Abbey Road Studios di Londra e si compone di nove brani eseguiti
esclusivamente per voce e pianoforte o chitarra elettroacustica. Quasi
una sorta di live per pochi intimi, in cui Harcourt piega il proprio
cantautorato pop agro-dolce a un'esigenza di romanticismo colloquiale che
scalda il cuore. Il risultato è un disco piacevolissimo, che suona solenne ma
non troppo, che appare più riflessivo che malinconico, che cerca il
languore piuttosto che il palpito. L'impressione è che Harcourt riesca
nell'intento di mettersi a nudo con pudore, evitando esibizionismi e concessioni al
melodramma, ma scegliendo semmai il basso profilo
di composizioni in cui un certo manierismo formale si pone come argine alle
emozioni senza per questo essere freno alla creatività. La breve durata del
disco e molte soluzioni melodiche assai orecchiabili, ma mai banali, fugano fin
dal primo ascolto i dubbi circa la complessità di un'operazione tutt'altro che
piatta o noiosa. Anzi, non sono poche le canzone che restano in testa fin
da subito : su tutte, la title track e Brothers & Sisters, con i loro
accenti beatlesiani, e la magnifica conclusione lasciata al valzer imbronciato di The Man The Time Forgot.
VOTO :
7
Blackswan, martedì 16/04/2013
2 commenti:
in effetti here be monster era da 8 pieno, poi, forse inserito e risucchiato ingiustamente nella corrente del new acoustic movement inglese è andato nel dimenticatoio.
vado ad ascoltarmi il nuovo, chissà!
belle cose.
Mi fermo per un saluto.
Passo spesso a trovarti ma mi ritrovo impossibilitata a commentare, musicalmente mi spiazzi, sei troppo erudito e competente e spesso, come in questo caso, disconosco assolutamente la persona di cui parli :)
Sappi, però, che faccio tesoro della tua conoscenza ;)
Un caro saluto
Francesca
Posta un commento