martedì 21 maggio 2013

BETH HART BAND – IMMORTAL




La prima volta che ascoltai Beth Hart fu nel lontano 1996. Il 13 Novembre per la precisione. Giorno del concerto dei Pearl Jam, No Code Tour, nell’allora Forum di Assago, a Milano.
Eccitatissimo per il mio primo concerto della band di Seattle, entrai nella macchina del mio amico Blackswan, il quale, anziche’ ricevermi intonando un “oooohh I am still alive”, mi sorprese con la frase: “Non ci crederai ma ho appena scoperto una cantante che paragonarla a Janis Joplin non sarebbe irriverente”. Sapeva perfettamente del mio debole per Janis e quindi desto’ subito la mia curiosita’. Con faccia sbalordita ed incredula risposi – imitando il Paolo Rossi comico -  “di giuro?!”.  Dopo un paio di minuti di fast forward-rewind (allora i CD in macchina erano un lusso, ancora si viaggiava con le cassette ferro-cromo) fece partire il pezzo intitolato Am I the one. Alle prime note di chitarra blues con gesto automatico alzai il volume. Non appena entro’ la voce di Beth poi, i brividi si impossessarono di me e dimenticai completamente, per tutti gli oltre sei minuti della canzone, il concerto imminente e la relativa emozione, totalmente assorto ed avvolto da quelle note e da quella voce. Ogni tanto mi giravo silenzioso per guardare Blackswan alla guida che ad un certo punto, con sorriso compiaciuto, mi disse annuendo: “visto?”. Sara’ che stavo vivendo un periodo sentimentale molto particolare della mia vita, ma il testo della canzone entro’ subito nella mia testa. Parole come “dimmi che mi ami, baby, anche se e’ una bugia” non ti lasciano indifferente quando il tuo stesso cuore sta vivendo indecifrabili altalene sentimentali.
Ed e’ proprio un’altalena di emozioni che l’album Immortal – Beth Hart Band (1996) regala, soprattutto grazie alla voce straordinaria della cantante californiana (Los Angeles 1972). Album puramente rock dai sapori molto classici e blues, che alterna e dosa tracce piene di energia e carattere come l’apertura Run, Spiders in my bed, Isolation, State of mind, Ringing,  la title track Immortal, con ballate piu’ malinconiche e riflessive come Hold me through the night, Summer is gone e la straordinaria Blame the moon che chiude il disco,  passando attraverso il blues di Am I the one accennato sopra e, a mio personalissimo giudizio, vera perla del disco. Da notare che la canzone non e’ inedita, ma era gia’ presente nel suo album precedente (Beth Hart and the Ocean of Souls del 1993) venendo rilavorata fondamentalmente in chiave blues nella versione di Immortal (dove “acquista” due minuti in piu’). La voce di Beth la fa da padrone in ogni canzone ed innalza ognuna di esse notevolmente. O giocando con la chitarra o da sola al piano. E’ una rocker di razza, come l’ha definita Blackswan in una precedente  recensione sul suo ultimo disco, e in Immortal si sente davvero. Canta col cuore e non lascia indifferenti, in genuina complicita’ con la Band  che e’ di tutto rispetto. Un CD da mettere in macchina e guidare lentamente in un tardo pomeriggio di settembre su e giu’ per le colline califoniane di Sonoma  County, contornate da pinot noir (no fucking merlot!), magari a bordo di una cadillac perche’ no pink ed ovviamente cabrio. Ma vanno benissimo anche le nostre colline, magari toscane, ed una vespa bianca.
Voto 10
 

PS: la lunga introduzione iniziale, piuttosto personale, era solo per sottolineare che il disco fu consigliato da Blackswan (chi se no!) che non potro’ mai ringraziare abbastanza per questo, ed anche per offrire il paragone con Janis che sono sicuro stuzzichera’ i piu’.  Ascoltate Beth, non ve ne pentirete.

Sul web se ne trovano molte altre versioni live ma preferisco lasciare  il link alla versione studio.




  

Offhegoes - martedi' 21/05/13



7 commenti:

Blackswan ha detto...

A parte la citazione, di cui ti ringrazio,è emozionante leggere la tua PRIMA! recensione musicale. Che è bellissima, per due altri motivi (ulteriori rispetto alla citazione di cui sopra). In primo luogo perchè mi piace che la musica sia raccontata in modo informale, evitando la prosopopea da critici ondarock e regalando, invece, a chi legge, quegli accenni( e accenti) personali che rendono tutto più credibile e sincero. E poi, perchè il disco in questione, è davvero un grande, grandissimo, disco. Di cui pochi sanno e che pochi, forse anche di meno, hanno ascoltato, non sapendo così di perdersi un'inestimabile perla di rock blues verace, ben suonato, e soprattutto, ben cantato. Il miglior capitolo della sagra Hart, che poi, un pò si è persa, alla ricerca di una formula musicale più stereotipata che andasse bene anche per le radio. Ma, nello specifico di Immortal, il risultato è davvero eccellente. Quindi, togli quell'8, a cui nemmeno tu credi, perchè, se ti conosco un poco, questo è un 10 con lode, e inserisci il post nell'etichetta Pietre Miliari.:)))))))

Offhegoes ha detto...

grazie carissimo. E' vero dimenticai di etichettarlo. Fatto, e cambiato voto al 10 :)

The Mist ha detto...

Dall'ufficio non posso ascoltare, rimedierò a casa, però devo dire che siete carini *_*

Blackswan ha detto...

@ Mist : siamo davvero carini :) Lui è quello bello e io quello simpatico. Quando stiamo insieme, lui fa sfracelli :)
Il disco merita.Se riesci, scaricalo.

The Mist ha detto...

Sono bastati i primi 30 secondi per farmene innamorare!

Offhegoes ha detto...

@ the mist: ho sul volto lo stesso sorriso compiaciuto che aveva blackswan nel 96 :))))

The Mist ha detto...

@Offhegoes: non fatico a crederci. Ho già ascoltato l'intero album, ed è davvero strepitoso!